L’autonomia differenziata a favore del Nord e contro il Sud spiegata con l’Avanzo primario

19 dicembre 2019

Proviamo a dare una ‘lettura’ dell’Autonomia differenziata un po’ diversa. Attenzione: la sostanza è sempre quella: togliere risorse finanziarie alle Regioni del Sud in favore delle Regioni del Centro Nord Italia. In questo articolo proviamo a osservare la questione con l’analisi sull’Avanzo primario 

Ci sono tanti modi per illustrare l’Autonomia differenziata, ovvero la cosiddetta ‘Secessione dei ricchi’: la Regioni del Centro Nord Italia che scippano altri soldi alle Regioni del Sud. Che questo avverrà non abbiamo dubbi. Soprattutto dopo che l’attuale Governo Conte bis ha deciso che l’Autonomia differenziata verrà applicata senza i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni. Ci sembra interessante capire il perché il Centro Nord Italia ha la ‘necessità’ di togliere 60-70 miliardi di euro all’anno alle Regioni del Sud. Ebbene, una spiegazione è rappresentata dal cosiddetto Avanzo primario.

Per Avanzo primario s’intende la differenza tra le entrate delle amministrazioni pubbliche e le loro spese al netto degli interessi sul debito pubblico.

Bene. Vediamo cosa succede in Italia con l’Avanzo primario da venti anni a questa parte (i numeri li abbiamo presi da un articolo di ELZEVIRO.EU).

Se andiamo a leggere i ‘numeri’ dell’Avanzo primario italiano scopriamo che il nostro Paese ha tolto dal sistema economico 35 miliardi di euro ogni anno per 20 anni (dal 1995 al 2015). Ciò significa quindi che i governi italiani, in venti anni, anni hanno tolto dal sistema economico 700 miliardi di euro.

A questi 35 miliardi di euro tolti ogni anno dal ‘sistema Italia’ vanno aggiunti i 60-70 miliardi di euro che ogni anno l’Italia paga come interessi per il proprio debito pubblico (il fatto che non rientrino nell’Avanzo primario non significa che non ci sono e che non debbano essere pagati!).

Fino ad oggi hanno pagato tutti gli italiani. Se andate ad approfondire i Bilanci delle Regioni italiane scoprirete che esiste una voce: contributo delle Regioni al risanamento della finanza pubblica. 

In realtà, non c’è alcun ‘risanamento’: i soldi tolti alle Regioni servono anche per pagare l’Avanzo primario (i 35 miliardi di euro all’anno) e gli interessi sul debito pubblico (i 60-70 miliardi di euro all’anno).

(La prova che in Italia non ci sia stato e non ci sia ancora oggi alcun ‘risanamento’ dei conti pubblici è data dal fatto che, dal 2011 ad oggi, nonostante i grandi sacrifici chiesti agli italiani, il debito pubblico del nostro Paese è passato da mille e 800 miliardi di euro agli attuali 2 mila e 400 miliardi di euro di oggi: guarda caso, negli stessi anni, il Sud è diventato sempre più povero ed è aumentata la pressione delle Regioni del Centro Nord per scippare risorse alle Regioni del Sud: vedere, appunto, Autonomia differenziata senza Lep). 

Noi citiamo solo l’esempio della Sicilia. Ebbene, ancora oggi la Regione siciliana, per il risanamento della finanza pubblica versa allo Stato un miliardo e 380 milioni di euro ogni anno. Che è una cifra un po’ inferiore alla cifra versata dalla Lombardia, che ha il doppio degli abitanti della Sicilia (10 milioni di abitati circa in Lombardia, contro i circa 5 milioni di abitanti della Sicilia). Tutto questo avviene mentre il reddito pro capite dei lombardi è di gran lunga superiore al reddito pro capite dei siciliani.

Se mettiamo insieme l’Avanzo primario e gli interessi su debito pubblico si arriva a poco più di 100 miliardi di euro all’anno da pagare. Una somma che, fino ad oggi, bene o male, hanno pagato tutti gli italiani (la Sicilia, in proporzione, ha pagato di più: sarebbe interessante conoscere la situazione in tutt’e venti le Regioni italiane).

Non c’è bisogno di aggiungere che, applicando l’Autonomia differenziata senza Lep, il 70-80% di questo costi verrebbe scaricato sulle Regioni del Sud.

P.s.

Qualcuno ci chiederà: perché l’Avanzo primario, in Italia, è un costo, mentre per altri Paesi europei è una voce positiva? Bella domanda!

Provate magari a leggere il seguente articolo:

Debito pubblico: lo sapevate che l’Italia, dal 1980 ad oggi, ha già pagato quasi 4 mila miliardi di interessi?

Foto tratta da La Città Futura  

 

 

 

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