Sì alla TAV dal partito unico del Nord. Il sostegno degli ascari del Sud e l’amarezza di Pino Aprile/ MATTINALE 362

8 agosto 2019

Amara l’analisi del voto di ieri al Senato dello scrittore e giornalista Pino Aprile. PD, Lega di Salvini, Forza Italia e Fratelli d’Italia uniti a sostegno della TAV, cioè a sostegno del Nord. I dubbi “sull’ennessima mangiatoia-tangentificio”. I senatori eletti in Sicilia che hanno votato, di fatto, contro gli interessi della Sicilia e del Sud. L’appello a chi, da destra a sinistra, nel Sud, “è ancora capace di vergognarsi”

Il voto di ieri al Senato sulla TAV viene sintetizzato così dallo scrittore e giornalista Pino Aprile:

“Il partito unico del Nord, PD-Lega-FI-FdI, grazie alle truppe cammellate del Sud, è riuscito a far approvare la realizzazione della linea alta velocità Torino-Lione: priorità imperdibile per la cricca di ‘prenditori’ padani, padroni della politica italiana, per saccheggiare le casse dello Stato a uso delle Regioni del Nord”.

Soldi per tutti, per i belli e per i brutti:

“È l’ennessima mangiatoia-tangentificio (non ci hanno ancora spiegato come mai un chilometro di TAV in Italia costi sette volte più che in Francia, in Giappone, negli Stati Uniti) – scrive sempre Pino Aprile – che non solo non serve a niente (parliamo degli utenti…), ma devasterà il territorio e sarà in perdita, come da analisi costi-benefici buttata nel cesso. Naturalmente, sulla scorta delle passate e mai dismesse Tangentopoli, gira il sospetto che la Tav sia uno dei bancomat con cui i partiti ‘storici’ finanziano le loro pletoriche strutture e i nugoli di nullafacenti con tessera in tasca; e che ‘sì-Tav’ sia garantirsi lo stipendio. Ma un conto è dire: ‘Sono tutti ladri’ e un conto è dimostrarlo, né quel che è accaduto prima può essere prova di quel che accade poi”.

Oltre ai soldi facili, naturalmente per il Nord e per i partiti del Nord, c’è anche il risvolto della medaglia: perché la montagna di miliardi di euro che verrà spesa per bucare una montagna significherà meno interventi al Sud. Quando la TAV viene ‘letta’ così i soliti pedanti ci ricordano che “le due cose sono diverse”, che una cosa sono gli investimenti al Nord e diversa cosa sono gli investimenti al Sud.

Invece le due cose sono strettamente connesse, perché l’Unione Europea e lo Stato, invece di investire nel Sud Italia per ridurre il divario economico e infrastrutturale tra Nord e Sud del Belpaese continua a foraggiare in modo indegno il Nord (e il sistema di partiti del Nord).

“Per questo, da 159 anni – scrive sempre Pino Aprile – non diventa ‘priorità’ far arrivare un carro bestiame a Matera; evitare che i treni, al Sud, nei pochi posti in cui se ne vede uno (quelli dismessi dal Nord, invece di rottamarli), vadano a qualche decina di chilometri all’ora e su alcune tratte, a 10-15 chilometri. Questo voto in Senato – aggiunge l’autore di Terroni – è uno sputo in faccia ai meridionali; è odio allo stato puro, disprezzo, cancellazione, dichiarazione ufficiale della non rilevanza del 40 per cento del territorio e del 34 per cento della popolazione. Il Sud non esiste, se non per l’insulto e il saccheggio”.

“L’inciucio PD-Lega – scrive sempre Pino Aprile – ora attende solo un accordo-fusione per instaurare un regime. Fantasie? Ormai, l’unica cosa davvero probabile, perduto il senso della decenza e della vergogna, è l’eccesso. Abbiamo già visto il PD governare con il peggio del berlusconismo e della Lega; abbiamo già visto i documenti del PD nordico di adesione alla politica della Lega. E ora questo”.

Come si fa a dare torto allo scrittore e giornalista Pino Aprile? E’ sotto gli occhi di tutti la linea politica del Governo regionale dell’Emilia Romagna, amministrata dal PD, che chiede l’Autonomia differenziata: proprio quello che chiedono le regioni Veneto e Lombardia.

Sposando la linea politica della Lega il PD prova a non perdere il controllo delle Regioni del Centro, storicamente ‘rosse’ (anche se questo ‘colore’, oggi, non ha nulla, ma proprio nulla a che spartire con il PD…). Sarà così? In Piemonte l’ex presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ci ha provato aprendo alle ‘ragioni’ dei leghisti. Ma è andata male.

Perché al Nord – e ormai anche al Centro – tra i veri leghisti e i leghisti improvvisati del PD, gli elettori che pensano di salvarsi dalla crisi economica in cui l’Europa dell’euro ha condannato l’Italia tenendosi il ‘Residuo fiscale’, di solito, scelgono i veri leghisti (cioè Salvini e compagni) e non le imitazioni (il PD in versione leghista).

E i senatori meridionali? Noi, due giorni fa, abbiamo pubblicato l’appello di Pino Aprile rivolto ad ognuno dei senatori eletti in Sicilia.

Ci siamo rivolti alla senatrice della Lega letta in Sicilia, Giulia Bongiorno (ma fa un certe effetto sapere che i siciliani hanno mandato al Senato una esponente della Lega di Salvini?);

ci siamo rivolti alla senatrice del PD Valeria Sudano;  

ci siamo rivolti al senatore del PD, Davide Faraone

ci riamo rivolti al senatore di Diventeràbellissima, Raffaele Stancanelli;

ci riamo rivolti alla senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu;  

ci siamo rivolti alla senatrice di Forza Italia, Gabriella Giammanco

ci siamo rivolti al senatore di Forza Italia, Renato Schifani

ci siamo rivolti al senatore di Liberi e Uguali, Piero Grasso.

Di Piero Grasso non sappiamo come ha votato; degli altri sappiamo, invece, che hanno votato a sostegno degli interessi del Nord.

“Se al Sud c’è ancora chi è capace di vergognarsi, dalla destra alla sinistra – scrive sempre Pino Aprile – questo è il momento di farlo sapere, agendo di conseguenza, prendendo, sia pur tardivamente, le distanze. Che si porti lo scontro all’interno dei partiti. So di meridionali di destra che hanno votato Lega per ideologia, ma non accettano di farsi umiliare sino a questo punto: venite allo scoperto! Ci sono parlamentari di Forza Italia che hanno già manifestato i maldipancia per la politica nord-centrica del loro partito: metteteci faccia, nome, cognome e urlatelo nelle sedi di partito. Ci sono dirigenti PD del Sud in grave difficoltà per l’orientamento antimeridionale del loro partito: il tempo dell’attesa, del possibile compromesso è finito. Venite fuori o venitene fuori o non potrete che essere complici, quali che saranno le scuse che cercherete di venderci”.

“Oggi per i parlamentari del Mezzogiorno è il giorno della vergogna. Ci diranno che così hanno spaccato il governo, mettendo Lega e M5S contro. Peccato che ogni volta chi resta fregato è il Sud: per fare il governo, si dona al Nord e si toglie al Sud; per rompere il governo, si dona al Nord e si toglie al Sud. Beh, si è rotto altro. I nostri nemici – conclude Pino Aprile – sono vicini di casa. E non è finita qui, qui comincia: No-Tav al Nord, No-Tav al Nord. No-Tav al Nord”.

Foto tratta da lenius.it

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