‘Compagna’ Teresa, che dobbiamo fare con il grano Senatore Cappelli?/ MATTINALE 428

16 ottobre 2019

La Sardegna e il Sud hanno rilanciato una varietà di grano duro antico che era stata abbandonata negli anni ’60 del secolo passato. E’ stato un lavoro duro che ha portato a risultati economici incredibili. Dopo di che il Nord ha fiutato il business e si è appropriato di questa varietà, creando un monopolio ‘nordista’. Prepotenze certificate anche dall’Antitrust. Ora tocca alla Ministra Bellanova intervenire per restituire questa varietà di grano agli agricoltori del Sud 

Ieri abbiamo dedicato ampio spazio alla vicenda della varietà di grano duro antico Senatore Cappelli, gloria e vanto della storia della cerealicoltura del Sud Italia, finita nelle mani di una società del Nord Italia che l’ha sostanzialmente privatizzata. Nell’unione Europea dell’euro governata dai liberisti (pensate un po’: i ‘presunti’ socialisti del PSE, sigla che sta per Partito Socialista Europeo al servizio dei capitalisti liberisti: e non si vergognano!), dove gli uomini sono considerati merci, è normale che su una di grano antico – cioè su un essere vivente – sia stato posto un ‘brevetto’. Oggi torniamo su una storia paradigmatica. E lo facciamo chiamando in causa l’attuale Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma è una renziana, e Renzi e il suo nuovo partito Italia Viva non hanno nulla a che spartire con gli interessi degli agricoltori. Renzi, semmai, tratta con gli industriali e con le organizzazioni agricole che fanno business sulla pelle degli agricoltori.

Magari chi obietta questo ha pure ragione. Ma noi riteniamo che sia arrivato il momento, per la Ministra Teresa Bellanova, di scoprire le carte. Il tempo delle operazioni di marketing politico è finito. Ora ci sono i fatti concreti.

La relazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sullo scippo del grano duro Senatore Cappelli, da parte di una società privata, ai danni degli agricoltori italiani – e, in particolare, ai danni degli agricoltori del Sud – è uno schiaffo ha chi ha privatizzato questa varietà di grano duro.

Certo, la decisione definitiva dell’Antitrust, con una probabile multa, arriverà il 20 di novembre. Ma, intanto, c’è un fatto politico. Lo scippo del grano Senatore cappelli è stato pesantemente stigmatizzato. Ed è uno scippo che è avvenuto quando Renzi era il capo del Governo italiano.

Quando è stata nominata Ministro, il nome di Teresa Bellanova è stato accompagnato dalla sua storia di ex bracciante agricola che non è riuscita a completare gli studi proprio perché ha iniziato a lavorare nei campi della Puglia da ragazzina. Un esempio importante di donna del Sud che ha fatto strada on le proprie forze.

Tutto giusto e tutto bello. Ora, però, è arrivato il momento di dimostrare che c’è un rapporto diretto tra il passato di donna di sinistra di Teresa Bellanova nel Sud Italia e il presente di Ministro delle Politiche agricole.

Lo scippo della varietà di grano duro Senatore Cappelli agli agricoltori italiani – e, come già ricordato, agli agricoltori del Sud Italia – è stato vergognoso. Questa varietà di grano duro antico è stata selezionata nei primi del ‘900 in Puglia, dal più noto genetista agrario di quegli anni, Nazareno Strampelli.

Coltivata fino agli anni ’60, è stata poi abbandonata quando si pensava che del grano duro era importante la quantità, non la qualità. Negli ultimi anni questa varietà è stata riscoperta sia per le caratteristiche organolettiche del grano (la pasta prodotta con il grano duro Senatore Cappelli è considerata tra le migliori in assoluto), sia perché si presta in modo egregio per la produzione in biologico (l’altezza della pianta la rende molto competitiva nei riguardi delle erbe infestanti).

Il grano duro Senatore Cappelli è stato riscoperto e valorizzato in Sardegna e nel Sud. Gli agricoltori sardi e del Sud Italia sono stati bravi: basti pensare che, a fronte del prezzo basso di un quintale di grano duro ordinario – prezzo da tre anni bloccato a 20 euro al quintale e solo negli ultimi mesi arrivato a 25-27 euro al quintale solo in certe zone del Sud – un quintale di grano duro Senatore Cappelli viene pagato 70 euro! Prezzo che arriva a 90 euro al quintale per il grano Senatore Cappelli coltivato in biologico.

Ma siccome il Sud viene considerato la colonia italiana, al Nord hanno fatto il seguente ragionamento:

“I cafoni hanno creato qualcosa di importante. Hanno rilanciato varietà di grano duro antico che si vende a un prezzo tre-quattro volte superiore al prezzo del grano duro ordinario. Una cosa del genere è troppo importante e non può essere lasciata nelle mani dei cafoni del Sud. Togliamogliela subito e prendiamocela noi!”.

E così hanno fatto. Con la scusa della “moltiplicazione del seme” il Ministero delle Politiche agricole – nel 2016, tempo del Governo Renzi – ha assegnato questa varietà a una società privata a norma di legge.

Così una varietà di grano duro antico che era di proprietà di tutti – anche degli agricoltori del Nord (anche se il Nord con il grano duro non c’entra proprio nulla: lì si coltiva il grano tenero: il grano duro, per condizioni climatiche, è prerogativa del Sud) – è stata privatizzata.

Certo: tutti la possono coltivare: però se vuoi vendere il grano – che è la cosa più importante per un agricoltore – devi passare dai privati che hanno preso in gestione la varietà Senatore Cappelli. Di fatto, è stata creata una posizione dominante, o una condizione di monopolio, come l’ha definita il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino.

Da qui il ricorso all’Antitrust. Che ha dato ragione ai protagonisti del ricorso, dallo stesso Pottino all’europarlamentare Ignazio Corrao a GranoSalus del senatore Saverio De Bonis e via continuando.

Ora la parola passa alla citata Ministra Bellanova. Perché, come scriviamo da qualche giorno, l’Antitrust non ha alcun potere sul Governo e sulla ‘privatizzazione’ di questa varietà di grano antico: l’Antitrust può solo comminare una multa.

Spetta al Governo – e in particolare alla Ministra Bellanova – intervenire, eliminando l’odiosa condizione di monopolio che è stata creata.

E’ inutile girarci attorno. Anche se al Nord stanno cercando di accreditarsi come produttori di pasta di grani antichi – peraltro in modo goffo e non senza strafalcioni (ribadiamo: la zona d’elezione per la coltivazione del grano duro è il Sud e non il Nord!) – la valorizzazione del grano duro Senatore Cappelli è iniziata al Sud ed è al Sud che deve tornare senza monopoli da parte del Nord.

La Ministra Bellanova, tra le altre cose, è anche meridionale. Bene: intervenga subito. Revochi immediatamente i provvedimento adottati ai tempi del Governo Renzi contro gli agricoltori del Sud e restituisca al Sud ciò che è del Sud.

Noi siamo certi che la Ministra eliminerà il monopolio del Nord su questa varietà storica di grano duro del Sud. In ogni caso saremo qui e su questa vicenda non molleremo di un millimetro!

Foto tratta da Sputnik Italia  

 

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