In Austria referendum per uscire dalla Ue, l’Unione europea ha ormai i giorni contati/ MATTINALE 465

28 giugno 2020

Con molta probabilità, la mossa dell’Austria fa parte di un gioco delle parti concertato con la Germania per consentire alla signora Merkel di dire all’Italia: “Noi siamo favorevoli al Recovery Fund, ma lo vedete che succede in Austria? Prendetevi i soldi del MES”. La mossa dei tedeschi, in realtà, è disperata. Vi raccontiamo perché la vera crisi economica si sta abbattendo sulla Germania 

di Economicus

L’Unione europea sta andando a rotoli. Anche se la notizia viene tenuta quasi nascosta, in Austria la raccolta delle firme per celebrare il referendum per uscire dalla Ue ha superato ogni aspettativa. Sarebbero bastare 100 mila firme per avviare il referendum popolare. Ne sono state raccolte oltre 260 mila! Eh sì, anche in Austria la gente non ne può più dell’Unione europea dell’euro.

Sono due le motivazioni che hanno convinto gli austriaci ad accelerare per l’uscita dall’Unione europea: la paura del TTPI e il fatto che gli austriaci dovrebbero tirare fuori i soldi del Recovery Fund.

Il TTPI è uno dei solitiaccordi-capestro che l’Unione europea liberista firma per ‘incaprettare’ i cittadini. Anche questo trattato commerciale favorirebbe le multinazionali a scapito della popolazione, tipo CETA.

Oltre al TTPI gli austriaci sono tra i Paesi europei – insieme con la Germania, la Finlandia, l’Olanda, solo per citarne alcuni – che criticano il Recovery Fund, lo strumento che dovrebbe sostenere, in parte con interventi a fondo perduto, i Paesi europei oggi in grande difficoltà economica: Italia, Francia, Spagna e Grecia.

E’ interessante notare che l’Austria è tradizionalmente legata alla Germania. Se l’Austria uscirà dalla Ue – cosa molto probabile – è chiaro che questo non avverrà senza la ‘benedizione’ tedesca. Cosa voglio dire? Voglio dire che è molto probabile che la raccolta di firme per lasciare la Ue non sia stata temporalmente casuale.

Il segnale dell’Austria – Paese, ribadiamo, contrario al Recovery Fund – è arrivato proprio quando la Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen ha provato a forzare la mano per far passare il Recovery Fund. Insomma, potrebbe trattarsi di un gioco delle parti tra Germania e Austria.

Il gioco delle parti potrebbe essere il seguente:

Ursula von der Leyen pressa per far approvare il Recovery Fund;

in Austria, in quattro e quattr’otto, spuntano oltre 260 firme per il referendum anti-Ue;

la Ursula che dice: “Io ci sto provando, ma ci sono problemi!”;

a questo punto interviene la ‘capa’ tedesca, la Cancelliera Angela Merkel, facendo capire che per il Recovery Fund ci sono troppe difficoltà, ma che i Paesi europei in difficoltà economica – Italia in testa – hanno a disposizione il MES, il Meccanismo Europeo ‘Strozza’ Stati, pardon il Meccanisno Europeo di Stabilità…

E’ vero o no che, proprio in queste ore, la Merkel ha invitato l’Italia a prendere i fondi del MES?

La verità è che la Germania, oggi, sotto il profilo economico, è con il culo a terra. In Italia la crisi economica c’è e peggiorerà sensibilmente in Autunno, grazie anche a un Governo italiano scadente, soprattutto dal punto di vista economico; ma vi assicuro che i tedeschi non sono messi meglio degli italiani: anzi, sono messi peggio!

Come i lettori di questo blog sanno, chi scrive vive a Londra. Ma i miei tanti amici italiani mi dicono che la televisione italiana è piena di pubblicità tedesca. I tedeschi cercano a tutti i costi di far ripartire la vendita delle automobili tedesche, anche in Italia.

Ora, se gli italiani hanno ancora un po’ di sale in zucca, ammesso che abbiano voglia, in questo momento, di acquistare nuove automobili, ebbene, acquistino automobili italiane per sostenere il proprio Paese, altro che automobili tedesche! (io comunque non gli consiglio, in questo momento, di acquistare nuove automobili, perché l’attuale Governo italiano, non sapendo dove trovare i soldi per andare avanti, prima o poi ‘bastonerà’ i contribuenti italiani: datemi retta, meglio risparmiare).

Eh sì, l’economia tedesca, in proporzione, è messa molto peggio dell’economia italiana. E vi illustro anche il perché.

Paradossalmente, in questa crisi economica l’Italia parte avvantaggiata rispetto al resto d’Europa. Di fatto, da almeno un quindicennio, il Sud Italia è praticamente abbandonato e vive di poco: il poco di imprenditoria meridionale che ancora resiste, i fondi europei e la straordinaria capacità della gente del Sud Italia di adattarsi, facendo di necessità virtù.

Alla fine il problema dell’Italia sarà quello di abituale gli abitanti del Centro Nord ad abbassare il livello di vita. Che gli piaccia o no, lo dovranno fare: dovranno emulare il Sud Italia nei consumi. 

In Germania non è così. Grazie all’Europa dell’euro, la Germania ha fatto pagare al resto d’Europa – in massima parte all’Europa mediterranea – il costo della riunificazione delle cosiddette due Germanie.

I tedeschi non sono abituati alle difficoltà. Le famiglie e le imprese tedesche, in questa crisi economica provocata dal Coronavirus, sono state riempite di soldi dallo Stato tedesco.

Mentre in Italia ci sono imprenditori che aspettano ancora i 600 euro – una somma, con rispetto parlando, che non si dà nemmeno ai morti di fame! – in Germania ogni imprenditore ha ricevuto, in tempi brevissimi, migliaia e migliaia di euro. Lo stesso discorso vale per le famiglie tedesche. Insomma, in Germania gli ammortizzatori sociali hanno funzionato alla grande.

Ma questo la Germania se l’è potuto permettere sia per la struttura della propria economia, imperniata per quasi il 60% sull’export, sia per il fatto di aver ‘taglieggiato’ sistematicamente l’Europa mediterranea.

Ma adesso – come ho già accennato – i tedeschi sono messi malissimo: l’export è crollato e i Paesi che importavano o beni tedeschi o non hanno più i soldi per acquistarli (Europa mediterranea, Italia in testa), o non li vogliono più per questioni politiche (i dazi doganali americani contro l’Europa filo germanica).

Da qui l’esigenza dei tedeschi di ‘spremere’ i Paesi europei, Italia in testa per continuare ad assicurare ai propri cittadini gli alti tenori di vita. E lo vogliono fare a spese dell’Europa mediterranea, Italia in testa.

E’ in questo scenario che si colloca “l’invito” della signora Merkel agli italiani affinché adottino il MES…

Ma in questa crisi dell’Unione europea – a mio avviso irreversibile (se l’Austria uscirà dalla Ue si scatenerà un terremoto) – c’è una parte che trovo molto divertente. E riguarda gli ‘europeisti’ del mio Paese (sono pur sempre italiano, in realtà siciliano, che è un po’ diverso: ma questo è un altro discorso) che, pur di genuflettersi all’Unione europea, non hanno esitato a stravolgere la Costituzione italiana del 1948. 

Sì, sarò un po’ sadico, ma visto da Londra, debbo dire che mi diverto tantissimo a osservare, con un entomologo, i vari politici italiani di lungo corso, ‘selezionati’ da Tangentopoli per dare vita alla cosiddetta Seconda Repubblica proprio per ‘infilare’ l’Italia nell’Europa dell’euro, che oggi annaspano.

La fine di una certa massoneria italiana ‘europeista’ sarà la liberazione dell’Italia. 

Da anti-tedesco quale sono sempre stato (ho la mia età, da bambino mi parlavano sempre di Churchill), spero di godermi, nella vecchia, la fine di questo nuovo regime tedesco chiamato Unione europea dell’euro.

Foto tratta da Jeda News  

 

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