La manovra del Governo Conte bis sul gasolio agricolo per fare fallire gli agricoltori è ancora in piedi!/ MATTINALE 440

29 ottobre 2019

Avevano detto che l’aumento del gasolio per gli agricoltori era scomparso dalla manovra economica e finanziaria 2020 messa a punto dal Governo Conte bis. Non è così. L’ipotesi di assestare una ‘mazzata’ – forse la ‘mazzata’ finale – agli agricoltori italiani è ancora in piedi. Lo conferma un articolo del quotidiano economico e finanziario ‘Investire Oggi’

Ricordate il nostro articolo del 24 Settembre? Il titolo è il seguente: “La manovra sul gasolio agricolo: fare fallire gli agricoltori italiani e costringerli a vendere i terreni“. Ebbene, da alcuni giorni è di nuovo molto letto. E sapete perché? Perché contrariamente a quello che l’attuale Governo nazionale ha fatto sapere a parole, l’ipotesi di eliminare le agevolazioni sul gasolio agri agricoltori non è tramontata.

Scrive il quotidiano Investire Oggi:

“Il governo Conte Bis ha da poco prospettato un nuovo aumento delle accise sul Diesel. La proposta sarebbe stata inserita in Legge di Bilancio 2020 e andrebbe a colpire la titolarità del soggetti possessori di automobili a diesel…
Tra necessità di cassa e tutela dell’ambiente, si prospetta un 2020 duro per i possessori di automobili diesel”.

 

Fin qui nulla di nuovo: è noto che il Governo della tasse di PD e Movimento 5 Stelle ha deciso di colpire i cittadini che utilizzano le automobili a gasolio, ufficialmente nel nome della tutela dell’ambiente.

A questo punto arriva la notizia:

“Un’altra ipotesi, invece – scrive sempre Investire Oggi – è quella dell’abolizione di alcuni incentivi sui carburanti in capo ad alcuni soggetti come, ad esempio, gli imprenditori agricoli. Anche in questo bisognerà aspettare l’approvazione dei testi definitivi per poter capire quali, e in che misura, le nuove tasse colpiranno ci cittadini”. 

Insomma, l’aumento del gasolio per gli agricoltori – provvedimento che assesterebbe la mazzata finale agli agricoltori italiani – non è sparito dall’agenda politica del Governo: è rimasto nascosto tra le pieghe della manovra economica e finanziaria 2020 che il Parlamento italiano deve ancora esaminare e “bisognerà aspettare l’approvazione dei testi definitivi per poter capire quali, e in che misura, le nuove tasse colpiranno ci cittadini”.

La notizia – allo stato attuale dei fatti – è la seguente: la manovra sul gasolio c’è e colpirà gli automobilisti titolari di automobili a gasolio, i camionisti e le marinerie. Non si sa ancora se colpirà anche gli agricoltori: quest’ultimo punto è ancora in discussione e lo deciderà il Parlamento.

E’ importante illustrare il significato di questa manovra economica e finanziaria messa a punto da PD, Movimento 5 Stelle Italia Viva di Renzi e, per quel poco che conta, Libero e Uguali.

A parole, i rappresentanti di questi partiti, dicono di aver risparmiato agl’italiani l’aumento dell’IVA; nei fatti, non c’è alcun risparmio per i cittadini del nostro Paese: i partiti che sostengono l’attuale Governo, infatti, hanno frazionato il pagamento assurdo di questi oltre 20 miliardi di euro per il 2020 in tante piccole microtasse che verranno pagate, indistintamente, da tutti i cittadini.

Così è nata la tassa sulla plastica (e, in particolare, la tassa sulle bottiglie d’acqua di plastica – che in pratica, diventa la tassa sull’acqua da bere! – che verrà pagata da tutti i consumatori); la tassa sui funerali; l’aumento delle tasse a carico dei proprietari di abitazioni in affitto; l’IVA sulle patenti di guida; la tassa sulle merendine; la tassa sulle bibite gassate; la tassa sul gasolio e via continuando.

I cittadini italiani hanno capito l’imbroglio: e infatti alle elezioni regionali dell’Umbria hanno votato in massa per il centrodestra e per la Lega di Matteo Salvini. Ma, attenzione: non hanno votato la Lega perché Salvini è bravo: hanno votato la Lega perché non vogliono più sentire parlare di PD e Movimento 5 Stelle.

Ovviamente, chi appoggia questo fallimentare Governo Conte bis accusa Salvini di fare demagogia, non capendo che, così facendo, si rafforza la Lega.

Ma siccome l’ordine di massacrare gl’italiani con nuove tasse è partito dall’Europa dell’euro, bisogna stare zitti e obbedire. E, soprattutto, non bisogna dire agl’italiani la verità: e la verità è che, dopo aver fatto a pezzi la Grecia e acquistato da questo Paese ridotto a brandelli porti, aeroporti e altre infrastrutture strategiche per quattro soldi, l’Europa dell’euro deve fare la stessa operazione con l’Italia.

Attenzione: qui non si tratta di essere “sovranisti”: il sovranismo non c’entra proprio nulla! Qui si tratta di essere contro i liberisti che oggi governano l’Europa: liberisti senza scrupoli che – lo ribadiamo – dopo aver distrutto la Grecia vogliono fare a pezzi l’Italia per acquistare ‘pezzi’ della stessa Italia a prezzi stracciati! Proprio come hanno fatto in Grecia.

Che l’agricoltura italiana – e segnatamente l’agricoltura del Sud Italia – sia stata ‘segnata’ come settore da smantellare non ci dovrebbero essere molti dubbi. Ricordiamo che, per fare entrare in Europa alcuni prodotti agricoli canadesi pieni di glifosato e micotossine, l’Unione Europea ha innalzato i limiti dei contaminanti.

Per essere chiari, fino a qualche anno fa il grano duro, il grano tenero e le lenticchie canadesi non potevano entrare in Europa perché contenevano una percentuale di glifosato non ammessa dai regolamenti europei.

Così l’Unione Europea ha innalzato i limiti relativi alla presenza nel grano e nelle lenticchie di glifosato.

Siccome sono bravi, i signori liberisti che governano l’Unione Europea fanno il seguente ragionamento: è vero, abbiamo innalzato i limiti della presenza di glifosato nel grano, però se voi, con riferimento al grano duro, mangiate non più di 5 Kg di pasta in un anno il veleno-glifosato non vi avvelenerà.

A parte che questo non è nemmeno vero, perché già si conoscono effetti tossici del glifosato anche a basse dosi, a parte che sono in corso studi per capire che effetti provocherà il glifosato nell’organismo umano, va detto che, in Italia ogni cittadino, in media, consuma più di 5 Kg di pasta all’anno: 25 Kgin media, 30-35 kg di pasta all’anno nel Sud Italia.

Questa notizia è già stata ‘metabolizzata’ dagli italiani: tant’è vero che si è ridotto il consumo di pasta industriale: e non è un caso se tutte le marche di pasta industriale italiane, oggi, si premurino di far sapere che producono pasta con “grano duro italiano”.

Ma non ci crede nessuno, sia perché, nell’ultimo anno, l’importazione di grano canadese, in Italia, è aumentato di sette volte, sia perché, nel Sud Italia, molti agricoltori non seminano più il grano duro perché non conviene.

Siamo arrivati al punto: che sia in corso una manovra dell’Unione Europea per creare grandi difficoltà all’agricoltura italiana non ci sono dubbi; che questo processo dovrebbe cominciare dal Sud Italia non ci sono dubbi; che dovrebbe essere un modo per convincere gli agricoltori a cedere i terreni agricoli a prezzi stracciati è un dubbio che diventa ogni giorno realtà.

Gli agricoltori italiani, però, si stanno difendendo. Il Km zero, i mercati locali e tutto ciò che avvicina l’offerta dei prodotti agricoli alla domanda di prodotti agricoli da parte dei cittadini-consumatori ‘rischia’ di ritardare, se non di frenare lo smantellamento dell’agricoltura.

Serve un bel colpo di grazia: e il colpo di grazia potrebbe essere rappresentato dall’aumento del prezzo del gasolio agricolo, che metterebbe definitivamente in ginocchio gli agricoltori, che no potrebbero certo sostituire le attuali macchine agricole con gli animali – buoi e cavalli – come si faceva un tempo.

E allora…

QUI L’ARTICOLO DI INVESTIRE OGGI SULL’EVENTUALE AUMENTO DEL PREZZO DEL PETROLIO

Foto tratta da Trieste Prima 

 

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