Palermo, la proposta del PD: noi, i grillini, + Europa, Udc, Cantiere Popolare, Italia Via e pure Forza Italia. Per fare che cosa? /MATTINALE 467

30 aprile 2021
  • Il fallimento della raccolta differenziata dei rifiuti nella quinta città d’Italia è un problema culturale molto serio
  • La proposta ‘lungimirante’ di Carmelo Miceli per Palermo: mettere insieme tutta la vecchia politica…
  • Da Diego Cammarata a Leoluca Orlando vent’anni di fallimenti a ritmo continuo
  • Il fallimento dell’Amia e la condanna del Comune di Palermo
  • La buona volontà di Antonio Piraino: ma attenzione al dialogo con i soggetti sbagliati. Bisogna dialogare con Comitati civici, ristoratori e commercianti. E meridionalisti e sicilianisti

Il fallimento della raccolta differenziata dei rifiuti nella quinta città d’Italia è un problema culturale molto serio

Ieri, in alcuni quartieri di Palermo, non è stata ritirata la plastica. Le bottiglie di plastica e, in generale, tutto ciò che è di plastica o di metallo dovrebbe essere ritirato nel quadro della cosiddetta raccolta differenziata dei rifiuti. Solo che ogni tanto il turno salta: ed è un casino. Perché? Semplice: il contenitore per la plastica di un condominio non riesce a contenere tutta la plastica che si accumula nello stesso condominio in tre-quattro giorni, specie se le bottiglie non vengono pressate per ridurne la massa. Così è ormai in uso accumulare le bottiglie di plastica e altra plastica dentro sacchi di plastica che vengono lasciati davanti il portone dei condomini o dove capita. Assieme alle bottiglie di plastica ci sono anche scarti di metallo che, spesso, non vengono puliti. Il risultato è che, quando la plastica non viene ritirata – come ieri – davanti a portoni dei condomini e dove capita i moscerini e, in generale, gli insetti, compresi gli scarafaggi e qualche timido topo sono la regola. il tutto con un cattivo odore che si accentua se, come ieri, la temperatura sale. Per essere chiari, si tratta di uno schifo! Che si aggiunge all’immondizia che rimane giorni e giorni nei cassonetti o dove capita e alle discariche a cielo aperto – materassi, pezzi di sedie e di tavoli e altro ancora – che invadono marciapiedi e strade.

La proposta ‘lungimirante’ di Carmelo Miceli per Palermo: mettere insieme tutta la vecchia politica…

Sempre ieri abbiamo letto la seguente dichiarazione ‘programmatica’ del parlamentare nazionale del PD, Carmelo Miceli, a Live Sicilia: “Mettiamo insieme il M5s, il PD, +Europa, Azione, le forze civiche e di sinistra, senza rinunciare a Italia Viva e provando a tirare dentro anche l’Udc, Cantiere popolare e, se ci starà, pure Forza Italia. Una grande coalizione riformista per vincere le amministrative di Palermo, le scadenze elettorali successive e liberare il Paese dall’incubo del sovranismo”. Per questo signore “l’incubo” di Palermo non sono le quasi 900 bare accatastate dove capita al cimitero cittadino di Santa Maria dei Rotoli, ma il “sovranismo”. Ed è interessante notare la ‘soluzione politica’ che questo signore prospetta: mettere assieme i protagonisti della politica che ha governato Palermo negli ultimi vent’anni – centrodestra e centrosinistra – per andare avanti per altri cinque anni! Non le soluzioni per una città – Palermo – che affonda nei rifiuti, nei debiti e, in generale, nella cattiva amministrazione, ma un’ammucchiata della vecchia politica per continuare con quello che è sotto gli occhi di tutti i cittadini del capoluogo siciliano!

Da Diego Cammarata a Leoluca Orlando vent’anni di fallimenti a ritmo continuo

Dal 2001 – anno in cui si insedia il sindaco di centrodestra Diego Cammarata – Palermo non ha fatto altro che andare indietro in tutto. Tolti i primi tre anni, forse quattro anni della Giunta Cammarata, quando sono state realizzate importanti opere pubbliche e avviate altre opere che erano bloccate da decenni, in città, di positivo, si è visto ben poco. Nella sua seconda consiliatura Cammarata è diventato ostaggio del precariato foraggiato dal Governo nazionale di Berlusconi 2008-2011. La progettualità della prima Giunta Cammarata è scomparsa per fare posto al clientelismo spicciolo esasperato. I nove anni del suo successore – Leoluca Orlando – sono disastrosi. E’ stata ed è disastrosa la gestione dei cimiteri: le quasi 900 bare accatastate dove capita al cimitero dei Rotoli ne sono una drammatica testimonianza. (a destra la vignetta di Giovanni Buccellato). E’ stata ed è disastrosa la gestione dei rifiuti. E’ stata disastrosa la gestione delle strade. E’ stata disastrosa la gestione delle attività commerciali, con la proliferazione incontrollata di Centri commerciali – a cominciare dai tedeschi della Lidl – che hanno accentuato la crisi degli esercizi commerciali artigianali. E’ stata disastrosa la gestione della discarica di Bellolampo e, in generale, dei rifiuti, con il fallimento pressoché totale della raccolta differenziata. E’ stata disastrosa la gestione dei cantieri sparsi in mezza città che hanno creato enormi disagi a cittadini e imprese. E’ stata disastrosa la gestione del trasporto pubblico delle persone, con un Tram grottesco che gira a vuoto per giustificare gli appalti ferroviari-milionari prossimi venturi. E’ stata disastrosa la gestione del verde pubblico con la scomparsa di non sappiamo più quanti alberi. E’ stata ed è disastrosa l’esperienza della Zona a Traffico Limitato (ZTL) che ha solo creato ulteriori problemi al tessuto economico e commerciale della città. E’ stata disastrosa la gestione delle strade tutte buche. E’ stata disastrosa la gestione dei due ponti cittadini – ponte Corleone e ponte Oreto – ridotti ai minimi termini. E’ stata ed è disastrosa – e qui c’entra anche il Governo regionale – la gestione della pandemia, con chiusure e prescrizioni che hanno finito di massacrare l’economia cittadina (incredibile i supermercati che non possono vendere il vino dopo le 18,00!).

Il fallimento dell’Amia e la condanna del Comune di Palermo

Il pronunciamento del Tribunale di Palermo sul fallimento dell’Amia, che ha condannato il Comune al pagamento di 51 milioni di euro, segna, con molta probabilità, la fine dell’amministrazione Orlando. Solo che non sappiamo come sarà questa fine, nel senso che il sindaco non si è dimesso e va avanti non i capisce per fare che cosa. Né ci risulta che il Governo regionale abbia intenzione di intervenire. Attendiamo il buio dopo la mezzanotte… In attesa del nulla politico e amministrativo che oggi avvolge il capoluogo dell’Isola registriamo una proposta di Palermo in Progress a proposito del caos del cimitero del Rotoli. E’ una proposta di buon senso: acquistare subito un forno crematorio con le procedure di soma urgenza per fronteggiare l’emergenza. Magari non tutti i familiari dei defunti saranno d’accordo sulla cremazione, ma almeno è una soluzione. Fatta propria dal consigliere comunale Fabrizio Ferrandelli con una mozione: il sindaco – scrive Ferrandelli – dovrebbe “emanare un provvedimento urgente che disponga al responsabile del servizio cimiteriale la fornitura, con carattere di somma urgenza… di un forno crematorio mobile di tipo autonomo al fine di procedere con immediatezza all’eliminazione dell’emergenza igienico-sanitaria…”. Ci sembra una proposta razionale. Bisognerà vedere se l’amministrazione comunale farà qualcosa o aspetterà che altri facciano qualcosa.

La buona volontà di Antonio Piraino: ma attenzione al dialogo con i soggetti sbagliati. Dialogare con Comitati civici, ristoratori e commercianti. E meridionalisti e sicilianisti

E allora che fare per Palermo? Il nostro amico Antonio Piraino sta lavorando per una prospettiva di governo della città partendo dal civismo. Tutto giusto. Ma anche nel suo caso la domanda è: chi mettere insieme? E per fare che cosa? Il nostro timore è che arrivino anche coloro i quali hanno già dato una pessima prova in città e nel Parlamento nazionale. Un primo ‘filtro’, mettiamola così, dovrebbe essere rappresentato dal voto sul Recovery Plan: i parlamentari nazionali palermitani che hanno votato sì allo scippo di 77 miliardi di euro al Sud e alla Sicilia non hanno alcun motivo partecipare a un progetto di rinascita della città, perché con il loro voto al programma antimeridionale e anti-siciliano del Governo Draghi hanno già dimostrato chi sono. Partendo da questo si può cominciare a costruire qualcosa, possibilmente guardando alle persone e alle imprese piuttosto che ai partiti politici tradizionali. I primi con i quali discutere dovrebbero essere i Comitati Civici della città, i protagonisti del mondo della ristorazione e, in generale, i commercianti. E i meridionalisti e i sicilianisti. Non dovranno più essere tollerate chiusure indiscriminate delle attività economiche nel nome del Covid. Bisogna responsabilizzare i cittadini. E da questi settori della società e con questi argomenti che si deve partire per ricostruire una città ridotta malissimo, non dal PD, dai grillini, dai renziani e via continuando.

Foto tratta da Diretta Sicilia     

 

 

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