Nasce in Sicilia un nuovo sindacato per l’agricoltura e la pesca

18 ottobre 2019

Il SIFUS – che già opera nel settore dei Forestali e della Formazione professionale – tra qualche giorno sarà operativo anche in agricoltura e nella pesca. Il suo leader, Maurizio Grosso, parla senza mezzi termini di tutela della “Sovranità alimentare”. Affronterà il tema del grano e, in generale, dei disastri portati dalla globalizzazione dell’economia. Novità anche per la pesca. La speranza è che si puntino i riflettori sul grande imbroglio della pesca del Tonno Rosso del Mediterraneo  

Sta per vedere la luce una nuova organizzazione sindacale che opererà nel mondo della cerealicoltura e nel mondo della pesca, due settori praticamente abbandonati. Il nome del nuovo sindacato è Unione lavoratori e Produttori Agroalimentari Europei (ULPAE).

Ne dà notizia il leader del SIFUS- CONFALI, Maurizio Grosso.

Il SIFUS – organizzazione sindacale che noi seguiamo con grande simpatia e grande attenzione – è nato negli anni passati quando in Sicilia governava il centrosinistra. Questo sindacato è stato fondato per difendere gli operai della Forestale, quando CGIL , CISL e UIL della Sicilia hanno sostanzialmente abbandonato questi lavoratori che sono stati massacrati da una certa informazione distorta e dai Governi nazionali e siciliani di centrosinistra.

Piano piano il SIFUS si va estendendo in vari settori della vita pubblica della Sicilia: per esempio nella Formazione professionale (altro settore abbandonato da CGIL CISL e UIL durante i Governi di centrosinistra). E adesso arriva anche in agricoltura e nel settore della pesca.

“Siamo agli sgoccioli per gli adempimenti – sottolinea il leader dell’organizzazione sindacale, Maurizio Grosso (nella foto a sinistra) -. Sarà un sindacato fuori dagli schemi della concertazione, autonomo dai partiti e dai Governi, ma non cieco e, soprattutto, sarà un sindacato di base”.

Tre i settori sui quali l’ULPAE si muoverà: la concertazione aziendale, la filiera corta e la sovranità alimentare. Ciò significa che questo sindacato si occuperò molto di agricoltura e di pesca.

Filiera corta significa che proverà a mettere in contatto domanda e offerta di prodotti agricoli, eliminando, là dove sarà possibile, l’intermediazione commerciale. Mentre la sovranità alimentare dovrebbe toccare i guasti che la globalizzazione dell’economia sta portando nell’agricoltura siciliana: guasti che stanno minando dalle basi la sovranità alimentare, se è vero che i prodotti agricoli siciliani, in molti casi, subiscono la concorrenza di prodotti agricoli esteri (peraltro qualitativamente scadenti e, a volte, anche pericolosi per la salute umana).

Grosso annuncia anche una convenzione con il FENAPI e con alcuni professionisti per la finanza agevolata. E una collaborazione con AGROCEPI, la federazione nazionale agroalimentare per aiutare gli imprenditori agricoli siciliani ad esportare i propri prodotti all’estero.

Interessante anche la presenza di un nuovo sindacato a tutela dei pescatori siciliani. Oggi, in Italia, la pesca è in crisi, in alcuni casi perché l’eccessivo sforzo di pesca ha ridotto la presenza di pesce, in altri casi perché si debbono tutelare gli interessi di alcune multinazionali.

In questo secondo filone si inserisce la pesca del Tonno Rosso del Mediterraneo. Non è vero che c’è carenza di questo pesce. Al contrario, c’è abbondanza. Ma siccome nel mercato Giapponese – che è il più importante mercato mondiale del Tonno – il Tonno Rosso del Mediterraneo, per la bontà delle sue carni, spunta prezzi stratosferici, si impedisce alle imbarcazioni da pesca del Sud Italia di andare a pescare per tutelare le cosiddette ‘Navi-fattoria’ – gestite da gruppi internazionali – che fanno affari d’oro in Giappone. 

Se proverete a parlare con gli ‘esperti’ italiani di questo settore vi diranno che non è così, che le quote di Tonno sono una cosa seria e bla bla bla. Tutte fesserie col botto: la realtà è che di Tonno Rosso del Mediterraneo ce n’è un’infinità e soggetti che con il Mediterraneo non hanno nulla a che vedere si fanno i classici ‘bagni’. Mentre alla Sicilia, alla Calabria e alla Sardegna – per citare tre Regioni – assegnano quote di pesca miserabili!

La gestione del Tonno Rosso del Mediterraneo è allucinante: è una delle operazioni colonialistiche più colonialistiche della storia del colonialismo: pensate che in Sicilia non si può più nemmeno montare una Tonnara antica: per farlo bisogna chiedere il permesso alla UE e ad altre organizzazioni internazionali nate non si come (anche se è chiaro il perché).

Il risultato è che il Tonno Rosso del Mediterraneo, n Sicilia, s pesca ormai di ‘sgarrupo’: lo pescano di nascosto e, per evitare il sequestro, lo nascondono di qua e di là. Siccome il Tonno, se non è messo sotto ghiaccio, con le alte temperature va a male, ecco che i caso di persone che mangiano il Tonno e si beccano la Sindrome sgombroide non si contano più!

Speriamo che questo nuovo sindacato metta fine a questa vergogna per consentire ai nostri pescatori di pescare nel nostro mare: mare nostro che organizzazioni internazionali, da anni, hanno dato a gruppi internazionali che si stanno arricchendo nel mercato giapponese.

 

Il grande affare del Tonno Rosso del Mediterraneo: il mercato del Giappone e gli interessi che si scontrano

Foto tratte dal Blog dei lavoratori forestali

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