J'Accuse

E se Beppe Grillo avesse già ‘chiuso’ l’accordo per far confluire il Movimento nel PD?

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Questo spiegherebbe perché tutti i più importanti Ministeri del Governo Conte bis e la poltrona di commissario europeo sono stati assegnati al PD. Se risulterà vera la nostra ipotesi, Grillo si considererebbe già ‘dentro’ il PD. Diverso il discorso per deputati e senatori grillini che, fino ad ora, lo hanno seguito per non andare a casa…

Sulla pagina Facebook de L’Altra Sicilia vene pubblicata una foto con le facce di quattordici uomini politici tutti riconducibili al PD. Ci sono tre errori: Sergio Mattarella è il Presidente della Repubblica, Paolo Gentiloni è il nuovo commissario europeo, mentre David Sassoli è il presidente del Parlamento europeo. La cosa vera è che sono tre esponenti del PD.

Anche Giuseppe Conte, nella foto, viene dato come esponente del PD. Qui, forse, c’è una forzatura.

Tutti gli altri – e sono dieci – sono tutti Ministri del nuovo Governo:

Roberto Gualtieri Ministro dell’Economia e delle Finanze;

Luciana Lamorgese, Ministro degli Interni (in questo caso la nomina sembra voluta dal PD);

Paola De Micheli, Ministro delle Infrastrutture;

Lorenzo Guerini, Ministro della Difesa;

Enzo Amendola, Ministro degli Affari europei;

Francesco Boccia, Ministro degli Affari regionali;

Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud;

Elena Bonetti, Ministro della Famiglia;

Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche agricole;

Dario Franceschini, Ministro del Turismo e della Cultura.

Il post, con relativa foto, è accompagnato dal seguente commento:

“NO COMMENT
4 marzo 2018: M5S 32%; PD 18%”.

Il post segnala un’oggettiva sproporzione: il Movimento 5 Stelle, che ha quasi il doppio dei voti del PD, ha preso Ministeri di grande peso, mentre i grillini, nel nuovo Governo, sono sacrificati.

Un’assurdità politica, poi, che i grillini abbiamo ceduto il post di commissario europeo al PD. A meno che…

A meno che – questo è quello che pensiamo noi – Beppe Grillo e, in generale, il ‘sistema’ che sta dietro il Movimento 5 Stelle non abbia già deciso di far confluire il Movimento nel PD.

Non sappiamo quanti deputati e senatori – se risulterà vera la nostra tesi – seguiranno Grillo nel PD. Ora è presto per dirlo, anche perché l’alternativa al Governo con il PD, per i parlamentari nazionali grillini, sarebbero state le elezioni anticipate e l’addio ad altre tre anni di legislatura.

A nostro modesto avviso, molti deputati e molti senatori grillini non sono d’accordo sull’eventuale scelta di Grillo di far confluire il Movimento nel PD: ma prenderanno le distanze strada facendo e si dissoceranno verso la fine della legislatura.

Insomma, il collante che tiene in piedi il Governo Conte bis sono le poltrone parlamentari. 

Vista dalla nostra angolazione – ovvero con il possibile tentativo di Grillo di intruppare il Movimento 5 Stelle nel PD – tutto si spiega meglio: si spiega, cioè, perché Grillo, che è il padre-padrone del Movimento, abbia ceduto al PD i più importanti Ministeri e la poltrona di commissario europeo: forse perché lo stesso Grillo (che nel passato, lo ricordiamo, si voleva iscrivere nel PD) si considera ‘ormai’ dentro il Partito Democratico…

Se le cose stanno così il timore dell’eurodeputato Ignazio Corrao circa la perdita dell’identità rivoluzionaria del Movimento 5 Stelle sarebbe già superato: perché il Movimento che ha conosciuto lo stesso Corrao non ci sarebbe già più! 

La scelta di Grillo potrebbe avere un’ulteriore spiegazione. Si dice che Matteo Renzi, tornato prepotentemente alla guida dei più importanti Ministeri italiani (sotto questo profilo, la segreteria di Nicola Zingaretti appare fragilissima), stia preparando la scissione: si dice che dovrebbe andare via portandosi la metà o giù di lì del PD per dare vita a una nuova formazione politica.

I grillini, in parole ancora più semplici, dovrebbero sostituire i renziani.

Che cosa c’entro questo con la storia del Movimento 5 Stelle non si capisce: ma come ha notato molto bene Lillo Massimiliano Musso, il “tradimento” di Grillo non è di ora: è iniziato molto prima e, precisamente, quando ha abbandonato le posizioni anti-euro.     


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