A Faraone non piace l’accordo Stato-Regione sul disavanzo di 2,1 miliardi. Ma lui chi è?

23 dicembre 2019

Il disavanzo di 2,1 miliardi di euro ad altri ‘buchi’ finanziari sono l’eredità che l’attuale Governo regionale siciliano di Nello Musumeci ha ereditato dal Governo Crocetta e da altri Governi precedenti. Nel Governo Crocetta i renziani di Faraone controllavano proprio il Bilancio regionale con l’ex assessore Alessandro Baccei. Con quale coraggio Faraone oggi parla? Ci prende per stupidi?   

Rateizzare i 2,1 miliardi di euro di disavanzo che il Governo siciliano di Nello Musumeci ha ereditato dal Governo di Rosario Crocetta e da altri Governi regionali del passato? I renziani dicono di no. E hanno anche ragione: sono stati proprio loro i protagonisti dei più importanti ‘buchi’ di Bilancio della Regione siciliana. Hanno affossato la Sicilia, hanno impoverito 5 milioni di siciliani e hanno preparato il trappolone che doveva incasinare il Movimento 5 Stelle, che nel 2017 veniva dato come il probabile vincitore delle elezioni regionali siciliane.

Il nostro blog ha già scritto due puntate del ‘viaggio’ trai conti della Regione siciliana. In due articoli abbiamo raccontato, con la forza dei ‘numeri’, come il PD – il Governo Renzi a Roma e il Governo Crocetta in Sicilia – hanno affossato la Sicilia.

Lo abbiamo fatto con questo articolo 

e poi con questo articolo. 

Attenzione: abbiamo raccontato fatti noti, che magari non sempre hanno avuto l’onore delle cronache. Ma sono fatti reali, che non possono essere smentiti: e che non sono stati smentiti. 

Oggi apprendiamo che i renziani – cioè i transfughi del PD che hanno dato vita al pseudo partito Italia Viva – non vogliono che i 2,1 miliardi di disavanzo che anche loro hanno lasciato in eredità al Governo Musumeci venga ripianato in dieci anni.

Nella prossima puntata del nostro ‘viaggio’ tra i conti burrascosi della Regione siciliana vi illustreremo con precisione da dove originano questi 2,1 miliardi di euro, con responsabilità che coinvolgono non soltanto la politica, ma anche l’alta burocrazia regionale e anche chi avrebbe dovuto controllare i conti della Regione.

Oggi vogliamo commentare le parole che il parlamentare nazionale di Italia Viva, il siciliano Davide Faraone, riportate in un articolo del quotidiano la Repubblica: 

“Non si può scaricare sui sindaci, sui lavoratori, sui cittadini siciliani il malgoverno passato e presente, Italia Viva darà una mano già dal Consiglio dei Ministri, proponendo modifiche migliorative del testo venuto fuori in Commissione paritetica e portato in discussione oggi, ma il governo regionale deve garantire riforme, non può pretendere che vengano finanziati la cattiva politica e gli sprechi”.

Due appunti.

Faraone ammette “il malgoverno passato”, ma omette di dire che di questo “malgoverno passato” uno dei protagonisti era proprio lui, che negli ultimi due anni del Governo regionale di Crocetta poteva contare su ben tre assessori.

L’assessore all’Economia che ha gestito il Bilancio regionale nel Governo era Alessandro Baccei, renziano come Faraone.

Baccei e Faraone sono stati tra i protagonisti politici dell’attuale disavanzo della Regione. E adesso Faraone vuole intervenire per imporre nuove penalizzazioni ai siciliani? Quello che Faraone non spiega, infatti, è che, senza il ripianamento in dieci anni, saranno i siciliani a pagarne le conseguenze! (noi diamo per scontato che Faraone ‘mastichi’ un po’ di contabilità pubblica).

“Musumeci – aggiunge Faraone – proponga riforme utili ai siciliani e tagli alle spese inutili, solo così avrà le carte in regola per chiedere di aver spalmato il debito. Non si possono firmare cambiali in bianco ad un presidente di Regione totalmente immobile”.

Ancora tagli, onorevole Faraone? Non le sono bastati i tagli del primo e del secondo ‘Patto scellerato’?

E ancora, onorevole Faraone, non abbiamo parlato di quello che avete combinato nel 2015, dei fondi della sanità che lo Stato ruba alla Regione siciliana dal 2017 e dei fondi dell’articolo 38 dello Statuto.

Secondo appunto.

La Commissione paritetica, onorevole Faraone, è tale perché è rappresentata da Stato e Regione pariteticamente. Se la Commissione paritetica ha raggiunto un accordo, significa, a rigor di logica, che Stato e Regione siciliana hanno raggiunto un accordo.

A che titolo lei, onorevole Faraone, vuole bloccare l’accordo raggiunto da Stato e Regione? Lei e il suo scalcagnato partito da prefisso telefonico pensate di contare di più del pronunciamento della Commissione paritetica? Ma non si sta sopravvalutando un po’, onorevole Faraone?

O sta solo cercando di guadagnare qualche titolo sui giornali, visto che di lei non parla più nessuno?

C’è anche un intervento di un altro parlamentare renziano ‘scienziato’, Luigi Marattin:

“Nel giugno 2016 il governo Renzi e la Sicilia stipularono un accordo che condizionava i vantaggi economici per la Regione ad una serie di obblighi che la Regione avrebbe dovuto realizzare al fine di operare un vero risanamento strutturale: riduzione della spesa corrente al netto della sanità, riduzione del numero dei dirigenti, riduzione delle società partecipate e altro ancora. Magicamente, questo obblighi sono scomparsi l’anno scorso, ad opera del primo governo Conte”.

Dunque “Italia viva chiede di modificare l’art.7 della norma in discussione oggi. Oppure di ripristinare subito gli obblighi di risanamento che erano stati inseriti nel 2016 e cancellati lo scorso anno. Perchè – conclude Marattin – una buona volta questa storia deve finire, per il rispetto dei contribuenti italiani e dei tanti amministratori, a cominciare da quelli del Sud, che rispettano le regole”.

Ma lo sa di quale accordo sta parlando questo signor Marattin? Lo sa che sta parlando del secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta che ha ‘incaprettato’ la Regione siciliana e che noi abbiamo raccontato qui? 

Questo Marattin lo sa cos’ha combinato Crocetta in Sicilia?

QUI L’ARTICOLO DE LA REPUBBLICA

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