Philippe Daverio nuovo ‘filosofo’ del Nord: a dire No alla TAV sono meridionali, pentastellati e criminali

29 luglio 2019

In effetti, Philippe Daverio in chiave di intellettuale-ingegnere-antropologo anti-Sud ce l’eravamo perso. Per fortuna La7 e VESUVIO LIVE (che ha recuperato le ‘dotte’ esternazioni di questo personaggio) ci hanno consentito di approfondire le grandi intuizioni antimeridionali di questo intellettuale alsaziano premiato dall’università di Palermo… Il sicilianista Ciro Lomonte gli ha rovinato la festa: “È individuo capace di vomitare un’infinità di stereotipi, luoghi comuni ed offese verso il Sud e la sua gente”

Però è veramente simpatico Philippe Daverio, che dall’alto della sua immensa cultura, adesso, è diventato anche un esperto di Alta velocità ferroviaria e, anche, di questione meridionale. In realtà, il ‘meridionalismo’ di Daverio, in Sicilia, è noto, sia perché, fino al 2016,fino al 2016 ha ricoperto l’incarico di professore ordinario di disegno industriale presso l’Università degli Studi di Palermo, sia perché ha ricoperto il ruolo di bibliotecario a salemi, al tempo in cui sindaco di questa cittadina era Vittorio Sgarbi.

Ma la vera novità è la scoperta, in Daverio – che nella vita è tante cose, critico d’arte, gallerista, uomo politico di qua e di là, intellettuale – di questa vena che mette assieme ingegneria dei trasporti e analisi sul carattere degli uomini, specie se meridionali. Appena qualche giorno fa il quotidiano on line VESUVIO LIVE ha dato contezza di Daverio in versione ingegneristica-meridionalistica:

“Nel corso del programma In Onda, su La7 – leggiamo su VESUVIO LIVE – lo storico dell’arte Philippe Daverio ha parlato della polemica legata alla TAV. L’opinionista si dichiara fortemente favorevole e spiega che chi è contrario lo è solo perché non lavora, non produce e non ha alcun interesse ad unire commercialmente l’Europa”.

Di quali commerci parli, visto che il buco che verrà fatto nella montagna dal quale dovrebbe passare l’Alta velocità va ad interessare un tratto servito già da collegamenti dove gli stessi commerci sono in diminuzione, non si capisce: ma questo è un dettaglio.

A questo punto il nostro Daverio ci regala un’interpretazione che piacerebbe molto al leghisti pre-Salvini, quelli che dicevano che i meridionali erano tutti Terroni (non che i leghisti di oggi, sotto sotto, abbiano cambiato opinione: ma oggi gli servono anche o voti dei Terroni e debbono abbozzare..).

Così nel dibattito sulla TAV, non si capisce a che titolo, entrano, grazie al critico d’arte, le “ditte di trasporti su ruote, gestiti, a detta sua, principalmente da camionisti partenopei”. Per Daverio – che a questo punto mostra grandi conoscenze anche del mondo bancario – tali ditte “non si rivolgono alle banche, prevalentemente, ma utilizzano strade (per i loro affari) che spesso sconfinano nella camorra”.

Forse non molto attento agli ultimi sviluppi della politica-politicante, Daverio aggiunge che “altri oppositori della TAV sono i 5 Stelle” i quali “non hanno aspirazioni economiche e di vita alte, quindi non hanno bisogno di grandi investimenti e di un lavoro”.

Peccato che i 5 Stelle, oggi, fingono di essere contro la TAV, perché il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – che a Palazzo Chigi non è arrivato grazie ad Astolfo, ma con il Movimento 5 Stelle – si è dichiarato favorevole alla TAV.

Però, alla fine, nel ragionamento di Daverio, molto ben sintetizzato da VESUVIO LIVE, scopriano una vena antropologica da antimafia anni ’90 del secolo passato:

“Secondo il critico, quindi – leggiamo su VESUVIO LIVE – tutti quelli che si oppongono alla TAV sono persone che non hanno un lavoro e aspirazioni: meridionali, pentastellati e criminali”.

E i NO TAV a quale delle tre categorie appartengono?

Confessiamo di essere stati molto colpiti dalla profondità culturale di Daverio: nemmeno i positivisti italiani di fine ‘800 erano arrivati a conclusioni così ‘felici’ e, soprattutto, lontane da semplificazioni alla Niceforo e alla Lombroso…

Noi, poveri meridionali, pensavamo che, invece di investire nelle infrastrutture del Sud, Unione Europea e Italia stanno investendo nella solita ‘trigonometria appaltizia’ del Nord… Si vede che non capiamo nulla!

Ma è la parte finale dell’articolo di VESUVIO LIVE che dà giusto ‘risalto’ al  dotto ragionamento del professore Daverio:

“Non possiamo rimanere all’Italia fiabesca del Regno delle Due Sicilie, fortunatamente quel periodo è finito 150 anni fa, ora dobbiamo dare spazio ad un nuovo Paese che lavora, che investe e che ha bisogno di essere sempre più collegato all’Europa”.

Capite? Questo signore, che è nato a Mulhouse, in Alsazia, conosce benissimo anche la storia del Regno delle Due Sicilie! Ma la conosce bene?

Vabbé, il nostro alsaziano non ha avuto modo di approfondire, ad esempio, che nel 1860 il Regno delle Due Sicilie, per porti e ferrovie, era molto più avanti del Nord Italia: quando la cultura è tanta ed enciclopedica – e questo è il caso di Daverio, qualcosa può sfuggire…

Così come gli è sfuggito che l’Osservatorio vulcanologico vesuviano, già ai tempi del Regno delle Due Sicilie, era il più famoso del mondo: ma questo può capitare: ancora il nostro Daverio non si occupa di vulcani.

Pensate un po’ quanto ci rimarrebbe male se, dall’alto della sua immensa cultura, Daverio dovesse scoprire tutti i primati nel mondo del Regno delle Due Sicilie

Daverio in veste di meridionalista non è andato a genio a Ciro Lomonte, che nella vita fa l’architetto ed è anche il leader di Siciliani Liberi. Scrive Ciro Lomonte sulla propria pagina Facebook:

“Philippe Daverio a La7 ha mostrato il suo vero volto. C’è chi lo stima come persona di cultura, capace di andare oltre le banali apparenze. Si sbaglia di grosso. È individuo capace di vomitare un’infinità di stereotipi, luoghi comuni ed offese verso il Sud e la sua gente. Eppure… ha ottenuto il titolo di ordinario a Disegno Industriale a Palermo non si sa bene come, non essendo laureato e tanto meno in Architettura. Poi si è messo a parlar male dell’Università di Palermo e se n’è andato via mantenendo il titolo immeritato. In ogni caso è un abilissimo imbonitore, venditore senza scrupoli, frutto scaltrito dell’ipnosi televisiva”.

Il tema, a nostro modesto avviso, non è la laurea, ma il provincialismo di Palermo e delle sue, come dire?, ‘articolazioni’ culturali (o presunte tali): non è un caso se tanti giovani di Palermo e dintorni decidono, oggi, di andare a studiare lontano dal capoluogo della Sicilia. Come dargli torto?

Intanto Lomonte affonda la lama:

“Davvero, Daverio, le uniche Regioni che producono sarebbero la Lombardia, il Veneto, il Piemonte e l’Emilia Romagna? E quando mai lo Stato Italiano si è degnato di realizzare infrastrutture adeguate al Sud ed in Sicilia? Come si dovrebbe sviluppare l’imprenditoria locale con tutti gli ostacoli frapposti dal Governo Centrale (del Nord)? Se hanno così tanto bisogno della TAV perché non se la pagano loro con i soldi di quei personaggi folkloristici, con tanto di elmo e corna, che frequentano Pontida?”.

E ancora:

“Daverio non lo si vedeva in giro da tempo, come scrive un amico. Deve vendere un nuovo libro e avrà capito come fare leva sui nuovi padroni.
Guardiamoci dai venditori di fumo – mi diceva ieri un altro carissimo amico -, che amano i salotti buoni, le amicizie ‘giuste’, e sono disposti a mettere da parte le proprie convinzioni pur di percorrere la strada più redditizia, quella che permette di trovare spazio e visibilità per il proprio ego! L’esempio più lontano possibile dall’aristocrazia delle virtù: la “borghesia dei vizi” o i “vizi della borghesia…”.

“La ribellione della bellezza la faranno Siciliani disposti a pagare di persona per i propri ideali – conclude il leader di Siciliani Liberi -. E si paga anche così, migliorandosi giorno dopo giorno. Cosa che non vogliono capire, tra l’altro, coloro che accettano passivamente analisi sociologiche imposte dai colonizzatori”.

P.s.

Ah, dimenticavamo: Daverio, ‘uomo di tenace concetto’,  a Milano è stato vicino, negli anni ’90, al leghista Marco Formentini e, nel 2009, a Filippo Penati, PD. Cosa che non gli ha impedito di occuparsi, a Palermo, di Santa Rosalia, nel 2010, sindaco Diego Cammarata, centrodestra (poi con la Santuzza ha avuto dei dissapori, ma questa è un altra storia). 

Foto tratta da winenews.it

QUI L’ARTICOLO DI VESUVIO LIVE 

 

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