Angela Merkel: l’Italia prenda i fondi MES. E’ lei la nuova ‘Patrona’ del nostro Paese?

27 giugno 2020

La Cancelliera Angela Merkel si è sostituita a Santa Caterina? Sembrerebbe questa l’intenzione di ‘Ancilina’. Anche se lei, più che una ‘Patrona’, sembrerebbe voler indossare i panni della ‘Padrona’. Le sue parole sono per caso un ‘ordine’? Rivolto a chi? L’Italia non spende i fondi nazionali della sanità e dovrebbe indebitarsi per altri fondi per la sanità? Le precisazioni di Stefano Fassina

C’è una notizia sul MES – con riferimento all’Italia – che non è stata molto gettonata. Ci dicono che l’Italia farebbe bene ad accettare i fondi del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) a tasso d’interesse pari a zero. Lo ricorda in queste ore la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, che – chissà perché – sembra molto interessata a un’Italia pronta ad accettare i circa 37 miliardi del citato MES.

Non è difficile capire il perché i tedeschi – alle prese con una crisi economica che, questa volta, coinvolgerà la Germania in modo pesante – vogliono che l’Italia accetti i soldi del MES. Basta vedere quello che è successo in Grecia per capirlo. Basta andare a vedere chi ha rilevato, a prezzi stracciati, asset importanti del Paese di Socrate e Aristotele…

Ora, a parte un bel carico di ‘luppini’ da recapitare in Germania, ci sono due dati che, però, vanno considerati. Il primo è la notizia poco gettonata, il secondo dato lo ricorda, per l’ennesima volta, il parlamentare nazionale Stefano Fassina sulla propria pagina Facebook.

Il primo dato che sconsiglia, all’Italia, il ricorso al MES è paradossale. Ricordiamo che i 37 miliardi di euro del Meccanismo Europeo di Stabilità potrebbero essere utilizzati solo per spese sanitarie. A questo punto, la notizia: l’Italia non ha speso circa 24 miliardi di euro destinati proprio alla sanità.

Quindi, l’Italia tiene bloccati 24 miliardi di euro di fondi per la sanità e dovrebbe andare a prendersi dai signori del MES 37 miliardi di euro? E perché? Perché ce lo chiede la signora Merkel?

Da qui un’altra domanda: i politici italiani che propongono il MES che interessi difendono? O, magari, sono disinformati e non sanno che ci sono 24 miliardi di euro destinati alla sanità non spesi?

Andiamo al secondo dato. Scrive Stefano Fassina che, nella vita, fa l’economista:

“Cara Cancelliera Merkel, il MES no, grazie. Dopo l’intervista della Cancelliera tedesca a vari quotidiani, riprende ancora più forte l’offensiva per il MES: l’impersonale ‘ce lo chiede l’Europa’ è diventato ‘ce lo chiede la Merkel’. In realtà, la Cancelliera è stata molto diplomatica, come il suo solito. Ma il punto rimane. Sarebbe ora di affrontarlo senza attendere le irrisolutiive coperture del Recovery Fund. Basta far finta che la scelta dipenda dalle note a pie di pagina dell’ultimo allegato del dodicesimo Annex del protocollo di accesso al MES sanitario. La scelta dipende dall’analisi dello scenario economico e dagli interessi che si intende salvaguardare”.

A questo punto Fassina spiega perché all’Italia non conviene rendere i soldi del MES:

“Inviterei gli entusiasti sostenitori del ricorso al MES a riflettere su alcune domande. Prima: perché nessun altro Stato accorre a ritirare il ‘regalo’? Eppure, un significativo risparmio di spese per interessi lo maturerebbero anche Grecia, Portogallo, Spagna, Francia solo per menzionare gli Stati che avrebbero maggior convenienza. Seconda: come ripetiamo da mesi, il problema sono le condizionalità all’accesso o la valutazione del rischio di solvibilità del debitore dopo l’accesso e le conseguenti azioni richieste per ridurre tale rischio, ossia un programma di ‘aggiustamento’ macroeconomico e strutturale, come previsto dalle normative vigenti? Ricordo che a fine anno il nostro debito pubblico sarà prossimo al 170% del Pil e la valutazione di sostenibilità è oggettivamente aperta. Terza domanda: le norme dei vigenti trattati europei e internazionali, dal Trattato di Funzionamento dell’Ue al MES, dal Fiscal Compact ai regolamenti attuativi del ‘Two Pack’ sono derogati dai comunicati dell’Eurogruppo o del Consiglio europeo? No, ovviamente. La sottoscrizione dei prestiti implica l’osservanza di obiettivi di finanza pubblica irraggiungibili e soffocanti per l’economia reale. In conclusione, l’accesso al MES sanitario è una scelta inutilmente pericolosa, per tirare a campare qualche mese. Dobbiamo dire un chiaro no al MES e concentrare tutto il nostro capitale politico nel sostegno alla Bce, affinché aumenti gli acquisti e sterilizzi i Titoli di Stato in mano alle banche centrali nazionali. È l’unica strada per la salvezza nostra e dell’Eurozona”.

P.s.

La verità è che ormai la Mekel è in uscita e non se la fila più nessuno. Vorrebbe chiudere in bellezza appioppando il MES all’Italia. Ancilina, tu po’ scurdari! 

 

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