Così, per curiosità: che rapporti ci sono tra l’amministrazione Biden e l’accoppiata Bayer-Monsanto?

21 gennaio 2021
  • La domanda è legittima, perché la nomina di ‘Mr. Monsanto’ al Ministero dell’Agricoltura americana fa pensare…
  • Non dimentichiamo che la Monsanto, da cinque anni, è tutta una cosa con la tedesca Bayer
  • Riusciremo a liberare il mondo dal glifosato?

La domanda è legittima, perché la nomina di ‘Mr. Monsanto’ al Ministero dell’Agricoltura americana fa pensare…

Se la nomina di Mr.Monsanto – al secolo Tom Vilsack alla guida dell’Agricoltura americana da parte del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non è passata sotto silenzio, sono stati in pochi, almeno fino ad ora, a far notare un altro particolare di questa storia: il legame stretto tra la Monsanto e la Bayer. In queste ore di va molto sulla retorica: la democrazia, Trump il ‘cattivo’ è andato via. Resta il fatto che il nuovo numero 1 della Casa Bianca sta già svelando il suo vero volto politico liberista che porta dritto dritto al glifosato e alle multinazionali che sguazzano con questo contestatissimo diserbante. Come abbiamo scritto qualche giorno fa, “il candidato democratico che si è aggiudicato la Casa Bianca nelle elezioni più controverse della storia americana pare stia già svelando il suo profilo più liberista, alla faccia di chi si aspettava una svolta a sinistra. Negli USA, infatti, è già polemica sulla sua decisione di assegnare il Ministero dell’Agricoltura ad un nome noto e poco amato dagli agricoltori: Tom Vilsack. Chi è costui?”. Un sodale di Barak Obama, il ‘premio Nobel per la pace’ che, da presidente USA, ha seminato guerre, disperazione e morte in mezzo mondo. Per la precisione, ex Ministro dell’amministrazione Obama che non si è certo messo in evidenza nella lotta al glifosato!”.

Non dimentichiamo che la Monsanto, da cinque anni, è ‘tutta una cosa’ con la tedesca Bayer

La scelta di Vilsack, da parte del nuovo presidente americano, avrà refluenze anche in Germania, perché, dal 2016, la multinazionale americana, storica produttrice di diserbanti al glifosato, si è praticamente fusa con il colosso farmaceutico tedesco Bayer. Anzi, se vogliamo essere precisi, la Bayer, cinque anni fa, ha acquisito la Monsanto. E non si è trattato di una fusione o di un’acquisizione casuale, perché in Europa – e precisamente ad Anversa – ha sede un impianto per la produzione di diserbanti al glifosato che commercia questo prodotto in 70 Paesi tra Europa, Africa e Giappone.

Riusciremo a liberare il mondo dal glifosato?

Sarà interessante capire che cosa succederà nell’agricoltura americana, sudamericana ed europea. Il glifosato, per la cronaca, viene contestato negli Stati Uniti d’America, in Sud America (in Argentina i danni provocato da questo diserbante sono stati tanti e sono ancora tanti) e anche in Europa. Anche se i massoni e servi del liberismo economico che controllano l’Unione europea hanno riempito le nostre vite di glifosato. Basti pensare che il 97% dei prodotti alimentari commercializzati nel nostro Continente contengono glifosato in percentuali diverse. Attenzione anche alla percentuali, che hanno un’importanza relativa, perché anche la presenza di tracce di glifosato provoca danni all’organismo umano: tant’è vero che lo Iarc (International Agency for Research on Cancer) ha classificato il glifosato come una sostanza “probabilmente cancerogena”. A questo punto non ci resta che aspettare. Quello che possiamo scrivere – parlano i fatti – è che durante gli anni dell’amministrazione Trump l’accoppiata Bayer-Monsanto si è presa, come dire?, qualche dispiacere: per esempio, una condanna miliardaria. Vedremo cosa farà l’amministrazione Biden rispetto al glifosato.  La prima mossa – sulle orme di Obama, gande professionista dell’ipocrisia – non è stata bellissima. Vedremo che cosa succederà nei prossimi quattro anni.

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