Che arance portiamo sulle nostre tavole? Che pesticidi ingeriamo? E in che dosi? L’inghippo targato Ue!

19 febbraio 2021
  • Eurostat certifica l’aumento di importazioni di agrumi da Paesi terzi. A parte i danni agli agricoltori ci sono i pesticidi a tempesta utilizzati in certi Paesi 
  • La Ue ha aumentato le importazioni di agrumi dalla Turchia pur sapendo che in quel Paese ci vanno pesante con la chimica!
  • Rischiamo anche di importare malattie delle piante da altri Paesi del mondo
  • I consumatori sanno distinguere le arance italiane (del Sud Italia e della Sicilia) da quelle estere? Chi tutela i consumatori?

Eurostat certifica l’aumento di importazioni di agrumi da Paesi terzi. A parte i danni agli agricoltori ci sono i pesticidi a tempesta utilizzati in certi Paesi 

Che arance portiamo sulle nostre tavole? O meglio, che agrumi acquistiamo quando andiamo in giro, con riferimento anche a mandarini, clementine e limoni? Due giorni fa abbiamo raccontato della Germania che ha ritirato dai propri mercati le arance spagnole per eccesso di residui chimici. Oggi leggiamo un’altra pessima notizia certificata da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea: l’aumento considerevole delle importazioni di agrumi dell’Unione europea da Paesi terzi. Il problema è duplice: così facendo si penalizza l’agrumicoltura europea (che poi è l’agrumicoltura dell’Europa Mediterranea e, con riferimento all’Italia, gli agrumi del Sud, Sicilia in testa) e – cosa ancora più preoccupante – si importano agrumi che, in alcuni di questi Paesi terzi, vengono trattati con pesticidi dannosi per la salute umana! Sono gli accordi siglati dall’Unione europea che, per favorire le economie di alcuni Paesi del Nord Europa, penalizza i Paesi dell’Europa mediterranea. Per essere ancora più chiari: questi Paesi terzi accettano di importare i beni industriali prodotti nel Nord Europa, Germania in testa, ma in cambio chiedono di esportare i propri prodotti agricoli: questo spiega gli agrumi che arrivano dal Nord Africa, dal Sudamerica e dalla Turchia e via continuando con altri frutti, ortaggi, olio d’oliva. Il problema – lo ribadiamo – è che in certi Paesi ‘caricano’ prodotti chimici a tempesta su frutta e ortaggi che poi arrivano sulle tavole degli ignari cittadini! Il tutto mentre in Sicilia, nella Piana di Catania e nel Siracusano, si sta combattendo contro la Tristeza, una sorta di ‘Coronavirus delle arance’ che ha colpito le piantagioni di arance rosse della nostra Isola

La Ue ha aumentato le importazioni di agrumi dalla Turchia pur sapendo che in quel Paese ci vanno pesante con la chimica!

In questo scenario che non è esagerato definire sconvolgente entrano a piano titolo gli agrumi. In un articolo di ITALFRUIT NEWS leggiamo che, tra Gennaio e Ottobre dello scorso anno, la Ue ha battuto tutti i record in materia di importazione di agrumi da Paesi terzi. E la tendenza, quest’anno, non è cambiata. Insomma, in questo momento, l’Europa è piena di agrumi che arrivano da mezzo mondo, a prezzi stracciati, creando problemi enormi ai produttori di agrumi dell’Europa mediterranea. Lo scorso anno, da Gennaio a Ottobre, leggiamo su ITALFRUIT, “è stato abbattuto il muro delle due milioni di tonnellate: per l’esattezza 2.198.146 tonnellate, con un aumento del 15,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il Sudafrica resta saldamente il primo riferimento per l’Ue, potendo contare sul vantaggio commerciale garantito dall’accordo siglato nel 2016: ‘vale’ il 44% delle importazioni totali comunitarie con 968.640 tonnellate, il 24,8% in più rispetto alla stagione precedente. Una crescita legata soprattutto ai mandarini tardivi per i quali, nell’ultimo decennio, ha triplicato la superfici dedicate. Seconda posizione per l’Egitto, con 334.354 tonnellate spedite – il 16% in più rispetto al 2019 – in virtù della piantumazione di migliaia di ettari di arance in prossimità della diga sul fiume Nilo. In netta ascesa la Turchia, tra le nazioni più monitorate per l’impiego di principi attivi vietati nell’Ue: Ankara ha ha polverizzato il precedente record crescendo del 49,5% e raggiungendo le 190.294 tonnellate”. In pratica, la Ue ha aumentato le importazioni di agrumi prodotti in Turchia, pur sapendo che in questo Paese, con i pesticidi, calcano la mano!

Rischiamo anche di importare malattie delle piante da altri paesi del mondo

Sono invece diminuite le importazioni di agrumi dal Marocco, “a causa del notevole calo della produzione, e dall’Argentina, in questo caso a seguito del divieto Ue di importare limoni e arance dopo il rilevamento di 133 intercettazioni di parassiti e malattie da quarantena”. Questo è un altro problema: importando agrumi da mezzo mondo si rischia di far entrare in Europa malattie che possono decimare gli impianti di agrumi dell’Europa mediterranea. E’ il caso della ‘Macchia nera degli agrumi’, malattia che rischia di distruggere gli impianti di aranci, limoni, mandarini e clementine dell’Europa mediterranea (e quindi del Sud Italia e della Sicilia). Sulla vicenda interviene Ava-Asaja, Associazione iberica che difende gli interessi degli agricoltori spagnoli, che parla di “concorrenza sleale” e chiede all’Ue “di essere coerente con la sua strategia From Farm to Table perché sta firmando accordi commerciali con Paesi terzi che promuovono la sostituzione del cibo locale con importazioni estere dal maggiore impatto ambientale. Bruxelles sta mostrando una notevole goffaggine politica con conseguenze disastrose per il settore agricolo ed è incongruente: troppo spesso l’agricoltura viene considerata merce di scambio per il raggiungimento di accordi commerciali”. L’associazione iberica invita inoltre le autorità comunitarie a “cercare di recuperare mercati interessanti per l’export di agrumi come gli Stati Uniti o la Russia, dove l’embargo continua a rappresentare un grave danno per tutto il comparto ortofrutticolo e agrumario”.

I consumatori sanno distinguere le arance italiane (del Sud Italia e della Sicilia) da quelle estere? Chi tutela i consumatori?

Ora, a parte il fatto che anche gli spagnoli, come dire?, dovrebbero darsi una ‘calmata’ con i pesticidi in agrumicoltura, visto che i tedeschi hanno bloccato le importazioni delle loro arance, torniamo alla domanda che abbiamo posto all’inizio di questo articolo: che arance e, in generale, che agrumi portiamo sulle nostre tavole? Quanti consumatori italiani sono in grado di distinguere le arance, le clementine, i mandarini e i limoni prodotti in Italia (più corretto dire nel Sud Italia e in Sicilia) da agrumi che arrivano da chissà dove, trattati con chissà quali pesticidi? Chi è che difende i consumatori, visto che la tanto celebrata Unione europea, oltre a rifilarci il grano al glifosato, adesso ci rifila pure gli agrumi trattati chimicamente Iddio sa come?

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