Il ‘futuro’: accuseranno Musumeci di non aver fatto i controlli e Mario Draghi proverà a ‘salvare’ l’Italia…

28 marzo 2020

Se in Sicilia la situazione Coronavirus si aggraverà e chi ha aperto le porte alla ‘calata’ nel Sud e in Sicilia dei meridionali che vivevano nel Nord Italia proverà – con riferimento alla nostra Isola – ad auto-assolversi dando la colpa al Governo Musumeci. Sullo scenario nazionale gli ‘europeisti’ potrebbero in parte cominciare a cambiare opinione su Ue ed euro: ma sarà sempre troppo tardi   

Tra qualche giorno assisteremo a due sceneggiate. La prima in Sicilia, la seconda sullo scenario politico nazionale.

Nella nostra Isola una certa parte politica, dopo aver voluto il grande esodo di persone dal Nord verso i centri grandi a piccoli del Sud e della Sicilia, accuserà il Governo regionale di Nello Musumeci di “non aver effettuato i controlli”, come se fosse possibile, nel pieno dispiegarsi di una pandemia, controllare oltre 60 mila persone arrivate in Sicilia con aerei, treni e automobili (peraltro gli arrivi con gli aerei continuano, come dimostra la vicenda della donna colpita da Coronavirus arrivata dalla Lombardia che ha messo a soqquadro Modica).

Conoscendo la scorrettezza di questi esponenti politici, non escludiamo che proveranno anche a negare l’evidenza. Purtroppo l’evidenza è quello che sta succedendo nel centro per gli anziani di Villafrati e nell’Oasi di Troina.

Per carità: basta leggere i giornali per sapere che, in tutta Italia, ci sono problemi di gestione, in alcuni casi molto seri, nei centri per gli anziani e, in generale, nei centri dove sono ricoverate molte persone.

E’ notizia di queste ore che in Lombardia, a Mediglia, in una casa di riposo sono deceduti sessanta anziani per Coronavirus. Vicino Roma, in un’altra casa di riposo, su quasi sessanta ospiti, quarantanove sono positivi, dieci sono morti e quattro sono negativi (per inciso, sarebbe interessante capire il perché i quattro anziani non si sono infettati).

Non c’è bisogno di essere scienziati per sapere che gli assembramenti, in presenza di una pandemia virale, creano problemi enormi. La Sicilia è perfettamente in linea con il dato nazionale.

La Sicilia e il Sud avrebbero potuto evitare questo ed altro? Non lo sappiamo. Ma una cosa è certa: il grande esodo di meridionali dal Nord Italia al Sud non ha aiutato lo stesso Sud: anzi!

Ultima notazione su Messina. Il sindaco di questa città, Cateno De Luca, si è preso una denuncia dalla Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese. In effetti, i toni usati da De Luca non sono stati proprio delicati…

Ma il personaggio è questo. Qualche anno fa – era parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana – De Luca diede dei “falsari” ai governanti e agli alti burocrati regionali che avevano messo a punto il Bilancio. Nella sostanza aveva ragione, perché un dirigente generale del Bilancio di quegli anni ne combinava di tutti i colori: e siccome De Luca sa leggere il Bilancio della Regione, scoperti gli inghippi contabili si era mollato di brutto scatenando un mezzo pandemonio…

Le frasi di De Luca non sono state – lo ribadiamo – eleganti. Ma c’è dubbio sul fatto che l’attuale Governo nazionale, per ben tre volte, ha annunciato le restrizioni un giorno prima, consentendo a migliaia di meridionali di catapultarsi al Sud? Siamo o no stati testimoni dei tre esodi frutto dei decreti annunciati prima?

Siamo stati o no testimoni – proprio a Messina – dello sbarco prima di una nave di migranti e poi di una nave da crociera, sbarchi autorizzati dal Governo nazionale (peraltro con il sì del sindaco di Messina che, per ben due volte, non ha detto no al Ministero degli Interni per evitare polemiche)? Non eravamo già in emergenza Coronavirus quando sono stati autorizzati i due sbarchi?

Non sappiamo se la situazione nel Sud si aggraverà: noi non ce lo auguriamo (anche se a Messina e nei Comuni di questa provincia la situazione è sempre più complicata). Ma se si aggraverà, ebbene, state certi che gli esponenti di una certa parte politica negheranno l’evidenza.

Seconda sceneggiata: l’Unione europea dell’euro, dove la parola ‘Unione’ non è meno ‘presunta’ dell’attuale sinistra italiana.

Bene. Fino ad oggi tutti quelli che hanno criticato l’Unione europea dell’euro sono stati definiti con disprezzo ‘populisti’ e ‘sovranisti’. Da due giorni, però, tanti europeisti italiani (che in parte coincidono sempre con gli esponenti della ‘presunta’ sinistra) hanno cominciato a capire che l’Unione europea dell’euro è stata gestita  continua ad essere gestita da un gruppo di ‘briganti’ dell’economia e della finanza.

Non è che ci volesse molto per capirlo: ma ognuno ha i propri tempi…

Per ora i nostri amici ‘europeisti’ sono in fase di riflessione. Anche perché gli hanno detto che, tra quindici giorni, una soluzione si troverà. Perché Germania, Olanda, Finlandia e Austria, che vorrebbero a tutti i costi ‘incaprettare’ l’Italia con il MES, gli hanno detto, molleranno la presa.

Noi, invece, non ne siamo convinti. Non sappiamo cosa succederà, ma sapiamo che chi ha programmato il ‘saccheggio’ dell’Italia, cominciato negli anni della nave Britannia con le privatizzazioni, non rinuncerà facilmente al nuovo ‘bottino’.

Non sappiamo cosa hanno in testa i governanti di Germania, Olanda, Finlandia e Austria: se tenersi l’euro e buttarci fuori, se chiudere l’esperienza euro o altro ancora: ma sappiamo – questo dovrebbe essere chiaro a tutti – che non hanno alcuna intenzione di aiutare l’Italia.

La situazione non è semplice, se è vero che la Francia, quasi sempre schierata con la Germania, in questo passaggio non lo è più, forse perché i grandi e gravi problemi economici di questo Paese – che non sono inferiori ai problemi economici dell’Italia – non consigliano a Macron il ricorso al MES.

Quello che sappiamo è che, in Italia, sta iniziando un ripensamento generale sulla ‘presunta’ Unione europea e sull’euro.

Con molta probabilità, a breve potrebbe andare in scena una mezza spaccatura tra il capo del Governo Conte da una parte e PD e renziani dall’altra parte. Dubitiamo, infatti, che PD e renziani vorranno andare allo scontro con la Ue.

Detto questo, noi pensiamo che siano in corso altri ‘giochi’ dove l’Italia (e non soltanto l’Italia) è la ‘preda’. Noi pensiamo che, questa volta, qualcosa succederà. L’egoismo degli avversari dell’Italia dentro l’Eurozona, accentuato dalla crisi economica mondiale provocata dal Coronairus, non concederà all’Italia molti margini di manovra.

Conte si dimetterà per fare posto a Mario Draghi? Si tratterebbe di una sceneggiata nella sceneggiata, se è vero che Draghi è stato uno dei protagonisti della disgraziata stagione del Britannia.

Se Draghi verrà catapultato a Palazzo Chigi, però, forse ci libereremo della Lega. Perché scriviamo questo? Perché il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti, ha già da tempo un filo con Draghi. Matteo Salvini si potrebbe opporre? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che Draghi ha già prodotto enormi danni all’Italia e che i partiti che appoggeranno il suo eventuale Governo sono destinati a scomparire, così com’è scomparso il partito dell’ex Ministro Angelino Alfano.

Draghi, da parte sua, ha già detto quello che vuole fare, anche se non è entrato nei particolari: vuole salvare qualcosa che ormai non c’è più (la Ue dell’euro) continuando a indebitare l’Italia. E per farlo avrà bisogno dei voti dei partiti che lo sosterranno e che si ‘auto-incapretteranno’.

Attenzione: non è detto, però, che ciò avvenga. Può anche darsi che, prima, saltino Ue ed euro. Tutto ormai è possibile.

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