Ignazio Corrao: “La Ministra Bellanova tolga il grano Cappelli dalle mani della SIS”

15 ottobre 2019

L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia e Sardegna, Ignazio Corrao, alla luce delle considerazioni espresse dall’Antitrust, invita la Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova (quella “di sinistra”), a restituire agli agricoltori italiani – e soprattutto agli agricoltori del Sud – la varietà di grano duro Senatore Cappelli finita nelle mani di un gruppo privato   

“Abbiamo avuto ragione: Hanno cercato di monopolizzare e di lucrare sulla varietà di grano Senatore Cappelli, patrimonio del nostro Sud. Adesso chi ha sbagliato paghi e soprattutto si restituisca il Senatore Cappelli ai piccoli produttori dopo anni di abusi”.

Lo ha dichiarato il deputato europeo Ignazio Corrao alla luce delle risultanze dell’Autorità Antitrust che lo stesso Corrao aveva contribuito ad avviare attraverso le sue segnalazioni.

Proprio ieri abbiamo pubblicato un articolo sulla relazione dell’Antitrust sullo scippo del grano duro Senatore Cappelli. 

“Sono molto soddisfatto della relazione dall’Autorità Antitrust – prosegue l’eurodeputato – perché non lascia più dubbi. Ci sono state pratiche sleali, sfruttamento di una posizione di forza, diniego ingiustificato della fornitura delle sementi a coltivatori non aderenti ad una nota associazione di categoria e ingiustificati aumenti di prezzo del 60%. Tutto ciò è successo dopo l’accordo in esclusiva che il CREA aveva sottoscritto con la SIS, una delle una delle principali imprese sementiere italiane. Tale accordo autorizzava la società sementiera a gestire la riproduzione del seme Cappelli bio per 15 anni. E invece così facendo hanno di fatto realizzato una pratica commerciale sleale”.

“E’ stata una battaglia importante – spiega ancora Corrao – portata avanti al fianco degli agricoltori e degli iscritti alle altre associazioni di categoria che erano stati esclusi. Ho portato personalmente la vicenda all’attenzione delle istituzioni europee prima interrogando la Commissione UE e poi fornendo tutta la documentazione all’Autorità Antitrust che oggi si è espressa. E’ un fatto storico che l’Autorità Antitrust abbia mostrato inequivocabilmente il tentativo di una società privata di accaparrarsi abusivamente di un patrimonio agricolo appartenente tutti noi, ma soprattutto di farne profitto a danno dei coltivatori di grano Cappelli”.

“Attendiamo ancora la decisione finale dell’Autorità Antitrust – conclude Corrao – ma è chiaro che adesso, alla luce di quanto emerso, il Ministro Bellanova debba togliere senza appello il grano Cappelli dalle mani di SIS per restituirlo a tutti quei piccoli produttori che fino ad oggi sono stati danneggiati. Restiamo a disposizione degli attori istituzionali per stilare un programma concreto sullo sviluppo e la tutela della filiera dei grani antichi”.

L’appello di Corrao alla Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, è corretto: l’Antitrust, infatti, non ha alcun potere né sul Governo italiano, né sui privati che hanno, di fatto, ‘privatizzato’ una delle più importanti varietà di grani antichi del Sud Italia.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato può solo comminare una contravvenzione: spetta al Governo nazionale restituire questa storica varietà di grano duro agli agricoltori italiani.

Crediamo che Teresa Bellanova, donna del Sud di sinistra – com’è stata presentata all’atto della sua nomina – non dovrebbe avere difficoltà a ridare agli agricoltori italiani – soprattutto agli agricoltori del Sud – ciò che gli è stato tolto.

La parola passa al Governo nazionale. Del quale il Movimento 5 Stelle fa parte. Corrao – anche se esponente del Movimento 5 Stelle – non ha certo il potere di imporre al Governo di restituire a tutti gli agricoltori italiani la varietà Senatore Cappelli.

Ma il Movimento 5 Stelle, visto che è al Governo, questo lo può fare.

Vedremo.

P.s.

Per la cronaca, Corrao è un europarlamentare eletto nel collegio Sicilia-Sardegna: due Regioni dove il grano Senatore Cappelli non si può più vendere come tale senza il ‘permesso’ della SIS. La Sardegna, tra l’altro, è la Regione che ha rilanciato il grano duro Senatore Cappelli.

 

 

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