La Sicilia come la Grecia: e venne l’ora delle svendite! E sull’Etna il sindaco di Linguaglossa…

23 settembre 2019

La storia la leggiamo sul quotidiano La Sicilia. Dove il sindaco Salvatore Puglisi ha bloccato un’operazione di un gruppo di privati senza tanti complimenti: “I pantaloni li sappiamo portare, anzi non ce li ‘caliamo’…”. Ma la situazione resta critica in tutta la pubblica amministrazione lasciata senza soldi dagli ascari del centrosinistra che hanno ‘ascareggiato’ nella passata legislatura

Il caso più eclatante lo si legge nel quotidiano La Sicilia, dove il sindaco di Linguaglossa, Salvatore Puglisi, sbotta:

“Ma secondo voi è pensabile dare l’Etna a un privato per trent’anni in cambio di 10 mila euro l’anno?”.

Il no secco del sindaco arriva dopo la proposta di un gruppo di privati che, in un Paese civile, si sono offerti di fare quello che, di solito, fanno le pubbliche amministrazioni: costruire infrastrutture – in questo caso una strada più altre strutture – per consentire ai turisti di accedere all’Etna.

Quello che impressione in questa storia – tipica dell’Europa dell’euro finita nelle mani dei liberisti-affaristi – è un aspetto per certi versi paradossale: una risorsa come l’Etna, con i suoi irripetibili paesaggi unici al mondo, che dovrebbe rendere ricca la popolazione di questi luoghi, diventa occasione per fare arricchire i privati alla faccia dell’interesse pubblico!

Come potete leggere nell’articolo de La Sicilia, di mezzo c’è la valorizzazione di un versante dell’Etna e della valle del fiume Alcantara (prima Riserva naturale fluviale della Sicilia). Ribadiamo: dovrebbe essere un’occasione di ricchezza per questi luoghi, invece tutto si verifica in un’atmosfera di privati che vorrebbero prendersi tutti per il classico piatto di lenticchie!

E meno male che, a Linguaglossa, c’è un sindaco che ha replicato così:

“I pantaloni li sappiamo portare, anzi non ce li ‘caliamo’. Forse, invece, qualcuno pensava che lo avremmo fatto…”.

Tutto succede perché in un’Unione Europea di massoni e banditi la gestione pubblica dei beni pubblici è stata cancellata e dove tutto deve essere affidato ai privati che speculano e spesso distruggono l’ambiente per fare solo utili. Una vergogna senza fine, se pensiamo che questa Europa presunto-unita è stata voluta anche dai finti socialisti del PSE venduti al liberismo!

Molti ‘pezzi’ della Sicilia, oggi, sono in vendita. Anzi dobbiamo ringraziare l’attuale Governo regionale che, per esempio, ha bloccato la svendita delle Terme di Sciacca e Terme di Acireale. Ma già ci sono ‘lamentele silenziose’ da parte degli ascari che pensavano di aver venduto i due ‘gioielli’ agli esteri di turno…

In Grecia hanno fatto così: prima l’Unione Europea l’ha massacrata per un debito di 300 miliardi di euro questo Paese, imponendo tagli incredibile di impiegati pubblici (oltre il 50% licenziati), tagli negli ospedali pubblici e via continuando con le politiche del ‘rigore’. Poi è arrivata svendita di porti, aeroporti e quant’altro!

Dopo avere rapinato il Paese che è la culla dell cultura occidentale questa gentaglia si sciacqua la bocca con parole come “democrazia”, “pluralismo” e fanno anche approvare dal Parlamento Europeo – istituzione che non vale niente, perché non conta niente, a parte il costo di 24 mila euro al mese per ogni eurodeputato – una risoluzione che equipara il nazismo al comunismo. E fa fanno pure votare ai solito ‘socialisti europei’ senza socialismo. Senza vergogna!

Sarebbe, però, un errore assolvere la politica siciliana, fatta anche dei già citati ascari e di chi, per sopravvivere in termini elettorali, gioca ancora con i precari della pubblica amministrazione che non finiscono mai.

Nel silenzio assoluto, oggi, in Sicilia, più della metà di tasse e imposte comunali pagate dai cittadini non servono per erogare servizi agli stessi cittadini, ma per pagare i precari e, in generale, personale comunale stabilizzato.

Se provate a fare un’indagine nei Comuni siciliani scoprirete che negli uffici comunali i vincitori di concorso si contano sulla punta delle dita: la stragrande maggioranza è fatta da personale raffazzonato, assunto con il metodo del precariato. Tutti su una linea retta: Comuni, precari, posto di lavoro senza concorso, voti…

In questa Sicilia con una Regione impoverita abbiamo adesso gli amministratori comunali che, quando il Governo nazionale di Renzi e il Governo regionale di Rosario Crocetta svuotavano le ‘casse’ della Regione siciliana, tra prelievi banditeschi e ‘Patti scellerati’, non dicevano nulla; mentre oggi lamentano di essere senza risorse.

E dov’erano questi signori nel 2014 e nel 2016?

Così, adesso – con un modello Grecia corretto, più soft per non dare nell’occhio – ecco che i Pantani della Sicilia orientale sono finiti ai tedeschi, ecco che ‘pezzi’ importanti della Grande distribuzione organizzata siano finiti sempre ai tedeschi (leggere Lidl), ecco che al confine della Riserva naturale di Torre Salsa ci siano pronti gli austriaci della ADLER (un po’ tedeschi anche loro, no?).

Ecco che per le miniere di sali potassici della Sicilia – mai sfruttate, a parte Psquasia per alcuni anni – si parla ancora di tedeschi!

In tutto questo la Regione siciliana è senza soldi, ma non contesta, ad esempio, il comportamento della Commissione Paritetica che ha avallato operazioni tutt’altro che limpide sull’IVA e sull’IRPEF che spetta alla Regione siciliana. Ignorando una relazione nella quale è stato messo nero su bianco!

Le Province siciliane senza soldi restano in piedi, anche se non erogano ai cittadini i servizi previsti dalle legge!

I Comuni dell’Isola senza soldi che – come già ricordato – prima devono trovare i soldi per pagare i precari e poi, se resta tempo e denaro, si occupano dei cittadini. Comuni sempre a caccia di soldi con nuove tasse e imposte a carico dei cittadini: che esistono soltanto per essere ‘spremuti’.

Eclatante il ‘caso’ di Palermo dove la pressione fiscale è alle stelle tra tasse, imposte, autovelox, ZTL, dove la città è allo sbando, ma dove il Comune invia ‘cartelle esattoriali’, non capendo che chi è indebitato e non paga, non paga perché non ha come pagare!

Ma, si sa, lu sazio nun cridi a lu diunu…    

La Regione siciliana prepara il rilancio delle Terme di Acireale e Sciacca 

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