Divisioni nel PD, divisioni tra i grillini: ma questi come pensano di governare l’Italia?/ MATTINALE 408

25 settembre 2019

Il Movimento 5 Stelle è sempre più diviso. E l’obiettivo dei dissidenti non è Luigi Di Maio, come sembrerebbe, ma chi ha messo i grillini “in minoranza nel Consiglio dei Ministri” (Beppe Grillo?). Intanto Matteo Renzi, con il suo nuovo soggetto politico, ha cominciato a ‘scavare’ nel PD e tra gli alleati di questo partito per fare proseliti. Il tutto in un Governo dove si parla solo di come tassare gli italiani…

Il dato politico che emerge in queste ore in Italia è il caos. Anche se ancora non viene fuori con chiarezza, mascherata da una polemica sui troppi poteri concessi a Luigi Di Maio, è chiaro che nel Movimento 5 Stelle non tutti hanno ‘digerito’ l’accordo con il PD. Nella polemica sollevata in queste ore dal senatore grillino Mario Michele Giarrusso, c’è un passaggio nel quale si sottolinea un paradosso: un partito che in Parlamento ha il doppio dei parlamentari rispetto all’alleato di Governo (leggere il PD) si ritrova in minoranza nel Consiglio dei Ministri!

Sì, avete letto bene: il partito – sempre con riferimento al PD – che il 4 marzo 2018 ha perso pesantemente le elezioni, che alle successive elezioni europee di quest’anno ha perso altri 110 mila voti e forse più rispetto alle catastrofiche elezioni politiche si ritrova in maggioranza nel Consiglio dei Ministri!

E – aggiungiamo noi – si è presa anche l’unica poltrona di Governo dell’Italia in seno alla Commissione Europea con il fallimentare ex capo del Governo, Paolo Gentiloni.

I grillini, nei quattordici mesi di Governo con la Lega, non hanno brillato. Ma non si capisce il perché, nell’attuale Governo, tutte le più importanti leve di comando siano finite al PD.

E’ evidente che ‘qualcuno’ ha deciso così. Ed è altrettanto evidente, considerato che l’Italia non ha più piena sovranità politica (emblematica la mancata nomina di Paolo Savona a Ministro dell’Economia nel passato Governo Giallo-Verde: nomina bloccata dall’Unione Europea), che a dare le ‘carte’ in Italia, in questo momento, sia la stessa UE, che ha affidato gli incarichi più importanti alla forza politica che ritiene più ‘fedele’: il PD.

Ci sono, però, due problemi.

Il primo problema è che il PD, appena preso il controllo del Governo italiano, con la sponda di quella parte dei grillini favorevoli all’alleanza con lo stesso Partito Democratico, ha cominciato subito a ipotizzare nuove tasse da appioppare agli italiani: IVA sulla patente, tassa sulle merendine, tasse sulle bibite gassate, tasse sui biglietti aerei e l’incredibile attacco al mondo agricolo con la proposta del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, di incrementare di anno in anno il costo del carburante per i mezzi utilizzati per i lavori nei campi: proposta che ha scatenato le dure proteste del mondo agricolo.

Il secondo problema è legato al primo. Fino ad ora – lo ribadiamo – una chiara opposizione di una parte dei grillini all’attuale Governo non è venuta fuori, ma le critiche a Luigi Di Maio, di fatto, potrebbero anticipare una possibile spaccatura nel Movimento 5 Stelle tra chi è favorevole all’attuale Governo e chi, invece, vorrebbe rimettere in discussione non tanto il Governo, quanto l’assurda composizione di questo Governo – ribadiamo: probabilmente imposta dalla UE – dove il PD detta legge.

Sull’Adnkronos leggiamo una dichiarazione del citato senatore grillino Mario Michele Giarrusso che attacca frontalmente Di Maio.

“Se penso che Di Maio abbia troppi poteri? – dice Giarrusso -. Sì, dovrebbe lasciare tutti gli incarichi. Non vedo quale esperienza possa vantare agli Esteri. Abbiamo perso 6 milioni di voti, siamo in minoranza in Consiglio dei ministri”.

Giarrusso, stando sempre a quello che leggiamo su Adnkronos, conferma che sarebbe in preparazione un documento per chiedere a Di Maio di fare un passo indietro: “Ci stiamo lavorando”.

E ancora Giarrusso:

“Noi dobbiamo riportare la democrazia nel Movimento. Chiediamo a gran voce un intervento di Beppe Grillo”.

Noi non crediamo che l’obiettivo di queste polemiche sia il solo Di Maio. Del resto, il richiamo a Beppe Grillo è emblematico. Così com’è impensabile che il PD, da solo, abbia ‘convinto’ i grillini a cedere i più importanti Ministeri e il posto nella Commissione Europea, è altrettanto impossibile che Di Maio, da solo, abbia deciso di mettere in minoranza il Movimento 5 Stelle in Consiglio dei Ministri!

E’ evidente che questa scelta è passata dalle alte oligarchie dello stesso Movimento 5 Stelle, con in testa Beppe Grillo. Del resto – e questo non è un mistero – è stato lo stesso Grillo a imporre l’alleanza con il PD.

Ma un conto è un’alleanza politica tra due partiti che danni vita a un Governo, mentre altra e ben diversa cosa è la cessione delle più importanti cariche di Governo e dell’unico posto nel Governo della UE a un partito che – lo ribadiamo – in Parlamento ha la metà dei deputati e dei senatori del Movimento 5 Stelle.

In tutto questo il CETA, oltre ad affossare l’agricoltura del Sud (e questo era nel conto), sta affossando anche la grande agro-industria del Nord: e questo non era messo nel conto. Sì, questo è un ‘grande casino’, perché se il Sud crepa, non gliene frega niente a nessuno, ma il Nord non si tocca…

Cosa vogliamo dire? Che il vero obiettivo dei dissidenti grillini sono le scelte operate da Grillo (noi quindici giorni addietro abbiamo scritto che Grillo sta lavorando per la fusione tra Movimento 5 Stelle e PD: e l’alleanza alle regionali in Umbria non fa che confermare la nostra tesi).

Insomma, l’attacco a Di Maio – che nei prossimi giorni dovrebbe sempre più salire di tono – potrebbe essere prodromico a una resa dei conti sugli equilibri nel Governo.

Non va meglio del PD. Dove, dopo la scissione di Matteo Renzi, è in corso un assestamento all’interno del PD. Per ora la scissione ha interessato i parlamentari. Ma piano piano si va trasferendo nei territori, dentro il PD e tra gli alleati.

Per ora – probabilmente su ‘ordine’ di un ‘Grande democristiano’ che, in realtà, nella DC non contava proprio nulla – non si registrano grandi sommovimenti. In Sicilia, ad esempio, due esponenti di quella che un tempo sarebbe stata la DC – l’attuale assessore regionale Roberto Lagalla e il ‘navigato’ Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussomeli – hanno detto che non passeranno, armi e bagagli, con Renzi.

Ma appunto perché l’hanno detto – formalmente per fare piacere al ‘Grande democristiano’ – non può essere escluso l’esatto contrario. Piaccia o no, ma Renzi, per tanti ex democristiani, non potrà che diventare l’inevitabile riferimento. Nessuno, infatti, crede ai sondaggi che danno il PD di Zingaretti al 22%: inevitabilmente – lo ribadiamo – il nuovo soggetto politico di Renzi diventerà l’approdo di tanti ex democristiani.

Queste polemiche interne ai grillini e tra PD e Renzi – destinate ad acuirsi – non potranno non avere riflessi sull’attività di Governo.

Un Governo che, invece di parlare di sviluppo, parla di tasse. La tragicomica dichiarazione del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che vuole reperire fondi con la lotta all’evasione fiscale premiando chi utilizza bancomat e carta di credito dà solo la misura di un Governo in totale confusione.

Storicamente, i Governi che cercano fondi con la lotta all’evasione fiscale nei Paesi con elevata pressione fiscale (e l’Italia è tra i Paesi con la più elevata pressione fiscale del mondo) sono alla frutta. 

Conte, addirittura, vorrebbe combattere l’evasione fiscale recuperando sul contante, che in Italia è appena il 7% della liquidità! (a meno che l’obiettivo non sia quello di controllare la vita degli italiani: ma noi non crediamo Conte voglia arrivare a questo per conto dell’Unione europea dell’euro…)

Ragazzi, l’Italia è veramente messa male!

Come si direbbe dalle nostre parti:

Ma chisti unn’hanno a ghiri? 

Foto tratta da Today

 

 

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