Cambiamenti climatici e “complottisti” Gli effetti sugli olivi della Sicilia occidentale. E sulle api/ MATTINALE 390

4 settembre 2019

Lo scorso giugno, quando sembrava che l’annata olivicola sarebbe andata bene, Giovanni Cicciarella, l’agricoltore del Ragusano che, da anni, osserva i cambiamenti climatici, ci ha detto che nella Sicilia occidentale la produzione di olive sarebbe crollata. E pare che sia così. Un “complottista” che ha descritto con anticipo quello che sta succedendo. Coldiretti ci dice che, sempre a causa di avversità climatiche, l’Italia quest’anno perderà il 50% della produzione di miele. “Complottisti” anche loro?   

Quando, negli ultimi giorni di giugno, ci siamo fatti una chiacchierata con Giovanni Cicciarella – un agricoltore della provincia di Ragusa che, da anni, osserva i mutamenti climatici in Sicilia – si dava per scontato che, quest’anno, l’annata olivicola sarebbe stata, se non eccezionale, quanto meno buona. E, in effetti, i presupposti per una buona annata, dopo la tragica riduzione della produzione di olive da olio dello scorso anno, sembrava ci fossero tutti.

Giovanni Cicciarella, però, ci ha raccontato che, a suo parere, l’annata olivicola, anche quest’anno, sarebbe stata scadente. A noi le sue previsioni sembravano un po’ forti. Di solito, là dove non si interviene con certe pratiche agronomiche che mitigano quelle che venivano chiamate e, in parte, vengono ancora oggi chiamate annate di ‘carica’ e annate di ‘scarica’, la differenza produttiva tra un anno e il successivo si nota sempre.

Però Cicciarella tagliò corto:

“Non è un problema di annate di ‘carica’ e annate di ‘scarica’ – ci ha detto -. In queste riduzioni di produzioni non c’è niente di naturale”.

Riportiamo qui di seguito alcuni passaggi della chiacchierata fatta con Giovanni Cicciarella lo scorso giugno:

“Cicciarella ci ha fatto notare uno strano pulviscolo che si vede con chiarezza nel cielo all’alba. Abbiamo deciso di scrivere questo articolo partendo da fatti oggettivi – il grande caldo di questi giorni – ma confessiamo che, da una decina di giorni, all’alba, da Palermo, oltre ai gabbiani che si catapultano nell’immondizia abbandonata nelle strade a caccia di cibo, abbiamo notato questo pulviscolo. Un fenomeno naturale?

“Non esattamente – ci dice Cicciarella -. Si tratta di una foschia creata ad arte dagli aerei”. Per fare che cosa?

“Io, da agricoltore – ci dice sempre Cicciarella – guardo agli effetti. E, nella Sicilia orientale, non posso non vedere la crisi dell’agrumicoltura, con tanti agrumeti letteralmente distrutti. Così come ho notato che, là dove le piantagioni di agrumi sono protette da barriere frangivento, i danni sono inferiori”.

Facciamo notare a Cicciarella che, nella Sicilia orientale, tante piantagioni di arance rosse sono state colpite dal virus della Tristeza (COME POTETE LEGGERE QUI). “E’ vero – replica Cicciarella – c’è la Tristeza. Tutti gli agrumeti distrutti sono stati decimati da questo virus?”.

Cicciarella ci fa notare anche la presenza – sempre più diffusa, soprattutto in estate – di frutti senza sapore. Qui non possiamo che dargli ragione. Anche perché, occupandoci un po’ di agricoltura, soprattutto con la frutta estiva, abbiamo registrato, negli ultimi anni, decine e decine di casi di persone che si domandano – e in alcuni casi ci domandano – perché la frutta non ha sapore.

Ci fa notare anche la presenza di alcune patologie tra i bovini: “Riduzione della produzione del latte – ci dice Cicciarella – e problemi di mobilità”.

Poi ci racconta di altri effetti che ha notato:

“Una ridotta qualità nutrizionale – ci dice sempre l’agricoltore – un rallentamento nella crescita dell piante, una ridotta densità nella copertura vegetale. Quest’anno, per esempio – aggiunge – il fieno nativo o spontaneo scarseggia e, in alcune aree, è completamente assente”.

Cicciarella ci parla anche dell’olivo d’oliva: dopo la tragica annata dello scorso anno, quest’anno la situazione dovrebbe notevolmente migliorare. Sarà così? Il nostro agricoltore non sembra molto convinto: a suo avviso, in alcune aree della Sicilia la produzione di olive, rispetto all’anno passato, migliorerà; ma ci saranno alcune zone dove ci saranno problemi”.

Quello che ci ha detto a giugno Cicciarella si sta verificando: nella Sicilia occidentale – stando a quanto ci hanno raccontato alcuni agricoltori – la produzione di olive da olio, anche quest’anno, sarà scarsa.

Abbiamo chiesto il perché si sta verificando, anche quest’anno dopo lo scorso anno, un calo della produzione. La risposta degli agricoltori che abbiamo raccolto – con riferimento alla Sicilia occidentale – è stata la seguente:

“Avverse condizioni climatiche”.

Così abbiamo ripensato alla chiacchierata che ci siamo fatti con Giovanni Cicciarella lo scorso giugno, quando, alla nostra domanda sulla possibile spiegazione su quello che sta succedendo al clima della Sicilia ci ha detto:

“Succede che c’è il dubbio che qualcuno abbia deciso di controllare il clima. Controllano il caldo e il freddo. E questo, ovviamente, ha effetti sulle piante e sugli animali”.

Quando abbiamo scritto l’articolo lo scorso giugno mezzo mondo era colpito da un’ondata anomala di caldo: per esempio, in India, con temperature che hanno raggiunto i 51 gradi centigradi! E, ancora, 45 gradi in Portogallo, 44 gradi in Spagna. E caldo in Svezia, in Norvegia e in Germania.

“Queste temperature così alte – leggiamo in un articolo su Ambiente Bio – possono portare la popolazione a sviluppare malattie e ad avere attacchi di ictus, indipendentemente dalla fascia di età. L’acqua scarseggia e i fiumi e laghi nella regione hanno iniziato a prosciugarsi, con relativa preoccupazione per la scarsità dell’acqua”.

Il caldo anomalo, ormai, è una realtà. Cosa lo provoca? Secondo gli scienziati, il riscaldamento globale. E gli effetti?

“Da qui al 2080 – leggiamo sempre nell’articolo di Ambiente Bio – le morti provocate dalle ondate di calore potranno aumentare drammaticamente, nelle regioni tropicali e subtropicali. Non solo. I decessi incrementeranno anche in aree tradizionalmente meno calde come l’Europa e gli Stati Uniti. Le conclusioni – prosegue l’articolo – sono state pubblicate dal prestigioso giornale PLOS Medicine. E sono devastanti. Se non ridurremo le emissioni di gas serra, le ondate di caldo provocate dal climate change ci uccideranno, letteralmente”.

“Gli studiosi sono arrivati a queste conclusioni – leggiamo sempre nell’articolo di Ambiente Bio – analizzando diversi modelli predittivi, che tengono in considerazione i livelli di gas serra nell’atmosfera, le strategie di adattamento e la densità della popolazione in 20 Paesi. Le stime sono devastanti. Le Filippine potrebbero avere 12 volte più morti tra il 2031 e il 2080, a causa del caldo, rispetto al periodo 1971-2020. Incrementi significativi anche in Australia e Stati Uniti, dove i decessi aumenteranno di cinque volte. In Gran Bretagna di quattro volte”.

In questo scenario abbiamo letto l’articolo pubblicato da ICONA NEWS sul crollo della produzione del miele in Italia:

“In Italia sta crollando la produzione di miele, che nel 2019 è quasi dimezzata. L’allarme arriva dalla Coldiretti, che spiega come questo disastro sia da attribuire all’«andamento climatico anomalo» che quest’anno ha portato il nostro Paese a far fronte a un’enorme quantità di fenomeni meteo estremi, come «grandinate, trombe d’aria, tempeste d’acqua e vento e ondate di calore».

Torna il solito problema: l’andamento climatico anomalo.

“In questa situazione – leggiamo sempre su ICONA NEWS – le api non hanno potuto raccogliere il nettare e hanno prodotto pochissimo miele, trovandosi poi costrette a mangiarlo per poter sopravvivere. Il risultato è che la produzione italiana è quasi dimezzata, mentre stanno aumentando le importazioni dall’estero”.

«Quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto delle oltre 23,3 milioni di chili del 2018 – osserva la Coldiretti – mentre le importazioni sono risultate pari a 9,7 milioni di chili nei primi cinque mesi del 2019».

“Del miele importato – ci informa sempre ICONA NEWS – circa la metà arriva dall’Ungheria e quasi il 10% dalla Cina”.

P.s.

PRECISAZIONE: la chiacchierata con Cicciarella risale ai primi giorni di giugno. Siamo noi che abbiamo scritto l’articolo nei primi di luglio. 

 

QUI L’ARTICOLO DI ICONA NEWS

 

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