Emergenza Coronavirus: problemi anche al Sud, ma nel Nord l’inquinamento continuerà a fare la differenza/ MATTINALE 473

20 ottobre 2020

E’ vero: nel Sud avevamo un vantaggio sul virus che abbiamo sciupato in Estate tra turismo, crocieristi, migranti e strafottenza. Ma nel Nord Italia, oltre a questi elementi comuni al Sud, hanno sempre l’inquinamento che rende più problematica la situazione. Lo capiranno?   

In Italia il virus ha ricominciato a ‘mordere’. E nel Nord – in Lombardia soprattutto – lo fa con più forza rispetto al resto del Paese. Non è che al Sud il Coronavirus scherzi: anche in questa parte del Paese tra turisti, crocieristi, migranti e tanta strafottenza lo scenario, rispetto al Marzo scorso, è mutato in peggio (in tanti al mare, gli uni accanto agli altri in tante spiagge del Sud: l’abbiamo dimenticato?). Ma al Nord il virus continua ad essere più aggressivo.

E siamo solo all’inizio. Quello che la politica solo ora comincia a mettere nel conto è che, alla fine, siamo solo nel primo mese di Autunno: ancora ci sono altri due mesi autunnali e poi i tre mesi d’Inverno. La politica italiana – che in Estate si è comportata come le cicale – adesso guarda con invidia alle formiche e magari è anche pentita di avere fatto poco o nulla quando c’erano le condizioni per prevenire il ritorno del virus!

Ma questo chi glielo dice al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai suoi Ministri? Chi glielo dice ai partiti che sostengono questo Governo – PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e i ‘comunisti’ di Liberi e Uguali? Possono ammettere, questo governanti, che la loro azione è sta fallimentare? Dovrebbero prendere atto di aver fallito. Ma non lo faranno mai!

Così non sanno cosa fare. L’ultimo DPCM di Conte – a parte i rilievi costituzionali che chi dovrebbe metterli in evidenza fa finta di non vedere – è un concentrato di confusione, in bilico tra Don Abbondio e Ponzio Pilato:

Sulla scuola decidono le Regioni… ma è meglio che rimangano aperte… ma se ci sono problemi è meglio chiuderle… ma tanto ci sono i presidi… però è meglio tenerle aperte…

se crescono i contagi è meglio ‘convincere’ i cittadini a rimanere in casa… basta uscire la sera, basta movide, ma ci pensino i sindaci… anzi no, anzi sì…

centri commerciali sì, anzi no…

In questo scenario, con tanto di mascherina, il presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, fiaccato dal virus che va e viene, chiede al Governo nazionale il “coprifuoco” di notte.

Non si spiegano, i lombardi – e non è da escludere che, tra un po’, se lo chiedano anche i governanti di altre Regioni del Nord Italia – perché ‘sto virus ce l’ha sempre con il Nord: finita l’estate, appena la temperatura è salita un po’, rieccolo all’attacco…

Certo, l’eparina e i cortisonici, dopo l’esclusione iniziale, sono tonati di moda e il virus si controlla meglio. Ma c’è una legge matematica: al crescere dei contagi, inevitabilmente, crescono anche le persone che hanno bisogno di cure e le persone che, purtroppo, finiscono in terapia intensiva. E con tutta l’organizzazione sanitaria che c’è nel Nord la domanda è inevitabile: se al primo mese di Autunno in Lombardia sono già in affanno che succederà da qui a Marzo del prossimo anno?

Torna il dubbio che noi abbiamo affrontato più volte nei mesi scorsi, quando imperversava la prima ondata di Coronavirus. Il primo a lanciare l’allarme è stato il nostro amico Domenico Iannantuoni il 12 Marzo scorso:

“Non lo dicono per ora, ma tra breve sarà un mantra! I virus viaggiano sempre attaccati a qualcuno o a qualcosa! Ebbene, la Pianura Padana è tra le aree più inquinate nel mondo ed il tasso di PM 10 (polveri sottili) così elevato che non ci meravigliamo affatto della situazione Covid-19 in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna!”.

Poi sono arrivati altri studi che sottolineano lo stretto legame tra inquinamento dell’aria e Coronavirus (CHE TROVATE IN QUESTO ARTICOLO).

Ma questo argomento non piace ai nostri amici del Nord. Voi riuscite a concepire i lombardi che eliminano alcune attività produttive per ridurre l’inquinamento? Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, è un mago e lo sa solo lui come ha fatto a limitare i danni al minimo nella prima ondata: e noi gli auguriamo di replicare, anche se in Veneto non mancano certo le aree inquinate.

Un po’ più in difficoltà l’Emilia Romagna con le industrie della plastica e, soprattutto, con gli allevamenti intensivi di animali: primato che si divide con la Lombardia.

Non possiamo sapere cosa succederà da qui a Marzo del prossimo anno nel Nord Italia e, questa volta, anche nel Sud Italia, dove tra turismo, cittadini andati in vacanza all’estero, migranti, crocieristi e – tocco finale – le scuole aperte la situazione è in evoluzione.

Ma sul Nord Italia non possiamo ribadire quanto abbiamo affermato nei mesi scorsi:

“In questo scenario, soprattutto dopo quello che hanno vissuto nei mesi scorsi, i nostri amici del Nord Italia – i lombardi, ma anche i piemontesi, i veneti e gli emiliani – non possono fare finta che non sia successo nulla.

Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna non possono pensare di continuare a tenersi tutte le industrie che hanno avvelenato i propri territori nel nome del denaro. Se non hanno capito questo, non hanno capito nulla!

La prima cosa che queste tre Regioni debbono fare è rivedere il rapporto perverso che hanno instaurato con l’agricoltura. Pensare di continuare ad allevare maiali e galline distruggendo l’ambiente e provocando immani sofferenze a questi animali solo per rimpinzarsi di denaro è un’offesa alla natura e a nostro Signore Iddio.

I maiali e le galline debbono tornare a vivere nelle aziende agricole, non in spazi angusti che provocano solo sofferenza agli animali! L’utilizzazione sbagliata della Soccida va abolita. Questo contratto agrario è stato stravolto e utilizzato per finalità errate che hanno solo creato sofferenza agli animali e uno spaventoso inquinamento dell’ambiente.

I nostri amici emiliani produrranno il 70% del prosciutto crudo in meno? Bene: se ne faranno una ragione!

Lo stesso discorso vale per il Veneto e per il suo vino ‘frizzantino’. L’inquinamento delle zone dove viene prodotto questo vino è intollerabile. Ne approfittiamo per aprire un capitolo sulla viticoltura da vino, che deve cominciare a ridurre drasticamente l’uso di pesticidi ed erbicidi. Gli amici del Veneto se ne facciano una ragione: guadagneranno meno, ma ci guadagneranno in salute.

Ultima notazione per i nostri amici della Lombardia. Meno industrie, meno autostrade, meno ferrovie, eliminate l’Alta velocità (godetevi di più il tempo, imparate da noi meridionali, studiate un po’ di filosofia presocratica), meno agricoltura inquinata e, soprattutto, cambiate l’aria.

Vi invitiamo a prendere in considerazione la tesi che, nel lontano 1978, venne illustrata nel corso di una puntata di Portobello, la fortunata trasmissione televisiva di Enzo Tortoraspianate il Passo del Turchino e cambiate l’aria della vostra Regione e, in generale, della Pianura Padana. Riducendo l’inquinamento e cambiando l’aria le pandemie diventeranno gestibili anche dalle vostre parti”.

Ah, dimenticavamo: come finirà nel Sud e in Sicilia se la situazione peggiorerà? Meglio non pensarci…

Foto tratta da Corriere Cesenate

 

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