Coronavirus: la Ue è come il Titanic che sta affondando, ma deve ancora decidere cosa fare!/ MATTINALE 466

22 marzo 2020

L’Unione europea dell’euro è come il Titanic che sta affondando. Di fatto, ogni Paese europeo, davanti a due spaventose crisi – una sanitaria e l’altra economica e finanziaria – pensa per sé, dai furti delle mascherine alle iniziative monetarie singole per mettersi in salvo. Solo l’Italia – Paese fortemente penalizzato dalla Ue – rimane ‘europeista’ e insegue ‘romanticamente’ i miraggi di MES ed Eurobond… 

di Economicus

I più ‘intelligenti’ di tutti stanno in Italia. Dove la retorica ‘europeista’, anche in un momento buio come questo, non perde smalto. Dopo la Grecia – e in proporzione più della Grecia – l’Italia è, in assoluto, il Paese più massacrato dall’Unione europea dell’euro. Un solo dato dovrebbe fare riflettere: nel 2011 il debito pubblico italiano sfiorava i mille e 800 miliardi di euro. Poi sono arrivati, nell’ordine, i Governi di Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, il Governo Giallo Verde (Conte 1) e l’attuale Governo Conte bis. Ognuno di questi Governi ha effettuato tagli, gli italiani sono stati stritolati, la sanità pubblica fatta a pezzi, ma il debito pubblico italiano è passato a 2 mila e 400 miliardi di euro. Com’è stato possibile?

Il debito pubblico è forse aumentato perché in Italia, dal 2008 ad oggi sono diminuite le tasse e le imposte centrali e locali? Non esattamente: al contrario, sono aumentate.

I Comuni italiani hanno sperperato il denaro pubblico? Non esattamente: tutti i Comuni hanno aumentato tasse e imposte locali e hanno ridotto i servizi ai cittadini.

Le Province italiane hanno sperperato denaro pubblico? Non esattamente: le Province sono state quasi del tutto smantellate: oggi, quel poco che rimane delle Province fa poco o nulla: più che fornire servizi, oggi le amministrazioni provinciali pagano il personale e, in alcuni casi, gestiscono appalti.

Le Regioni italiane hanno sperperato denaro pubblico? Non esattamente: anche le Regioni sono state ‘spolpate’, chi più chi meno, e oggi sono in grande difficoltà.

Le Regioni del Sud Italia hanno sperperato denaro pubblico? Non esattamente: dal 2001 al 2017 – dato ufficiale EURISPES – le Regioni del Nord sono riuscite a mantenere i servizi ad un buon livello solo perché hanno scippato circa 840 miliardi di euro alle Regioni del Sud!

Di fatto, i tagli alle Regioni italiane li hanno pagato solo le Regioni del Sud.

L’Italia ha investito di più nella sanità pubblica? Non esattamente: negli ultimi anni i tagli alla sanità pubblica – oggi in grande affanno nel contrasto al Coronavirus – ammontano a oltre 37 miliardi di euro.

CHE FINE FANNO I SOLDI DEGLI ITALIANI? – Ma allora, se tasse e imposte sono aumentate, se i tagli sono stati pesantissimi dove sono finite e dove finiscono i soldi tolti dalle tasche degli  italiani?

Circa 80 miliardi di euro all’anno se ne vanno per il pagamento del debito pubblico.

Altri 35 miliardi di euro vengono sottratti all’Italia con il gioco dell’Avanzo primario (che fino ad oggi è costato all’Italia oltre 700 miliardi di euro). 

Sembrerà incredibile: ma l’Italia, nell’Unione europea, ha già pagato quasi 4 mila miliardi di euro di interessi sul debito pubblico e – come già ricordato – si ritrova con un debito pubblico di 2 mila e 400 miliardi di euro!

C’è bisogno di essere economisti per capire che ci stanno truffando? Eppure ci sono ancora oggi politici italiani che dicono che “il futuro dell’Italia è nell’Unione europea”. Il problema è questi signori sono nei posti di comando e stanno condannando alla povertà un intero Paese.

Dopo di che arriva il Santo Padre – al secolo Papa Francesco – e dice che in Italia la sanità cade a pezzi perché gli italiani non pagano le tasse? Ma in un Paese dove la pressione fiscale è tra le più alte del mondo – oltre il 60% – dove dovrebbero essere trovati i soldi per pagare le tasse?

Sicuramente gli evasori ci sono: per esempio, i 98 miliardi di euro condonati ai signori delle slot machine. O i grandi gruppi internazionali che nei Paesi europei lasciano solo le briciole. 

Però in Italia la lotta all’evasione fiscale – qualcuno lo spieghi al Santo Padre – si fa eliminando il contante, colpendo, cioè, le banconote e le monete circolanti, che rappresentano, sul totale della liquidità in circolazione, appena il 7 per cento, contro il 93 per cento di moneta elettronica creata dalle banche! Viene o no da ridere?  

Ci sono commentatori italiani che parlano di italiani che hanno venduto ‘pezzi’ di Italia all’estero. Qualche caso, magari, ci sarà stato. Ma sono casi isolati. Per farsi del male gli italiani non hanno bisogno di tradimenti e di traditori: basta lasciarli lavorare.

Sapete qual è la novità che la pandemia di Coronavirus sta mettendo bene in evidenza? Che l’Unione europea dell’euro che, in tutti questi anni, ha ‘succhiato il sangue all’Italia’, sta a propria volta precipitando nel baratro.

Attenzione: non da oggi, ma da un pezzo. Oggi la pandemia di Coronavirus sta soltanto mettendo in risalto ciò che è in atto da tempo.

I segnali della crisi della Ue dell’euro sono presenti da quasi un decennio, ma si stanno manifestando in modo palese e drammatico solo in queste ultime due settimane, mostrando la fragilità di un’Unione europea costruita sull’egoismo, sulla furbizia di alcuni (Germania e Francia) e sull’inadeguatezza politica di altri (Italia).

L’ELIMINAZIONE DI GHEDDAFI– Forse per capire quello che sta succedendo oggi dobbiamo tonare al 2011, quando l’Europa dell’euro decide di mettere fuori gioco il Governo italiano dell’epoca (Governo Berlusconi), sostituito con il Governo Monti.

E’ allora che la Francia decide, unilateralmente, di attaccare la Libia. Il leader storico di questo Paese, Gheddafi, verrà ammazzato e la Francia – che in Africa esercita ancora oggi un grande potere su 14 Stati – si illude di aver messo a segno un grande colpo.

In realtà, da allora, la Francia ha subito ripetuti attacchi terroristici, la sua economia è andata indietro, mentre in Libia regna il caos. Uno scenario di crisi, quello presente in Libia, che coinvolge tutta l’Europa. Vicenda nella quale la Francia è riuscita a danneggiare se stessa e tutta l’Unione europea.

I DAZI DOGANALI AMERICANI – Sono di qualche mese fa i dazi doganali americani contro l’Europa. In realtà, tutto comincia con la furbata europea – per lo più di Germania e Francia – di fregare gli Stati Uniti aiutando scorrettamente le proprie industrie aeronautiche.

Puntuale è arrivato il giudizio del WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio, che ha dato torto all’Europa e ragione agli USA. Morale: 700 miliardi di dazi doganali americani che hanno innescato la recessione in Germania.

Quasi contestualmente gli americani hanno ‘convinto’ il premier turco Erdogan, con un mezzo colpo di Stato stranamente non riuscito, a venire a miti consigli. Da allora 4 milioni e forse più di migranti, per lo più siriani ma non soltanto siriani, sono ammassati sulla frontiera che unisce (o divide?) Turchia ed Europa orientale.

Per la Germania è una spada di Damocle: perché è in Germania – Paese considerato ricco – che i migranti puntano, non certo sulla Grecia, che per loro è solo una stazione di passaggio per riversarsi in Europa.

Ma prima dell’apertura della frontiera turca – tenuta chiusa in questi due anni dalla disperazione della Ue (e, segnatamente, dalla disperazione tedesca) e, soprattutto, dai miliardi di euro che l’Europa ha dovuto pagare alla Turchia per tenere prigionieri i migranti (alla fine di questo si è trattato e si tratta!) – è arrivata la pandemia di Coronavirus.

Prima in Italia e, nell’ultima settimana, in Europa.

UE: OGNUNO PER SE’ E L’EURO AFFOSSA TUTTI – Che sta facendo l’Unione europea per affrontare l’emergenza Coronavirus, emergenza che è sanitaria ed economica?

Sulla sanità ogni Paese europeo va per i fatti propri. E, in alcuni casi, lo fa provando a penalizzare altri Paesi. L’Italia, tanto per cambiare, è tra i più penalizzati dai ‘fratelli’ europei: i tedeschi che si prendono le mascherine della Campania (pare che adesso la vicenda si sia risolta: sarà così?), la Repubblica ceca che prende altre mascherine all’Italia: insomma, un’Europa della ‘solidarietà’…

Ma il vero, grande flop dell’Unione europea è nell’economia. La crisi economica dell’Eurozona non è cominciata ora: va avanti da qualche anno, si è accentuata qualche mese fa tra dazi doganali americani e pressione dei migranti sul confine orientale ed è esplosa negli ultimi dieci giorni con gli effetti devastanti del Coronvirus.

Ogni giorno che passa, ormai, è uno stillicidio. L’ottuso sistema liberista che – forse più del Coronavirus – ha ‘infettato’ l’economia Ue non riesce ad arrendersi all’idea di bloccare tutto il sistema economico.

Solo ieri sera il capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, ha deciso di bloccare il sistema produttivo del Paese, lasciando in piedi solo l’indispensabile.

La stessa cosa avverrà – ormai è questione di qualche giorno – nel resto dell’Unione europea.

Bene: di concreto cos’ha fatto, ad oggi, l’Unione europea per sostenere l’economia? La Germania sta pensando per sé: una propria banca pubblica sta immettendo nel proprio sistema 550 miliardi di euro garantiti dallo stesso Stato tedesco.

E la Ue? Nei giorni scorsi il governatore della Banca Centrale Europea (BCE) Christine Lagarde, ha umiliato l’Italia dicendo che la BCE non si deve occupare dello spread.

Ora sembra che ci abbia ripensato. Insieme all’altra ‘scienziata’ – la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen eletta grazie ai voti degli ‘intelligenti’ parlamentari europei grillini – ha deciso di bloccare il ‘Patto di stabilità’ e di mettere in circolo 700 miliardi di euro.

La sola Germania per sé sta mettendo in circolo 550 miliardi di euro: soldi approntati da una banca privata e garantiti dallo Stato tedesco. In più la stessa Germania sta incrementando il proprio debito di circa 350 miliardi di euro.

Mentre le due ‘scienziate’, – la francese Lagarde e la tedesca Ursula von der Leyen – per tutti i Paesi europei che hanno aderito all’euro hanno pensato a 700 miliardi di euro: meno di quanto la Germania sta mettendo in campo per se stessa!

Dobbiamo ridere? Fate voi!

E l’Italia? I due grandi ‘statisti’ italiani – il citato Giuseppe Conte e il commissario europeo Paolo Gentiloni (altro ‘regalo’ dei grillini) – pensano al MES, il Meccanismo Europea di Stabilità che, in modo beffardo, viene chiamato ‘salva-Stati’. Poi ci sono altri ‘statisti’ italiani che pensano ancora agli Eurobond.

Si sta fermando l’economia europea, USA, Giappone, Canada e adesso anche il Regno Unito hanno già messo in moto i propri sistemi economici per sostenere le proprie economie con immissione di liquidità ‘senza fine’. E a cosa pensano gli ‘statisti’ italiani mentre tutto crolla? Pensano a indebitare ulteriormente l’Italia!

Di liberarsi dal peso di un’Unione europea che sta franando non se ne deve nemmeno parlare. E pazienza se la Ue, oggi, somiglia tanto a una nave che stava per affondare mentre l’orchestra continua a suonare. Anzi, se c’è bisogno di mandolini gli ‘statisti’ si sono già prenotati…

 

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti