Il grande affare del Tonno Rosso del Mediterraneo: il mercato del Giappone e gli interessi che si scontrano/ MATTINALE 304

8 giugno 2019

Dietro il mancato decollo della Tonnara di Favignana potrebbe non esserci solo l’antimeridionalismo leghista. Proviamo a illustrare i grandi interessi economici che si celano dietro la pesca del Tonno Rosso del Mediterraneo. Scopriremo che il ruolo dell’Italia e dei Paesi dell’Europa mediterranea non è centrale. Tutto ruota attorno al mercato del Giappone, che paga questo prodotto ad un prezzo otto-dieci volte maggiore del prezzo in Italia… Illegale il Tonno venduto in Sicilia?   

Oggi dedichiamo il nostro Mattinale al ‘complicato’ mondo che sta dietro la pesca del Tonno nel Mediterraneo. In questi giorni ci siamo occupati dell’incredibile vicenda della Tonnara di Favignana, penalizzata da un sottosegretario leghista (QUI TROVATE I NOSTRI ARTICOLI). In realtà, la questione del Tonno Rosso del Mediterraneo è ben più complessa. E forse l’antimeridionalismo leghista – che c’è – non è la sola spiegazione. Proviamo, per sommi capi, a raccontare cosa c’è dietro un grande affare che arriva in Giappone. E che, in buona parte, non è controllato dalle marinerie dei Paesi dell’Europa mediterranea.

Cominciamo col dire che le carni del Tonno Rosso del Mediterraneo sono tra le più pregiate al mondo. Questo, ormai da tempo, ha scatenato gli ‘appetiti’ di chi, grazie alla pesca di questo Tonno del Mediterraneo, ha guadagnato e continua a guadagnare una barca di soldi.

Il mercato che apprezza e paga fior di quattrini per avere a disposizione il Tonno Rosso del Mediterraneo è quello giapponese. I pescatori italiani di Tonno Rosso del Mediterraneo non hanno interesse a portare gli esemplari pescati nel mercato del nostro Paese. Per un motivo semplice: perché i giapponesi pagano il Tonno Rosso del Mediterraneo ad un prezzo sette-otto dieci volte superiore al prezzo del Tonno in Italia!

Facciamo un esempio. A Palermo il prezzo del Tonno Rosso del Mediterraneo, in questi giorni, oscilla da 5 a 6-7 euro al Kg. Sotto il profilo economico è un non-senso vendere il Tonno Rosso del Mediterraneo a Palermo e, in generale, in Sicilia, dal momento che il Giappone – sempre in questo momento – paga senza problemi il Tonno Rosso del Mediterraneo a 35-38-40 euro al Kg!

Ricordiamo che il Giappone, a differenza dell’Italia – finita nella truffaldina ‘trappola monetaria’ dell’euro – è un Paese libero, con una propria sovranità politica (nessuno gli impone il Ministro dell’Economia, come accade in Italia!) e con una propria sovranità monetaria. Il Giappone ha un debito pubblico che è oltre due volte superiore al debito pubblico italiano, ma nessuno gli impone ‘pizzi’ (l’Italia paga circa 90 miliardi di euro all’anno di interessi!).

Il Giappone stampa liberamente moneta e va avanti: è un Paese ricco e si può permettere di pagare il Tonno del Mediterraneo a 35-40 euro al Kg, per la gioia di chi glielo fornisce: per lo più le ‘Navi fattoria’ che scorrazzano liberamente nel Mediterraneo. E per la gioia di chi lo mangia (ricordiamo che sushi e sashimi sono due piatti tipici della cultura giapponese: e le carni di Tonno Rosso del Mediterraneo sono tra le più richieste per preparare questi piatti).

Il volume di affari è enorme e l’Italia gioca un ruolo irrilevante.  

Che significa questo? Che il Tonno Rosso che arriva sul mercato di Palermo e, in generale, nelle altre città della Sicilia è un’anomalia. Ragioniamo sui ‘numeri’: che senso ha vendere questo pesce pelagico nei mercati della nostra Isola quando in Giappone lo si può piazzare a un prezzo otto-dieci volte superiore? Economicamente parlando non ha alcun senso!

E allora? Semplice: chi in Sicilia ha pescato gli esemplari di Tonno Rosso del Mediterraneo non è stato nelle condizioni di portarlo in Giappone, o perché non ha a monte un’organizzazione, o perché… o perché si tratta di Tonno fuori quota e, di conseguenza, leggermente illegale…

Nei giorni scorsi, parlando dell’ingiustizia subita dai titolari della Tonnara di Favignana, abbiamo familiarizzato con il concetto di “quota tonno”. 

Siccome negli anni passati – proprio per il grande business di questo prodotto in Giappone – si pescavano troppi esemplari di Tonno Rosso del Mediterraneo, l’ICCAT – che è la Commissione internazionale che tutela i pesci pelagici in tutti i mari del mondo – ha deciso che la pesca al Tonno Rosso del Mediterraneo andava ridotta.

Così l’ICCAT, ogni anno, assegna le quote di pesca di Tonno Rosso del Mediterraneo ad ogni Paese del mondo che ne fa richiesta. Ogni Paese può pescare un certo numero di esemplari: raggiunta la quota assegnata, la pesca di questo pesce diventa illegale.

La cosa strana è che il Mediterraneo – mare chiuso che dovrebbe essere dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo – per la pesca del Tonno Rosso del Mediterraneo non ospita solo imbarcazioni dell’Europa mediterranea, ma imbarcazioni di mezzo mondo che fanno affari con il Giappone!

Chi sono i Paesi che vengono favoriti? In teoria nessuno, perché l’ICCAT è al di sopra delle parti. C’è da crederci? Noi non ci crediamo. Anche perché sappiamo che l’Italia, in questo ‘giro’, non è determinante. E sappiamo anche che le marinerie siciliane non vengono certo favorite. C’è chi ci guadagna, certo. Anche riuscendo a portare gli esemplari di Tonno Rosso pescati in Giappone. Ma, nel complesso, a fare i grandi ‘numeri’ con il Tonno Rosso del Mediterraneo sono altri.

Torniamo adesso in Sicilia. Dove, nelle ultime settimane, in tante città sono stati registrati casi di “Sindrome sgombroide”. Abbiamo scritto che il Tonno Rosso che circola nella nostra Isola è in buona parte anomalo: è un prodotto che non è stato collocato in Giappone ed è finito nelle città siciliane grandi e piccole.

Come viene pescato? Verosimilmente sono le imbarcazioni che vanno con i palangari per la pesca del pescespada che, casualmente, pescano i Tonni Rossi del Mediterraneo. Per queste imbarcazioni che ‘casualmente’ pescano esemplari di Tonno Rosso sono previste particolari “quote”: che, a quanto pare, quest’anno, sono state saturate in tempi molto brevi.

Quando le “quote” sono esaurite, beh, non rimane che una via: fare arrivare comunque il il Tonno Rosso a terra e sperare di non essere ‘beccati’ dalle autorità.

A giudicare da quello che abbiamo letto sui giornali siciliani gli esemplari di Tonno Rosso pescati “fuori quota”, quest’anno, debbono essere stati veramente tanti, se è vero che ci sono stati tanti sequestri.

Ma questo non ha fermato la vendita: tant’è vero che quest’anno ‘a tunnina – come la chiamano a Palermo (la frase, in realtà, è più colorita: “Scalò ‘a tunnina”, che significa che il prezzo si è abbassato) – si vende a 5-6 euro al Kg: prezzo accessibile.

Ma sui giornali abbiamo letto che sono stati registrati tanti casi della già citata “Sindrome sgombroide”: patologia che può diventare anche pericolosa, che si può manifestare mangiando tonno conservato male (il consiglio che vi diamo è di non acquistare Tonno Rosso per le strade: acquistatelo nelle pescherie, dove il ghiaccio non manca). (QUI UN NOSTRO ARTICOLO SULLA SINDROME SGOMBROIDE)

Come concludere questa nostra disamina? Manifestando un dubbio che abbiamo manifestato già quattro anni fa, quando per La Voce di New York abbiamo firmato un’inchiesta sul Tonno Rosso del Mediterraneo (QUI LA NOSTRA INCHIESTA SU LA VOCE DI NEW YORK).

La presenza di grandi quantitativi di Tonno Rosso del Mediterraneo nelle città siciliane, i tanti sequestri di Tonni pescati illegalmente ci dicono che nel nostro mare, come quattro anni fa, di esemplari di Tonno Rosso del Mediterraneo ce ne debbono essere veramente tanti. Per la gioia – lo ribadiamo – di chi fa affari con il Giappone.

Quattro anni fa denunciavamo la presenza eccessiva di Tonni nel Mediterraneo. Cosa, questa, che aveva provocato la scomparsa delle sardine e delle alici, che rappresentano il principale nutrimento dei Tonni.

Questo aveva provocato problemi enormi all’industria conserviera di pesce azzurro della Sicilia, costretta ad acquistare sardine e alici da chissà dove. Per non parlare di chi ha delocalizzato la propria azienda e di chi ha chiuso.

Ma, si sa, dove il maggiore c’è il minore cessa: e l’affare del Tonno Rosso del Mediterraneo venduto in Giappone è di gran lunga più importante della lavorazione del pesce azzurro di Sciacca e di Porticello, per citare due esempi.

Alla luce di quanto avete letto la vicenda della Tonnara di Favignana può essere ‘letta’ sotto un’altra luce. La Sicilia, un tempo, era piena di Tonnare. Che oggi, anche con costi fissi elevati, potrebbero diventare fonte di economia, sia vendendo il Tonno Rosso al Giappone (come fa chi alleva il Tonno Rosso in Sicilia nelle gabbie ancorate a mare), sia coniugando le Tonnare tradizionali con il turismo.

Ma la ripresa delle classiche Tonnare siciliane legate al turismo toglierebbe prodotto a chi, oggi, con le reti di circuizione (e magari con gli aerei che aiutano ad avvistare i branchi di tonni), fa affari d’oro con il Giappone. La ripresa della Tonnara di Favignana sarebbe potuta diventare un esempio da imitare per Sciacca, Licata, le coste del Ragusano, Vendicari e via continuando con il resto della Sicilia. Meglio chiuderla subito…

Foto tratta da it.notizie.yahoo.com 

La crisi della pesca in Sicilia e lo strano ‘caso’ del Tonno Rosso del Mediterraneo

 

  

 

 

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