Tre casi di Coronavirus in Sicilia tra paura dei cittadini e turisti in fuga. E gli ospedali pubblici?

25 febbraio 2020

I turisti in fuga dalla Sicilia sono quelli che hanno disdetto le prenotazioni, con un crollo dell’80% certificato dalla Confesercenti. Si valuta la chiusura di scuole e università. I vertici delle società che gestiscono gli aeroporti siciliani sottolineano che i controlli e la diagnosi dei passeggeri sono “di pertinenza dei medici del Ministero”. La vera domanda è: qual è la reale situazione negli ospedali siciliani?   

Va bene, i casi di Coronavirus in Sicilia sono tre: tutt’e tre a Palermo, e fanno parte della stessa comitiva di turisti arrivati da Bergamo. Dire che in Sicilia crescono paura e confusione è un eufemismo. In queste ore stiamo assistendo a scene incredibili. dal Governo regionale siciliano ci aspettiamo chiarezza: soprattutto sulla situazione negli ospedali pubblici della nostra Isola.

Non vi raccontiamo le notizie che circolano sui social: ma visto che leggere questo blog e altri giornali on line sarete certamente più informati di noi.

TURISTI SOLO A PALERMO? – Quello che è certo è che la comitiva di turisti di Bergamo è a Palermo da circa sette giorni. La cosa fa un po’ impressione perché è stata scoperta: chi ci dice che in città e, in generale, in altri centri della Sicilia non siano arrivati turisti dal Nord Italia?

Da decenni la Sicilia lavora per destagionalizzare il turismo: e oggi molti luoghi della nostra Isola sono meta di turisti in tutte le stagioni dell’anno. Fare finta di non saperlo non serve.

Ancora – ci riferiamo a Palermo – non c’è l’assalto ai negozi alimentari. Ma lo sciacallaggio descritto da Raffaele Vescera su mascherine, amuchina e prodotti sanitari monouso è la fotografia, vera, del momento attuale.

SCUOLE E UNIVERSITA’ – Ripetiamo: la confusione in Sicilia è tanta. Si valuta la chiusura di scuole e università, ma in alcuni centri della nostra Isola amministratori comunali e cittadini non hanno rinunciato al Carnevale, con sfilate e folle di persone in festa.

Con molta probabilità, chi non vive a Palermo pensa:

“Vabbé, qui il Coronavirus non c’è. Quindi…”.

Non abbiamo il polso di quanto sta succedendo nei ristoranti, nelle trattorie e nei pub di Palermo: e forse è presto per fare previsioni, dal momento che i primi tre casi di Coronavirus sono stati scoperti oggi.

Non abbiamo ancora notizie di altri uffici pubblici: con molta probabilità, prima di assumere decisioni draconiane si attende l’evoluzione della situazione.

IN FILA PER IL CARBURANTE SCONTATO – Ci ha colpito una lunga fila di automobili in alcuni distributori di carburante della città. Così abbiamo chiesto ‘lumi’. Un signore ci ha spiegato che lui era in fila perché in questo distributore la benzina costa meno:

“E siccome – ha aggiunto – non sappiamo quello che succederà, io, per sì e per no faccio il pieno e come finisce si racconta”.

I CONTROLLI NEGLI AEROPORTI SICILIANI – C’è un comunicato congiunto delle società che gestiscono gli aeroporti della Sicilia:

“A seguito di notizie di stampa diffuse ieri sull’emergenza Coronavirus, le società di gestione dell’aeroporto di Catania, Comiso e Palermo, Sac, Soaco e Gesap, precisano che presso i tre scali aeroportuali la situazione è costantemente monitorata, e sono in atto tutte le misure preventive predisposte dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli e dal Ministero della Salute. Nella fattispecie, la direzione siciliana dell’USMAF – Autorità sanitaria marittima e aeroportuale – ci ha informati che lo screening della temperatura corporea tramite termometri a infrarossi viene svolto dal personale del Ministero della Salute, Protezione civile e Croce Rossa su tutti i passeggeri in arrivo da destinazioni internazionali e su quelli in arrivo dallo scalo di Roma Fiumicino”.

Dopo di che i gestori degli aeroporti siciliani mettono i puntini sulle “i”:

“Vista la situazione in costante evoluzione, sarebbe tuttavia opportuno e auspicabile che, da parte di USMAF e del Ministero della Salute, si possa rapidamente provvedere all’aumento del numero di addetti delegati alla misurazione della temperatura corporea. Il processo di controllo e diagnosi infatti è di pertinenza dei medici del Ministero e richiede un’accurata disamina per distinguere i casi tra probabili, sospetti e confermati.
Inoltre, Sac, Soaco e Gesap, nel confermare la regolare operatività del traffico aereo, hanno provveduto ad ottimizzare le operazioni di pulizia e di sanificazione ambientale all’interno degli scali”.

In realtà, in un articolo di BlogSicilia, abbiamo letto che i passeggeri arrivati da Milano non sono stati controllati:

“Il classico Milano Linate-Palermo delle 11,55 in arrivo nel capoluogo siciliano alle 13,30. Il volo è regolarmente partito e regolarmente arrivato in città, ma scesi dal velivolo i passeggeri non sarebbero stati controllati al loro arrivi. Secondo il racconto dei lettori di BlogSicilia, a nessuno è stata verificata la temperatura e men che meno è stato eseguito un controllo più approfondito nonostante il volo provenisse dalla Lombardia e dunque da un’area teatro di alcuni degli ultimi casi italiani di Coronavirus”.

ANCORA SUL TURISMO IN SICILIA – Un comunicato della Confesercenti Sicilia racconta, per bocca del suo presidente, Vittorio Messina, l’inizio della tempesta economica che si sta abbattendo nella nostra Isola:

“Al momento registriamo quasi l’80 per cento di disdette delle prenotazioni alberghiere, soprattutto lì dove c’erano eventi che sono stati annullati. Stiamo istituendo un tavolo regionale per verificare l’onda lunga dell’effetto coronavirus sulle aziende e registrare le disdette”.

“La stagione primaverile – dice Messina – è saltata e chiediamo aiuti anche al governo regionale. L’emergenza sanitaria viene prima di tutto e la nostra collaborazione con le istituzioni è massima ma dobbiamo pensare alla sopravvivenza delle imprese, a partire da quelle medio-piccole che rappresentano la gran parte delle imprese ricettive dell’Isola e che hanno subito un colpo durissimo. Per potere rialzare la china – aggiunge Messina – ci vorrà del tempo, soprattutto per recuperare sul turismo estero, perché l’Italia in questo momento è tra i Paesi da evitare. Una cosa è certa: per quanto riguarda le aziende del turismo, l’emergenza è nazionale, riguarda tutte le Regioni e non solo le zone rosse”.

“La scoperta in queste ore di una turista bergamasca affetta da Coronavirus a Palermo – aggiunge Marco Mineo, presidente di Assohotel Palermo – accresce le nostre preoccupazioni sulle conseguenze sanitarie ed economiche di questo virus. Tutti i nostri associati sono informati sul comportamento da tenere e sui protocolli da seguire. Arginare la diffusione del virus significa limitare anche danni prolungati al comparto”.

Ieri alle imprese associate, Confesercenti Sicilia ha inoltrato anche la lettera scritta dal Presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise. Una nota per informare degli incontri in corso al Ministero e per dare sostegno agli associati.

“Tenetevi in contatto con le nostre associazioni territoriali – scrive De Luise – e comunicateci ogni problema ed ogni esigenza. Collaborate, noi vi siamo vicini. In questa situazione Confesercenti garantirà collaborazione alle amministrazioni e alle autorità ma anche il massimo supporto alle imprese. Abbiamo già ricevuto risposte positive: moratoria per i pagamenti su mutui, utenze e contributi, ma anche aperture sull’estensione delle misure di sostegno dei lavoratori dipendenti ad autonomi e microimprese”.

Non mancano i vertici tra Governo regionale e Prefetti. sarebbe opportuno, dopo quello che è successo e che sta succedendo, che il presidente della Regione e l’assessore alla Salute-Sanità dicano ai cittadini qual è la situazione negli ospedali pubblici siciliani. Possibilmente raccontando la verità, se ci riescono.

Le domande poste oggi dal segretario politico del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale della Sicilia, Franco Calderone, a proposito dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo non vanno sottovalutate. Anzi.

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