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Sarà la Ue a pagare i costi del Coronavirus in Italia o pagheranno gli italiani con altri debiti?/ MATTINALE 547

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La domanda non è oziosa. Il progetto del Governo Conte bis era quello di ‘alleggerire’ le tasche già vuote degli italiani. Ma ora, con l’emergenza Coronavirus, il Governo avrà una secca riduzione delle entrate (sospensione dei pagamenti nelle aree colpite) e un aumento delle uscite (il pagamento degli aiuti alle imprese e potenziamento del sistema sanitario pubblico). Chi pagherà? Il solito Sud? 

Il Governo italiano ha già predisposto i primi provvedimenti in favore dell’economia del nostro Paese. Detto in parole semplici, lo Stato sospende il pagamento di tasse e balzelli vari ai cittadini che vivono nelle aree più colpite dal Coronavirus e, contemporaneamente, si accinge ad erogare aiuti alle imprese colpite dalla crisi economica.

E’ inutile farsi illusioni: i danni all’economia italiana saranno ingentissimi. Anche perché, a differenza di quanto molti ottimisti pensano, non v’è la certezza che l’emergenza Coronavirus si chiuda nel giro di qualche mese. Anzi.  

La domanda è: chi pagherà, in Italia, per questi aiuti economici? Ce lo chiediamo perché l’Italia – come tutti i Paesi europei che hanno aderito al sistema euro – non ha più sovranità monetaria e ha perso anche una parte importante della sovranità politica (il Governo italiano non è più libero di nominare il proprio Ministro dell’Economia: tale nomina deva passare dall’Europa).

Il mondo nel quale i sapientoni politici dell’Italia degli anni ’90 hanno cacciato il nostro Paese è un sistema monetario a pagamento: per avere a disposizione la moneta che ogni giorno utilizziamo per vivere paghiamo una sorta di obolo a una banca privata. Sembra un’assurdità, ma è così. 

Non solo. Nella cosiddetta Prima Repubblica il debito pubblico italiano era fittizio: l’Italia era indebitata con se stessa. La situazione comincia a diventare problematica nel 1981, quando il Governo Spadolini impone il ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro. Scelta folle, avallata dai democristiani, da una parte della sinistra e, soprattutto, da ambienti massonici. Scelta avversata dal Partito Socialista Italiano di Bettino Craxi, che si questo punto conduce una battaglia politica ben raccontata dal giovane economista siciliano, Luca Pinasco

(Non è un caso, anche sotto questo profilo, che Craxi sia stato messo da parte: così come non è un caso che lo stesso Craxi, in un celebre intervista, anticiperà l’inferno ‘europeista’ di oggi). 

E’ negli anni ’90 che l’Italia entra nel tunnel ‘europeista’.

Fatta fuori, con Tangentopoli, la classe politica italiana che si opponeva alla deriva ‘europeista’ che ci avrebbe condotto nell’Europa di oggi governata dalla Germania, il nostro Paese, a partire dalla speculazione sulla Lira del 1992, ha perso smalto, ha perso ‘pezzi’ importanti dell’economia (a cominciare dall’IRI, che francesi e tedeschi ci hanno sempre invidiato) e ha perso, soprattutto, la sovranità monetaria e una parte sostanziale della sovranità politica (per non parlare della sovranità alimentare: basti pensare alle ‘schifezze’ che arrivano oggi nel nostro Paese dall’estero, imposte da un sistema che può essere contrastato solo dalla volontà dei consumatori: sotto questo profilo, l’iniziativa CompraSud è importatissima, ad esempio, per convincere i meridionali ad acquistare solo prodotti del Sud Italia: altro che pasta e in generale derivati cerealicoli al glifosato!).

Così oggi, in Italia, ci ritroviamo a gestire una crisi economica provocata dal Coronavirus che sarà pesantissima in un sistema europeo che, fino ad oggi, dati alla mano, ha sfavorito la nostra economia. Abbiamo già ricordato cosa sono stati capaci di imporre al nostro Paese con il gioco del cosiddetto Avanzo primario (700 miliardi di euro in meno tolti dal sistema Italia dal 1995 al 2015); esborso che lo Stato italiano, nel silenzio generale, ha fatto pagare alle Regioni del Sud.

Fino a prima dell’esplosione del Coronavirus l’obiettivo dell’attuale Governo italiano era quello di drenare altri soldi dalle tasche degli italiani, tra imposte ‘ecologiche’ (la trovata demenziale di limitare le produzioni inquinanti non eliminandole con leggi apposite, ma imponendo il pagamento di nuove imposte: di fatto, monetizzando l’inquinamento, salvo mettere poi nel conto la fuga delle stesse imprese pronte a delocalizzare le produzioni: ‘genialità’ allo stato puro del Governo Conte bis) e balzelli vari.

Ma adesso è arrivata la crisi economica targata Coronavirus e per il Governo Conte bis ci sarà un’ulteriore riduzione delle entrate e un aumento delle uscite. 

Da dove il Governo Conte bis prenderà i soldi per fronteggiare le minori entrate (la sospensione dei pagamenti nelle aree colpite dall’infezione) e, soprattutto, per le nuove uscite (leggere il pagamento degli aiuti alle imprese e il potenziamento del sistema sanitario pubblico, smantellato nell’ultimo quindicennio per pagare 80 miliardi di euro all’anno di interessi su un debito pubblico truffaldino)?

L’Unione europea dell’euro ‘concederà’ nuova flessibilità o ci metterà i soldi di tasca propria?

Le due cose non sono le stesse. La ‘concessione feudale’ della flessibilità non è altro che la possibilità data al nostro Paese di indebitarsi. In questo caso, sarebbe una follia, se è vero che l’Italia ha oggi un debito pubblico pari a oltre 3 mila e 300 miliardi di euro, avendo già pagato quasi 4 mila miliardi di interessi!

Dovrebbe essere l’Unione europea, all’insegna della solidarietà, a sostenere non soltanto l’Italia, ma tutti i Paesi europei che verranno colpiti dall’emergenza Coronavirus.

Ma di questo, chissà perché, nessuno parla. Noi ce la vogliamo vedere tutta.  L’unico dato certo, fino ad ora – oltre all’emergenza Coronavirus – è che l’attuale Governo italiano, che doveva ulteriormente ‘alleggerire’ le tasche degli italiani, è costretto non soltanto a rimangiarsi i balzelli che aveva pensato di appioppare agl’italiani, ma dovrà pure trovare i soldi per fronteggiare i costi di una crisi economica già pesante: e siamo soltanto agli inizi di queste tremenda emergenza.

Siamo proprio curiosi di capire da dove arriveranno questi soldi. Già i leghisti di Salvini hanno messo le mani avanti: vogliono subito 10 miliardi di euro. Volete vedere che, con la scusa che l’emergenza Coronavirus, l’attuale Governo darà un colpo di acceleratore all’Autonomia differenziata, cioè allo scippo alle Regioni del Sud di oltre 60 miliardi all’anno? Speriamo di sbagliarci.

In ogni caso, una cosa va detta: i danni economici, questa volta, rischiano di essere veramente ingenti. E no crediamo che un’altra e altre ‘rapine’ ai danni del Sud basteranno.

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