I responsabili del fallimento della Regione siciliana: il ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta del 2014

18 dicembre 2019

Oggi la Corte dei Conti certifica un disavanzo di 2,1 miliardi di euro. Tutto vero. Ma non bisogna dimenticare che, nel 2014, la Corte Costituzionale, con una sentenza storica, ha riconosciuto alla Regione siciliana imposte fino ad allora trattenute dallo Stato. Parliamo di oltre 5 miliardi di euro! Ma il PD, con i Governi Renzi e Crocetta, ha incredibilmente bloccato tutto. Parte da questo atto ‘scellerato’ il quasi default della Regione di oggi 

Ieri abbiamo provato a illustrare il perché in Italia le cose vanno male. Oggi proveremo a raccontare, per sommi capi, il perché la Sicilia sta precipitando nel baratro di una paurosa crisi finanziaria. La Corte dei Conti sta imponendo all’attuale Governo regionale di ‘tappare i buchi’ di Bilancio delle gestioni passate, con particolare riferimento agli scippi operati, tra il 2014 e il 2016, dal Governo nazionale.

A onor del vero che va detto che, negli anni passati, la magistratura contabile non ha risparmiato qualche ‘bacchettata’ a uno Stato centrale sleale. Nel Luglio del 2016 la Corte dei Conti metteva nero su bianco quanto segue:

Si deve rilevare il crescente stress al quale sono state sottoposte le entrate regionali,che subiscono drenaggi annualmente sempre più elevati. Ciò si verifica già rispetto al dato base del 2012, pari a 639 milioni di euro, che quasi si raddoppia nel 2015 (1.286 milioni di euro), lievitando fino a 1.510 milioni di euro nella prospettiva del 2018″.

Qualche mese prima i giudici della Corte dei Conti non avevano mancato di puntare i riflettori su un particolare:

“Le riscossioni delle entrate da trasferimenti statali passano, nel quadriennio 2011/2014, da 184,3 milioni di euro a 7,2 milioni di euro nel 2014 (-96%)”.

Questo passaggio è contenuto in un nostro articolo del 16 Aprile 2016 nel quale scriviamo:

Non si tratta di tagli, come verrebbe da pensare. Sono entrate tributarie che spettano alla Sicilia ma che vengono fagocitate, attraverso l’Agenzia delle Entrate, dallo Stato che dovrebbe trasferirli alla Regione ma non lo fa. Non si tratta di tagli, sono furti”. 

Quando i giudici contabili mettono nero su bianco quanto sopra, sono successe già alcune cose: cose molto negative per la Regione siciliana e per 5 milioni di Siciliani. Vediamole.

Tutto è cominciato nel 2014, quando sulla plancia di comando di Palazzo Chigi c’è Matteo Renzi, mentre in Sicilia il centrosinistra ha eletto presidente della Regione Rosario.

Nel 2014 I Nuovi Vespri non era in rete. Chi scrive, insieme con Antonella Sferrazza, era presente con il giornale on line Link Sicilia. E proprio su Link Sicilia abbiamo assistito a una vicenda inspiegabile: il primo ‘Patto scellerato’ siglato da Renzi e Crocetta nell’estate del 2014.

Nel Luglio del 2014 la Corte Costituzionale, con una sentenza storica, ha dato Ragione alla Regione siciliana su alcune questioni finanziarie cruciali.

Con questa sentenza la Corte Costituzionale ha apertamente riconosciuto il diritto della Regione siciliana di riscuotere tutte le entrate legate alla sua capacità fiscale e non soltanto quelle riscosse effettivamente sul suo territorio.

Questo pronunciamento è di importanza cruciale. Da sempre la Regione ha rivendicato tali entrate. Facciamo un esempio. Applicando il criterio fissato nel Luglio del 2014 dalla Corte Costituzionale, alla Sicilia sarebbero spettate le ritenute Irpef operate dallo Stato e dagli altri Enti pubblici statali che cinque anni fa erano pari a circa 2,5 miliardi di euro all’anno. Allo stesso modo la Regione avrebbe dovuto riscuotere gli interessi pagati da banche e poste per circa 220 milioni, l’imposta sulle assicurazioni per circa 104 milioni e l’ulteriore quota di Irpeg ed Ires pari a 218 milioni di euro, con riferimento sempre al 2014.

Non solo. C’erano anche l’IVA all’importazione, che nel 2014 era pari a circa 3,5 miliardi all’anno, e l’IVA commisurata ai consumi delle famiglie siciliane, ma versata altrove, che cinque anni fa era pari a circa 4,9 miliardi.

Ma con il primo ‘Patto scellerato’ firmato da Renzi e Crocetta nel Giugno del 2014, l’applicazione di tale sentenza è stata rinviata al 2017!

Perché l’allora presidente della Regione siciliana ha firmato questo ‘Patto scellerato’?

Oggi mentre negli ospedali pubblici della Sicilia mancano medici e infermieri perché mancano i soldi, per fronteggiare il ‘buco’ di 2,1 miliardi che il Governo regionale di Nello Musumeci ha ereditato dal citato Governo Crocetta, dovranno essere tagliati al 46 milioni di euro a una sanità pubblica siciliana sempre più esangue!

Tagli sono previsti anche per gli ex PIP, tagli anche per gli Lsu, tagli per l’IRSAP, tagli dai fondi per la Pesca, tagli alle scuole d’infanzia paritarie, tagli per le attività forestali, tagli ai Consorzi di bonifica e via continuando.

Chi segue la vita politica siciliana avrà notato, rispetto alla crisi finanziaria della Regione siciliana, il silenzio degli esponenti del PD siciliano. Ed è anche normale: chi ha privato la Regione siciliana degli effetti finanziari positivi di una sentenza storica della Corte Costituzionale in favore della nostra Isola sono stati due Governi a guida PD: il Governo nazionale di Renzi e il Governo regionale di Crocetta.

Se la sentenza della Consulta del Luglio 2016 fosse stata applicata oggi la Regione siciliana non avrebbe problemi finanziari. Invece i signori del PD non solo si sono premurati di bloccarne di affetti fino al 2017, ma nel 2016, con un altro ‘capolavoro’, hanno bloccato per sempre gli effetti di questa sentenza e hanno assestato un colpo micidiale all’Autonomia finanziaria della Regione siciliana.

Ma di questo parleremo nella prossima puntata.

Fine prima puntata/ Continua        

Foto tratta da Sky TG24

 

 

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