Impugnata da Roma la legge-burla dell’Ars sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari

24 gennaio 2020

Epilogo atteso per la legge approvata dal Parlamento siciliano nel Novembre dello scorso anno che tagliava di appena il 9% dei vitalizi! La legge-burla viola “il principio di uguaglianza e ragionevolezza, sancito dalla Costituzione”. La soddisfazione di Vincenzo Figuccia. Proviamo a illustrare cosa succederà

Ricordate la legge-burla sul taglio dei vitalizi per gli ex parlamentari di Sala d’Ercole – così noi l’abbiamo definita – approvata dall’Assemblea regionale siciliana nel Novembre dello scorso anno?

Ecco di seguito quello che abbiamo scritto il 28 Novembre 2019:

“La vergogna è servita. Ieri l’Assemblea regionale siciliana ha approvato una legge che, come livello di vergogna, è simile, se non pari, alla privatizzazione dell’aeroporto di Catania. I parlamentari che hanno votato questa legge-burla hanno tutelato i vitalizi degli ex parlamentari e i propri futuri vitalizi. La speranza è che Roma impugni questo papocchio che mantiene intatti odiosi privilegi. Il no dei grillini e di Vincenzo Figuccia”.

La nostra speranza si è materializzata: il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale siciliana sul taglio soft dei vitalizi.

Secondo il Governo nazionale, le “disposizioni riguardanti i trattamenti previdenziali e i vitalizi del Presidente della Regione, dei Consiglieri e degli Assessori regionali violano il principio di uguaglianza e ragionevolezza, sancito dalla Costituzione, nonché i principi di coordinamento della finanza pubblica e di leale collaborazione”.

La legge approvata lo scorso Novembre dal Parlamento siciliano – dopo l’esame del provvedimento, addirittura!, di una commissione parlamentare  istituita per trattare tale argomenti! – prevede una riduzione lineare del 9,25%, con un ulteriore 5% da applicare agli ex parlamentari dell’Ars he si mettono in tasca da 32 mila a 67 mila euro al’anno e il 10% per chi oltre si porta a casa ogni anno oltre 62 mila euro.

Contro questa legge hanno votato i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle e il parlamentare di CambiAmo la Sicilia, Vincenzo Figuccia.

Che oggi commenta:

“Il consiglio dei Ministri mi ha dato ragione, impugnando il ridicolo taglio soft dei VITALIZI. Ringrazio tutti i Siciliani onesti che mi hanno sostenuto in questa battaglia di giustizia sociale, condotta in solitudine ma con grande convinzione. Certi personaggi della politica hanno provato ad isolarmi, ma il popolo continua a darmi ragione”.

La partita non è chiusa. L’impugnativa del Governo nazionale non blocca automaticamente gli effetti della citata legge-burla. Il presidente della Regione siciliana, infatti, si può rivolgere alla Corte Costituzionale: in attesa del giudizio della Consulta il capo della Giunta siciliana può applicare la legge mettendoci la faccia (ed eventualmente il portafoglio, perché ne risponde in solido), o può bloccare la legge in attesa del giudizio della Corte Costituzionale.

Ci sarebbe anche una terza ipotesi: la resa totale della politica siciliana: lasciare cadere tutto, non opponendosi all’impugnativa del Governo nazionale: in questo terzo caso l’Ars dovrebbe approvare una nuova legge.

Che farà il Governo Musumeci? Vedremo.

Qui i nostri approfondimenti:

 

 

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