Anche in Agricoltura il Nord vuole scippare fondi al Sud e alla Sicilia. Il dialogo tra Terra è Vita e l’assessore Scilla

24 gennaio 2021
  • I nostri ‘amici’ del Nord vogliono scippare al Sud e alla Sicilia quote di fondi europei e nazionali destinati all’agricoltura 
  • Ci riusciranno? Se non ci saranno ‘ascari’ no
  • L’incontro tra l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla e gli esponenti di Terra è Vita
  • Rischio chiusura per migliaia di aziende agricole e zootecniche della nostra Isola
  • Le speculazioni sul latte e sull’olio d’oliva extra vergine

I nostri ‘amici’ del Nord vogliono scippare al Sud e alla Sicilia quote di fondi europei e nazionali destinati all’agricoltura 

Si farà qualcosa di concreto per l’agricoltura siciliana, oltre ai soliti discorsi sui fondi dell’Unione europea? L’unica cosa chiara, in queste ore, è che fino al 2023 si andrà avanti con le regole della vecchia programmazione a causa della pandemia di Covid-19. E anche nel settore agricolo – come in tutto il resto – il Nord Italia la vuole fare da padrone. Sintetizzando al massimo, i nostri amici ‘nordisti’ vorrebbero ridurre al Sud e alla Sicilia sia i fondi nazionali, sia i fondi europei destinati a questo settore. Vorrebbero far venire meno – per la ripartizione dei fondi europei destinati all’agricoltura – il cosiddetto Obiettivo Convergenza, ovvero i fondi che l’Europa assicura alle Regioni economicamente meno sviluppate per farle ‘convergere’ sui livelli delle Regioni economicamente più sviluppate. Per ciò che riguarda i fondi nazionali per l’agricoltura, invece, non contenti di fare da sempre man bassa dei cosiddetti ‘Aiuti diretti’ (il 30% di questi fondi viene erogato ogni anno a tre Regioni del Nord: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), i nostri ‘amici’ del Nord vorrebbero prendersi una fetta ancora più consistente degli stessi fondi nazionali destinati al settore agricolo.

Ci riusciranno? Se non ci saranno ‘ascari’ no

Ci riusciranno? Non ci dovrebbero riuscire, perché questi cambiamenti debbono passare per l’unanimità della Conferenza Stato-Regioni. Noi utilizziamo il condizionali, perché le classi dirigenti meridionali sono quelle che sono. Basti pensare al Recovery Fund: grazie al Movimento 24 Agosto di Pino Aprile si era partiti con la richiesta del 70% dei 220 miliardi di euro circa del Recovery al Sud e alla Sicilia: per tale obiettivo si erano mobilitati i presidenti di tutte le Regioni del Sud e anche il presidente della Regione siciliana; ora del 70% non si parla più: il Sud e la Sicilia si accontenterebbero del 35% dei fondi del Recovery; ma da notizie raccolte qua e là, sembra che alle Regioni del Sud e alla Sicilia verrà destinato forse il 20%, forse il 15% dei fondi recovery, con la scusa che il Sud e la Sicilia hanno già i fondi per la Coesione, che sono soldi già del Sud e della Sicilia! La solita prepotenza che passerà senza problemi con l’avallo di tutte le forze politiche presenti in Parlamento. L’importante è che di questa storia del furto dei fondi Recovery al Sud e alla Sicilia non si parli! In quest’atmosfera non è da escludere che i politici del Sud e della Sicilia, a prescindere dal colore politico, si facciano scippare dal Nord una parte di fondi europei e nazionali destinati all’agricoltura. Noi ci aspettiamo di tutto. Anche perché noi siamo convinti che ormai, per il Sud e la Sicilia, in Italia non c’è speranza. 

L’incontro tra l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla e gli esponenti di Terra è Vita

E in Sicilia? Le cronache registrano un incontro di qualche giorno fa tra i rappresentanti del Movimento Terra è Vita e il nuovo assessore all’Agricoltura, Tony Scilla. Tanti gli argomenti affrontati. E una sola certezza: rispetto alla gestione precedente, imperniata sulla parte orientale dell’Isola, si dovrebbe andare verso un ‘azione di riequilibrio, dando maggiore attenzione all’agricoltura della parte occidentale della Sicilia. Poi, ovviamente, ci sono argomenti generali: come alcune importanti produzioni ortofrutticole della Sicilia ‘massacrate’ dalla concorrenza sleale di prodotti -peraltro molto spesso di pessima qualità – che arrivano nella nostra Isola a prezzi stracciati. Se a questo si aggiunge la crisi provocata dal Covid, con la chiusura dei ristoranti e degli Hotel che ha prodotto, tra l’altro, anche un ulteriore calo vertiginoso del consumo dei prodotti agricoli, ebbene, il disastro è servito: e infatti, come sottolineano gli agricoltori di Terra è Vita, si paventa il rischio di chiusura per migliaia di aziende agricole.

Rischio chiusura per migliaia di aziende agricole e zootecniche della Sicilia

Per il Movimento Terra è Vita – che affronta spesso le questioni del settore cercando soluzioni – è necessaria la dichiarazione dello stato di crisi: “In seguito agli eventi pandemici l’agricoltura e la zootecnia siciliana versano in uno stato di grandissima difficoltà – dicono a Terra è Vita -. L’aumento dei costi di produzione e le continue speculazioni nei confronti dei nostri prodotti hanno messo in ginocchio l’agricoltura e la zootecnia. Vi sono prodotti, come il grano duro, la frutta e l’uva che hanno subito una flessione negativa di circa il 40%, mentre per altri prodotti come gli ortaggi, il latte bovino, la carne e l’olio d’oliva la diminuzione dei prezzi si attesta intorno al 35-40%. Se a tutto questo aggiungiamo una serie di eventi atmosferici che, negli ultimi mesi, hanno arrecato danni gravissimi alle produzioni e alle strutture agricole, migliaia di agricoltori ed allevatori della nostra Isola saranno, a breve, costretti ad abbandonare l’attività produttiva, dando, di fatto, un durissimo colpo all’economia dell’intera Sicilia e creando un nuovo bacino di disoccupazione settoriale che vedrà decine di migliaia di lavoratori ritrovarsi senza alcuna forma di sostentamento”.

Le speculazioni sul latte e sull’olio d’oliva extra vergine

Si è parlato anche degli agrumi siciliani, venduti a prezzi che non incoraggiano la produzione e che, inoltre, debbono subire la concorrenza sleale delle arance di provenienza estera peraltro trattate chimicamente: quindi danni economici per gli agrumicoltori siciliani a arance ‘trattate’ per gli ignari consumatori della nostra Isola. “Migliaia di aziende zootecniche rischiano la chiusura – sottolineano sempre gli esponenti di Terra è Vita – perché, se si considerano tutti i costi, ovvero sementi, fieno, mangimi, affitti, tasse, contributi e via continuando, il latte prodotto viene venduto sotto-costo e la maggioranza dei pastori siciliani, non trasformandolo, si ritrova a vendere il proprio prodotto in un mercato taroccato, dove chi acquista il latte a 78 centesimi di euro al litro va a rivenderlo fuori dalla Sicilia a prezzi che arrivano anche a 97 euro al quintale più IVA” (in pratica, togliendo agli allevatori quasi 0,20 centesimo di euro al litro!). “Il settore olivicolo – aggiungono a Terra è Vita – è stato danneggiato non solo dall’effetto Covid ma anche dalle speculazioni che vengono effettuate dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO): basti pensare alle bottiglie di un litro di olio extra vergine d’oliva venduto in promozione a euro 2,60 cadauna”. Gli esponenti di Terra è Vita hanno preso atto della grande disponibilità manifestata dall’Assessore Scilla: “Ci auguriamo che, dalla disponibilità, si passi ai fatti concreti”.

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti