Industriali del vino 1-produttori siciliani di uva Grillo zero…

6 agosto 2019

A parole dicono che in agricoltura bisogna puntare sulla qualità. Poi, però, scopriamo che, a meno di due mesi dalla vendemmia, arriva una prescrizione che danneggerà gli agricoltori siciliani che hanno puntato su un vitigno di grande qualità – l’uva da vino Grillo – per tutelare gli interessi degli industriali del vino. E le organizzazioni agricole siciliane? Non pervenute…  

Incredibile ma vero. Invece di puntare sui vini di qualità, vista la gran massa di vino da tavola invenduta, in Sicilia si vanno a tagliare le gambe agli agricoltori che hanno puntato su un vitigno di alta qualità: la varietà Grillo! Per quest’anno chi nella nostra Isola produce uva da vino varietà Grillo si dovrà ‘sciroppare’ una riduzione della capacità commerciale da 140 a 110 quintali per ettaro. Traduzione: chi produce 140 quintali per ettaro di uva Grillo potrà commercializzarne solo 110 quintali!

La riduzione, chiesta dagli industriali del vino, costringerà gli agricoltori che producono più di 110 quintali per ettaro di uva Grillo a commercializzare come vino comune un prodotto di elevata qualità.

Perché questa prescrizione? Per ‘calmierare’ la produzione dei vini Grillo: riducendo la quantità di uva Grillo da commercializzare il prezzo del vino prodotto con vitigni Grillo dovrebbe mantenersi stabile o, addirittura, aumentare. Ma questa mossa non va certo a favore degli agricoltori che producono uva Grillo: va a favore degli industriali del vino!

Che dire? Che ‘calmierare’ la produzione di una varietà di uva di elevata qualità, che a propria dà luogo a vini al elevata qualità, è corretto. Ma è il metodo, e in particolare la tempistica, a non convincere proprio!

Quando si impone una riduzione del 20% della produzione di un vitigno – perché questo, di fatto, sta succedendo – lo si fa nel rispetto dei tempi: gli agricoltori vanno avvertiti otto-nove mesi prima. Il motivo è semplice: perché, se avvertiti per tempo, gli agricoltori effettuano una potatura diversa della pianta per ridurre la produzione per ottenere una migliore qualità delle uve.

Ma imporre a poco meno di cinquanta giorni dalle vendemmia una prescrizione del genere significa penalizzare gli agricoltori per tutelare gli interessi degli industriali del vino!

Infatti: che se ne faranno, gli agricoltori, di 30 quintali di uva Grillo? Dovranno svendere tale uva di pregio che andrà ad alimentare la gran massa di vino da tavola che oggi non si sa come commercializzare!  

Quello che sta succedendo è, per gli agricoltori siciliani che producono uva Grillo, un doppio non senso: un non senso agronomico e un non senso economico: due non sensi tra loro strettamente interconnessi.

E’ un nonsenso agronomico perché, come già sottolineato, una prescrizione del genere va programmata prima per consentire agli agricoltori una potatura diversa; è un non senso economico perché è una penalizzazione a carico degli agricoltori che giova soltanto agli industriali.

Resta da capire come mai le organizzazioni agricole della Sicilia – Coldiretti, CIA e Confagricoltura – non si stanno opponendo a un provvedimento che, lo ribadiamo ancora una volta, penalizza gli agricoltori della nostra Isola.

Sono i misteri dell’agricoltura siciliana…

Foto tratta da villegiardini.it

 

 

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