Draghi e i suoi consulenti-scienziati sono sicuri che sia corretto, sotto il profilo scientifico, imporre la vaccinazione anti-Covid a medici e infermieri?

5 aprile 2021
  • In questo articolo proveremo a dimostrare che il Decreto che impone la vaccinazione anti-Covid obbligatoria a medici e infermieri ha dei limiti scientifici
  • I medici infettati dal Covid dopo la vaccinazione anti-Covid
  • Esiste la possibilità che i vaccinati – medici e infermieri compresi – possano essere infettati da varianti del virus resistenti al vaccini? E se tale possibilità c’è, che senso ha obbligare medici e infermieri al vaccino anti-Covid? 
  • “È altamente probabile, secondo gli studiosi, che questa mutazione (variante nigeriana) conferisca una elevata resistenza a plasma iperimmune, anticorpi monoclonali e vaccini”
  • Gli attuali vaccini anti-Covid possono favorire la selezione di varianti più virulente? Non è una certezza matematica, ma una probabilità
  • Non sarebbe il caso che il Governo Draghi, prima di abbandonarsi alle certezze, valorizzi i dubbi sugli attuali vaccini anti-Covid? 

In questo articolo proveremo a dimostrare che il Decreto che impone la vaccinazione anti-Covid obbligatoria a medici e infermieri ha dei limiti scientifici

Ci sono persone che vivono di certezze e ci sono persone che vivono di dubbi. Le prime sono temerarie e possono creare pericoli per sé e per gli altri; le seconde, invece, inducono alla ponderazione e alla riflessione. Alla prima categoria potrebbero appartenere i protagonisti del Governo di Mario Draghi, quelli che hanno deciso di imporre il vaccino anti-Covid a medici e infermieri: questi signori sono sicuramente bravi, pensano di sapere tutto quello che serve in materia di Covid, infezione e vaccini anti-Covid e sono convinti di non sbagliare. E hanno deciso, con un Decreto, di imporre una cura sperimentale a persone che conoscono la materia, perché i medici e gli infermieri conoscono bene la materia vaccini e, in particolare, conoscono questi vaccini anti-Covid. Oggi, visto he siamo rilassati, vogliamo commentare alcune notizie, provando a legarle tra loro.

I medici infettati dal Covid dopo la vaccinazione anti-Covid

Partiamo da una riflessione del nostro amico Fonso Genchi, che sulla propria pagina Facebook scrive: “Notizia di oggi: una dottoressa dell’ospedale Covid di Partinico (in provincia di Palermo) è risultata positiva al virus dopo avere fatto le due dosi di vaccino Pfizer. Pur essendo asimtomatica è stata posta in isolamento perché risulta ancora positiva dopo tre tamponi. Un problema, perché potrebbe infettare i pazienti. Per questo motivo anche i medici vaccinati si sottopongono a continui controlli per evitare che possano essere loro stessi portatori del virus provocando focolai interni in corsia. Come dimostra questo episodio, uno dei tanti, la vaccinazione non serve ad evitare la trasmissione del virus. Non si capisce, pertanto, su quali basi scientifiche e logiche il Governo Draghi abbia inserito nel suo ultimo decreto l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale sanitario. Ugualmente non si comprende come il Presidente dell’Ordine dei Medici si sia detto favorevole al provvedimento (P.S.: Dell’assurdità dell’obbligo di vaccinazione per i sanitari ne avevo parlato proprio 3 giorni fa, in questo mio video, a partire dal minuto 14’20”: https://www.facebook.com/Coach.Genchi/videos/10159219128224976)”. Sul quotidiano La Sicilia leggiamo di un secondo caso di medico vaccinato contro il Covid risultato positivo: “Il secondo caso riguardo un medico che ha scoperto di essere positivo al Covid dopo che una paziente ricoverata nel suo reparto all’Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, era risultata positiva ed aveva costretto tutto il personale a sottoporsi al controllo del tampone. Anche lui aveva già avuto inoculato le due dosi, come tutto il personale sanitario, nello scorso mese di gennaio è risultato positivo anche se asintomatico. Adesso è in isolamento”.

Esiste la possibilità che i vaccinati – medici e infermieri compresi – possano essere infettati da varianti del virus resistenti al vaccini? E se tale possibilità c’è, che senso ha obbligare medici e infermieri al vaccino anti-Covid? 

Qualcuno potrebbe obiettare che il vaccino non dà la copertura al cento per cento: e questo già pone dei dubbi sull’obbligatorietà del vaccino per medici e infermieri, anche perché, piaccia o no, i vaccini anti-Covid attuali stanno creando problemi: se così non fosse non si assisterebbe ad interi Paesi che si interrogano sugli effetti indesiderati di tali vaccini. Ma noi, che viviamo di dubbi e che non pensiamo di sapere tutto in anticipo come i signori del Governo Draghi, ci poniamo e poniamo una domanda: e se il personale sanitario vaccinato che risulta positivo al virus si infetta perché ci sono in giro le varianti del SARS-COV-2 che non rispondono al vaccino? Esistono le varianti che non rispondono agli attuali vaccini? Sì. E in Sicilia ci sono già le varianti (Variante nigeriana trovata in Sicilia. La possibile resistenza a plasma iperimmune, anticorpi monoclonali e vaccini). La nostra non è una certezza matematica, ma una possibilità: una possibilità che può avere una bassissima probabilità di materializzarsi; o una bassa probabilità di materializzarsi; o una medio-bassa probabilità di materializzarsi; o una media probabilità di materializzarsi; o una medio-alta probabilità di materializzarsi; o un’alta probabilità di materializzarsi. Come potete leggere, chi ragione con il dubbio bandisce le certezze e vaglia tutte le possibilità.

“È altamente probabile, secondo gli studiosi, che questa mutazione (variante nigeriana) conferisca una elevata resistenza a plasma iperimmune, anticorpi monoclonali e vaccini”

C’è la possibilità che le nuove infezioni di Covid-19 siano il frutto di varianti del virus che gli attuali vaccini non riescono a bloccare? Abbiamo visto che la possibilità esiste. E se i vaccinati contro il Covid-19 si prendono l’infezione che senso imporre la vaccinazione a medici e infermieri? La scienza è scienza o, nel mondo liberista, è diventata un’altra cosa? Leggiamo un passo di un articolo di Star Magazine sulla variante nigeriana del virus SARS-COV-2 già presente in Sicilia: “La mutazione specifica della variante nigeriana, rinominata dagli scienziati Q677H, è presente nella proteina Spike, quella utilizzata dai vaccini di ultima generazione. La variante B.1.525 presenta anche 3 mutazioni in comune con la variante inglese, tra le quali la 501Y quella responsabile di una maggiore virulenza, e una, la E484K, con la variante sudafricana e variante brasiliana del Covid-19″. E ancora: “Dalle simulazioni è emerso che la mutazione Y501 permette al virus di legarsi alle cellule umane con maggiore facilità e di rimanerci legato in modo più saldo e quindi di attaccarle in modo più efficace. Da questo si presume che derivi la sua maggiore virulenza. La variante nigeriana condivide la mutazione E484K con quella brasiliana e sudafricana. Allo stesso modo, dunque, potrà essere più difficile da contrastare con le terapie che si basano sugli anticorpi. È altamente probabile, secondo gli studiosi, che questa mutazione conferisca una elevata resistenza a plasma iperimmune, anticorpi monoclonali e vaccini. Sulla resistenza ai vaccini, aumentata dalla mutazione E484k, il COVID-19 Genomics UK (COG-UK) Consortium ha pubblicato uno studio che evidenzia la resistenza al vaccino a mRNA Pfizer BNT162b2“.

Gli attuali vaccini anti-Covid possono favorire la selezione di varianti più virulente? Non è una certezza matematica, ma una probabilità

Analizziamo adesso un altro aspetto di questi vaccini anti-Covid. E’ noto che tali vaccini non proteggono dall’infezione (tant’è vero che i vaccinati infettati – compresi i medici – sono ormai tanti), ma dovrebbero proteggere dalla malattia. Scrive a tal proposito Marco Lo Dico, veterinario, specialista in Malattie infettive, Profilassi e Polizia Veterinaria: “La pressione selettiva di vaccini che proteggono dalla malattia, ma non dall’infezione può causare un adattamento inverso. Nell’adattamento naturale i più fragili e i virus più patogeni divengono un limite alla diffusione del virus. Il soggetto morto esaurisce in sé la diffusione del virus, come il ceppo più virulento uccide l’ospite, ma anche se stesso riducendo la sua possibilità di circolare nella popolazione. Nei vaccini che non proteggono dall’infezione, invece, i soggetti vaccinati sono protetti dalla malattia o comunque fanno forme ‘frustre’ e meno gravi, ma consentono la circolazione del virus e, continuando a circolare senza esaurirsi nell’ospite, possono favorire la selezione di varianti più virulente. Non è un dogma, ma una probabilità. Probabilità che è evidente ed evidenziata in forme epidemiche in veterinaria e confermata da studi in medicina veterinaria, che in ambito virologico sono, per ovvi motivi, più complete di quanto possa avvenire in medicina umana”. Anche Luc Montagnier, dottore in medicina, professore emerito all’Institut Pasteur di Parigi, direttore della ricerca emerito al CNRS, Premio Nobel di Fisiologia o Medicina per la scoperta del virus dell’AIDS, è molto critico sui vaccini anti-Covid: “La produzione di anticorpi indotti dal vaccino in una popolazione altamente esposta al virus porterà alla selezione di varianti resistenti a questi anticorpi. Queste varianti possono essere più virulente o più trasmissibili. Questo è quello che vediamo ora. Una corsa infinita di virus-vaccino che si rivolgerà sempre a beneficio del virus”.

Non sarebbe il caso che il Governo Draghi, prima di abbandonarsi alle certezze, valorizzi i dubbi sugli attuali vaccini anti-Covid? 

I vaccini anti-Covid, come già accennato, hanno già creato i primi problemi. E se si dovessero verificare altri problemi dovuti alla selezione di varianti più virulente e, magari, più trasmissibili? E’ una certezza matematica? No, queste le lasciamo alle persone che vivono di certezze e che impongono, per legge, il vaccino anti-Covid a medici e infermieri. La nostra non è una certezza matematica, ma una possibilità: una possibilità che può avere una bassissima probabilità di materializzarsi; o una bassa probabilità di materializzarsi; o una medio-bassa probabilità di materializzarsi; o una media probabilità di materializzarsi; o una medio-alta probabilità di materializzarsi; o un’alta probabilità di materializzarsi. Una possibilità che il Governo Draghi e i sui consulenti-scienziati farebbero bene a vagliare, perché se tra pochi mesi le probabilità che abbiamo elencato su Covid, infezione e vaccini anti-Covid si dovessero materializzare, ebbene, non potranno certo dire che non ne sapevano nulla: se non altro perché la scienza non può giustificare chi non ha tenuto conto delle probabilità, soprattutto su fatti che riguardano la salute e la vita delle persone.

 

 

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