Chi controlla i privati che lavorano per la sanità pubblica siciliana?

4 luglio 2019

Ce lo chiediamo perché ci arrivano spesso segnalazioni di cittadini che lamentano di essere trattati male da soggetti privati che lavorano per conto di strutture sanitarie pubbliche della Sicilia. Qualcuno si prende la briga di controllare la qualità del lavoro di questi soggetti, o l’importante è tenere a posto la contabilità e poi chi s’è visto s’è visto?

Fino a stamattina abbiamo pubblicato la dichiarazione del presidente regionale della Società italiana medicina d’emergenza urgenza (Simeu), Antonio Giovanni Versace, che denuncia l’assenza di personale negli ospedali pubblici siciliani. Versace cita i casi di Pronto Soccorsi della nostra Isola dove vi è solo un medico strutturato. “In atto a Taormina sono presenti solo cinque medici – precisa – con l’obbligo di fare i turni. Tutto questo è assurdo. Siamo diventati carne da macello!” (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Quindi registriamo due condizioni quanto meno strane. Da un lato non conosciamo quanto denaro pubblico spendono le strutture sanitarie pubbliche della Sicilia esternalizzando servizi; dall’altra abbiamo gli ospedali pubblici in carenza di personale medico e infermieristico.

Siamo i primi a riconoscere:

a) che lo Stato, dal 2009, scippa al Fondo sanitario regionale circa 600 milioni di euro all’anno; (QUI UN NOSTRO ARTICOLO)

b) che il passato Governo regionale e il passato Governo nazionale – entrambi di centrosinistra – hanno ‘massacrato’ le finanze della Regione siciliana tra ‘Patti scellerati’ e discutibili cancellazioni di residui attivi (leggere crediti della Regione azzerati). (QUI UN NOSTRO ARTICOLO)

Detto questo, visto che la situazione è questa e che, almeno nel breve periodo, non è possibile cambiarla, invitiamo l’attuale Governo regionale a contare quanti servizi, oggi, vengono esternalizzati dalle strutture sanitarie pubbliche della Regione siciliana e a verificare se tali esternalizzazioni rispondono a criteri economici: se, cioè, le strutture sanitarie pubbliche della Regione risparmiano o se il servizio costerebbe meno se realizzato dalle stesse strutture sanitarie regionali.

Ma, soprattutto, invitiamo il Governo ad ascoltare i cittadini: perché sono i cittadini che debbono dire a un Governo se un servizio sanitario è efficiente o è inefficiente.

Non stiamo chiedendo una cosa impossibile: solo controlli che vadano al di là della contabilità in ordine: per esempio, invitare i cittadini siciliani che usufruiscono di un servizio sanitario esternalizzato a comunicare, per iscritto, cosa pensano di chi fornisce tale servizio.

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