Sì alla Dieta Mediterranea, ma non prendiamoci in giro. E non prendiamo in giro i consumatori!

10 febbraio 2020

Leggiamo sempre più spesso, anche in Sicilia, celebrazioni sulla Dieta Mediterranea. Ma, chissà perché, si parla invece molto poco dei prodotti che fanno parte della Dieta Mediterranea che, spesso, con il Mediterraneo, complice la globalizzazione dell’economia, hanno poco o nulla a che spartire! A cominciare dal grano che arriva con le navi dal Canada!

Leggiamo con grande interesse iniziative per illustrare e diffondere la Dieta Mediterranea. Riteniamo questi appuntamenti molto interessanti. Tuttavia vogliamo porre una domanda:

i prodotti che verranno utilizzati per la preparazione dei piatti da dove arrivano?

La nostra non è una domanda peregrina. Perché viviamo – contemporaneamente – nel tempo della globalizzazione dell’economia e dell’agricoltura a km zero.

Poiché I Nuovi Vespri, ormai da qualche anno, conduce una battaglia contro una sorta di ‘invasione’ di prodotti agricoli esteri – spesso di dubbia qualità – non possiamo non affrontare criticamente la Questione della Dieta Mediterranea. Il fatto che sia targata UNESCO, con rispetto, parlando, non basta.

Anche perché:

in Sicilia continuano ad arrivare navi cariche di grano duro estero, compreso il grano canadese: e con il grano duro, è noto, si preparano prodotti che entrano nella Dieta Mediterranea;

in Sicilia arriva olio d’oliva tunisino: certo, anche la Tunisia fa parte del Mediterraneo: però a noi il prezzo di questo prodotto – circa 2 euro al litro – sembra un po’ troppo basso;

basta recarsi un un Centro commerciale per accorgerci che siamo ‘assediati’ dai legumi canadesi, lenticchie in testa;

anche la frutta secca oggi arriva da Paesi esteri: Mandorle e noci della California, ceci della Turchia e del Messico e via continuando;

anche sul latte non mancano i dubbi;

lo stesso discorso vale per le uova;

e non parliamo del pomodoro, fresco e trasformato.

Attenzione: noi non stiamo dicendo che la Sicilia non produce questi prodotti agricoli: al contrario, li produce, ma gli agricoltori siciliani sono sempre più in difficoltà perché debbono fronteggiare la concorrenza di Paesi dove il costo del lavoro agricolo è irrisorio (e dove, in alcuni casi, si utilizzano pesticidi sicuramente efficaci, ma che la farmacopea agricola del nostro Paese ha bandito da anni perché dannosi per la salute umana).

Concludendo: noi siamo favorevoli alla Dieta Mediterranea, ma chi la propugna ne diffonde giustamente gli effetti benefici dovrebbe sottolineare anche l’importante della provenienza dei prodotti (la cosiddetta ‘tracciabilità’).

La ‘ricetta’ per la ‘Dieta Mediterranea allargata’ dalla globalizzazione e alla UE dell’euro

Foto tratta da Wikipedia

 

 

 

 

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