L’inchiesta da ‘Le Iene’ sul glifosato: e meno male che noi scrivevamo bufale ed eravamo dei visionari…

2 novembre 2016

Un servizio di approfondimento trasmesso da Le Iene sul glifosato lascia basiti. Si parla di alcune zone dell’Argentina, dove il glifosato è usato in grandi quantità nella coltivazione di mais, riso, frumento e, soprattutto, soia. A parte le terribili malattie – cancro in primo luogo – che colpiscono le popolazioni di quei luoghi, ci chiediamo e chiediamo: l’Unione Europea e l’Italia importano questi prodotti agricoli dall’Argentina? Domanda non retorica, dal momento che, oltre a contenere questo velenoso diserbante, sono Ogm, Organismi geneticamente modificati

Quando il 5 settembre scorso abbiamo scritto il primo articolo sul glifosato (o gliphosate), parlando delle possibili malattie che questo diserbante può provocare all’uomo (articolo che potete leggere qui), non sono mancate le critiche. I più perspicaci hanno postato sulla rete articoli nei quali si diceva che quello che avevamo scritto sul glifosato era una bufala. Quando abbiamo postato gli studi dell’università americana dove si descrivono i pericoli di questo agente chimico per la salute umana, i critici si sono un po’ calmati. Ciò posto ci chiediamo e chiediamo: che cosa avranno detto i ‘difensori’ del glifosato ascoltando il servizio televisivo delle Iene di ieri sera? (video che potete vedere qui).

Parliamo di un’inchiesta che ha puntato i riflettori su alcune zone dell’Argentina, dove il glifosato è molto utilizzato nelle coltivazioni di mais, riso, soia e altri cereali.

Vi invitiamo ad ascoltare che cosa si racconta in questo video. Dove si vedono intere zone dell’Argentina – immense distese di piantagioni di riso, di mais, di soia e di frumento – dove il glifosato viene scaricato con gli aerei. E dove il suolo, le falde idriche e l’aria sono inquinati da questi diserbante.

Si racconta di un paese – San Salvador – che chiamano “Il popolo del cancro”, perché una persona su due si ammala di cancro.

Potremmo continuare con le descrizioni: con le malattie – tante malattie, non solo il cancro – che colpiscono le popolazioni che vivono in queste zone: per esempio, la Polineuropatia tossica (la testimonianza di un uomo che lavorava nei campi, segnalando agli aerei dove irrorare è tremenda!). Noi invece vorremmo porre qualche domanda.

Qualcuno ha controllato il livello di glifosato presente nella pasta industriale prodotta in Italia? Nel nostro Paese, da anni, si fa un largo uso di grano duro canadese: e in Canada, si sa, i produttori di grano duro che viene esportato non si fanno mancare certo questo diserbante.  

Ci ha colpito, poi, un’affermazione: il glifosato è un diserbante che secca tutto: possono resistere solo le piante geneticamente modificate.

Noi ci auguriamo, anzi siamo certi, che tale affermazione non riguardi il frumento. Come scriviamo spesso, l’Italia è piena, ormai da anni, di grano duro canadese trattato con il glifosato. In Canada – come abbiamo raccontato in questo articolo – il glifosato è utilizzato anche per far maturare il grano in anticipo, in modo artificiale. Sulla base di quello che si dice nel video, si potrebbe pensare che il grano duro canadese sarebbe geneticamente modificato.

Noi, ovviamente, non prendiamo nemmeno in considerazione tale ipotesi, perché ciò significherebbe che il grano duro canadese che arriva con le navi nei porti italiani, oltre a contenere glifosato, oltre a contenere micotossine, come potete leggere qui:

“Il grano canadese che arriva in Europa è un rifiuto speciale che finisce sulle nostre tavole”

sarebbe anche grano duro geneticamente modificato: e questo è impossibile, perché l’Unione Europea, bontà sua, ancora oggi – e meno male – si oppone all’utilizzazione, nell’alimentazione, di organismi geneticamente modificati.

Lo stesso discorso vale per il mais, per il riso e, soprattutto, per la soia: colture che, oltre ad essere coltivate con massicce dosi di glifosato, sono Ogm (Organismi geneticamente modificati). Noi siamo certi che l’Italia e, in generale, l’Unione Europa, non importi dall’Argentina mais, riso e soia, perché se così fosse, come dire?, sarebbe un bel problema…

 

 

 

 

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