Le offese di Philippe Daverio ai siciliani per il ‘caso’ Palazzolo Acreide: tre mesi fa Ciro Lomonte aveva anticipato che…

28 ottobre 2019

I fatti sono noti: il critico d’arte ha fatto vincere Bobbio al ‘Borgo dei borghi’ al posto di Palazzolo Acreide. Intervistato dai microfoni de ‘Le Iene’ non ha esitato a offendere i siciliani. Ma dietro questa storia ci sono retroscena che proviamo ad approfondire. E c’è il leader di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, che, tre mesi fa, ha in un certo senso anticipato lo scenario di questi giorni…

Si può offendere così la Sicilia – una comunità di 5 milioni di persone – dopo essere stato protagonista di una vicenda che ha penalizzato la nostra Isola e, in particolare, il Comune di Palazzolo Acreide?

La storia ormai è nota da qualche giorno.

Bobbio, un centro di poco più di 3 mila e 500 abitanti in provincia di Piacenza, è il “Borgo dei borghi” 2019. Non è una vittoria che viene fuori da un accurato studio dei luoghi, ma un titolo assegnato da una trasmissione di Raitre condotta da Camila Raznovich.

Si sa: si perde e si vince: e la Sicilia ha già vinto più volte. Ma il problema non è  questo: il problema è capire come si vince e come si perde.

Così si scopre che il Comune di Bobbio – che ha battuto in finale il Comune siciliano di Palazzolo Acreide, cittadina della provincia di Siracusa dislocata nel cuore dei monti Iblei, nota per il Barocco siciliano – ha vinto sì, ma in modo, come dire?, un po’ inusuale.

Ha vinto, infatti, grazie al voto decisivo del presidente della giuria, il critico d’arte Philippe Daverio. Perché questa vittoria ha suscitato perplessità? Perché Daverio, da circa un anno, è anche cittadino onorario del Comune di Bobbio.

La storia ha incuriosito Le Iene, che hanno deciso di fare un servizio su questa vicenda. Se n’è occupato il siciliano Ismaele La Vardera.

La Vardera, nel servizio, ha raccontato che l’esito del televoto era stato favorevole a Palazzolo Acreide, che ha incassato il 42% dei consensi contro il 27% di Bobbio. Ma il voto del critico d’arte ha ribaltato il risultato, assegnando al Comune siciliano un incredibile 0%!

Immancabili le polemiche, anche perché il televoto non è gratuito: la gente, per votare, paga 51 centesimi di euro per messaggio.

Una storia non certo edificante. Che è diventata veramente brutta quando la Iena La Vardera ha intervistato lo stesso Daverio:

“Il siciliano – ha detto i critico d’arte, reinterpretando un celebre passo de Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa – è convinto di essere al centro del mondo, è una patologia locale che nei secoli non ci si è mai riusciti a curare. Si chiama onfalite, è l’infiammazione dell’ombelico. Per loro tutto ciò che non è Sicilia è molto lontano, è quasi intollerabile”.

E ancora:

“Mi hanno spaventato, il tono è di minaccia e fa parte della tradizione siciliana: ho paura di tornare in Sicilia. Non la amo, non mi interessano l’arancina e i cannoli, mi piace il foie gras e bevo champagne. Il cannolo non mi piace, perché ha la canna mozza…”.

Offese gratuite. Quello che, però, non è stato detto è che il signor Daverio, che oggi dice di non amare la Sicilia, dalla Sicilia ha avuto molto.

Oggi dice di non amarla, nel 2010, in un’intervista al quotidiano La Stampa, diceva cose opposte. Al giornalista che gli chiedeva cosa ci faceva a Palermo rispondeva così:

“Perché sono impegnato all’università, dove insegno come professore di ruolo, e poi perché Palermo è un grandissimo laboratorio, un esperimento: è la più grande città multietnica d’Italia senza problemi. Potrebbe essere, domani, una sorta di capitale virtuale del Mediterraneo. Perciò è un luogo dove mi trovo benissimo”.

Si trovava così bene che, sempre nel 2010, l’allora sindaco di Palermo, Diego Cammarata, conferiva a Daverio l’incarico di direttore artistico del Festino di Santa Rosalia.

In quell’occasione sono cominciati i primi dissapori: come la polemica tra Daverio e i senza tetto della città, come potete approfondire in questo video di Balarm.

Chi ha la memoria un po’ più lunga ricorderà che Daverio, negli anni ’90 del secolo passato, è stato vicino al leghista Marco Formentini e, negli anni successivi, al PD.

Quest’anno – precisamente il 29 luglio – ci siamo occupati di Daverio, quando ha detto che “tutti quelli che si oppongono alla TAV sono persone che non hanno un lavoro e aspirazioni: meridionali, pentastellati e criminali”.

Dire che siamo rimasti basiti è poco. Anche perché noi de I Nuovi Vespri e altri esponenti del Sud non abbiamo esitato a criticare la TAV. 

Quando ha lanciato accuse pesanti contro chi si opponeva alla TAV, abbiamo ospitato alcune considerazioni di Ciro Lomonte, architetto e leader di Siciliani Liberi:

“C’è chi lo stima come persona di cultura, capace di andare oltre le banali apparenze. Si sbaglia di grosso. È individuo capace di vomitare un’infinità di stereotipi, luoghi comuni ed offese verso il Sud e la sua gente”.

Oggi dobbiamo ammettere che, con tre mesi di anticipo, Lomonte ha ‘dipinto’ il personaggio in modo magistrale. Dice sempre il leader di Siciliani Liberi:

“Eppure… ha ottenuto il titolo di ordinario a Disegno Industriale a Palermo non si sa bene come, non essendo laureato e tanto meno in Architettura. Poi si è messo a parlar male dell’Università di Palermo e se n’è andato via mantenendo il titolo immeritato. In ogni caso è un abilissimo imbonitore, venditore senza scrupoli, frutto scaltrito dell’ipnosi televisiva”.

VIDEO DI PHILIPPE DAVERIO DEL LE IENE TRATTO DA LA SICILIA 

Foto tratta da la Sicilia

AGGIORNAMENTO 1

Dichiarazione del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci (tratta dal quotidiano la Repubblica):

“Il professore Philippe Daverio ha il dovere di scusarsi con tutto il popolo siciliano, che ha offeso volutamente, con toni razzisti e con dichiarazioni calunniose. Amare la Sicilia non è un dovere, ma usarle rispetto sì. Non è tollerabile un atteggiamento così spocchioso, che ci impone come governo della Regione di rivolgerci anche all’autorità giudiziaria. Questo disarmante pregiudizio verso la Sicilia spiega chiaramente l’epilogo del concorso sul Borgo dei Borghi, a danno di una nostra Comunità. Mi auguro – prosegue il governatore – che il servizio pubblico televisivo, se esistono ancora rapporti professionali con questo personaggio, li rescinda immediatamente. Se poi dovessero arrivare le scuse, sarò io stesso a invitare il razzista francese nella nostra Isola: senza cannoli a canne mozze, stia tranquillo, ma con una abbondante fetta di cassata, accompagnata da un bicchierino di passito. E non è una minaccia”.

AGGIORNAMENTO 2

Dichiarazione di Alessandro Magistro, Presidente dell’Assemblea delle Consulte Giovanili Siciliane:

“Non entro nel merito del palese conflitto d’interesse che il giurato Daverio ha per il giudizio finale del Borgo dei borghi. La faccenda più preoccupante riguarda le sue affermazioni contro la Sicilia, dispregiative sia per la Sicilia che per i siciliani, denotando un chiaro pregiudizio fortunatamente superato dalle nuove generazioni. Mi chiedo se il Signor Daverio – perché definirlo professore dopo tali gravi affermazioni offenderebbe la cultura della mia Terra – abbia studiato la storia del Regno delle Due Sicilie, o se conosce la storia di Federico II, dei Fenici, di Pirandello, di mille altri artisti e anche padri costituenti. Diffido da questo atteggiamento e parole che ledono la maggioranza dei siciliani che si sono sentiti attaccati da un signor ‘Nulla’ che tale si è dimostrato con scarso rispetto civico e storico”.

AGGIORNAMENTO 3

Dichiarazione del presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè (tratta dall’ANSA):

“Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè ha inviato una lettera aperta a Philippe Daverio, in cui tra l’altro scrive:

‘Da uomo di cultura qual è, sono certo che non nutre alcun tipo di preconcetto nei confronti di noi siciliani, ma rimangono di cattivo gusto alcune sue recenti affermazioni: come si fa paragonare un cannolo a un fucile a canne mozze?'”.

 

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