Palermo e i megalomani (e provinciali) delle nuove sette linee di Tram. Vorrebbero imitare Nanchino, ma…

12 gennaio 2019

… ma c’è una bella differenza: a a Palermo si inseriranno nel Centro storico e nelle rimanenti strade cittadine che diventeranno impercorribili, mentre a Nanchino le linee di Tram fanno parte di un sistema viario con otto corsie per senso di marcia, piste ciclabili, tracciati di servizio e sede tranviaria di oltre dieci metri. Ma se uno nasce provinciale…

di Antonino Privitera

“La Giunta Orlando preme sull’acceleratore per un nuovo sistema di trasporto pubblico ultraecologico: il tram a induzione magnetica”
God save the King!

E non più VIVA SANTA ROSALIA! Così acclameranno i palermitani appena si avvererà il miracolo: le tre linee tranviarie (che poi sono quattro) avranno il supporto di altre sette sorelle. Con 11 linee saremo sicuramente invidiati da tutti e per la diversità di percorsi e, forse, un giorno, più che il carsharing, avremo anche il tramsharing.

Infatti secondo le previsioni declarate dal vice sindaco, Emilio Arcuri, tutte le rimanenti strade avranno la sua linea tranviaria, però non con il vetusto Bombardier ma con l’innovativo Bombardier Primove. Per approfondimenti chi vuole può benissimo attingere i particolari ed i dettagli sul Web. La tipologia del mezzo di cui si attende un altro step di sviluppo è già in funzione nella città cinese di Nanchino.

La sola differenza con Palermo è solo che in Cina la linea è stata inserita in un contesto leggermente diverso da come lo immagina la Giunta comunale di Palermo.

Da noi si inserirà nel Centro storico e nelle rimanenti strade cittadine che diventeranno impercorribili; a Nanchino fa parte di un sistema viario con otto corsie per senso di marcia, piste ciclabili e tracciati di servizio e sede tranviaria di oltre dieci metri. Come si vede nelle due foto sotto a destra. 

Tutto ciò si prevede nonostante i risultati fallimentari ottenuti e senza la minima volontà di tenere in conto che la situazione del trasporto pubblico è molto negativa al Sud e Palermo è tra le città dove, dopo Napoli, questo dato va peggio! I dati riportati da uno studio sul trasporto pubblico realizzato dalle Ferrovie dello Stato e dal Centro The European Hause-Ambrosetti sono impressionanti, se è vero che la domanda per il trasporto pubblico è diminuita in quasi tutte le principali città italiane.

Considerando il numero di passeggeri annui per abitante, Venezia risulta al primo posto con 760,02 (il dato è riferito al 2015);

Milano è al secondo posto con 442,6;

Roma è al terzo posto con 412,3;

Bologna al quarto posto con 276,5;

Torino al quinto posto con 275,8;

Firenze al sesto posto con 231,5;

Genova al settimo posto con 225,6;

Cagliari al nono posto con 155,4;

Napoli al decimo posto con 130,6;

A questo punto arrivano i fanalini di coda:

Bari con 69,8;

Catania con 49,2;

Reggio Calabria con 36,8;

e finalmente Palermo con 34,0;

Peggio di Palermo è solo Messina con 32,2.

Parlano i numeri: Palermo è la penultima, dopo Messina, per numero di mezzi pubblici in rapporto alla popolazione!

Per non parlare del ritardo tecnologico come la possibilità di comprare servizi via Web, smart card, biglietti sul cellulare (la sperimentazione dall’AMAT mediante l’applicazione “my cicero” che veniva sempre più apprezzata si è dissolta…il carsharing risulta troppo caro…e il bikesharing non decolla.

Questi dati, disponibili al tecnici, non fanno parte del processo decisionale. Bisogna mettere la bandierina e ricevere la medaglietta! Tutto il resto non conta: le spese sono finanziate dai cittadini; i disagi devono essere sopportati sempre dai cittadini!

Secondo questa visione nasce anche il progetto della cosiddetta “CHIUSURA DELL’ANELLO FERROVIARIO”. Anche questo toccasana per la mobilità urbana di Palermo vede la luce alla fine degli anni Novanta, in concomitanza con l’approvazione della Variante al PRG. Invero non avremmo mai pensato che si potesse perseguire questa folle idea, sia perché tutte le proposte riguardanti la realizzazione di posteggi sotterranei sono state osteggiate e bocciate con le più assurde motivazioni, ma soprattutto con la giustificazione di evitare scavi in quanto “nelle opere con movimento terra si inserisce la mafia”.

E poi perché – come già detto per linee ferroviarie esistenti in città – valutando la situazione: Piazza Castelnuovo dista appena 800 metri dalla monumentale Stazione Lolli e 950 metri da una potenziale stazione/fermata che poteva comodamente sorgere, con pochi spiccioli, nell’area portuale nei pressi di Via Emerico Amari: se la distanza poteva sembrare eccessiva, sarebbe bastato istituire un collegamento continuo e frequente tra le due fermate e… L’anello si sarebbe chiuso!

Invece no! Si è scelto di scavare…(senza la mafia…) causando disagi alla città e danni a quanti già lamentano allagamenti a causa della intercettazione della falda acquifera (QUI UN NOSTRO ARTICOLO SUGLI ALLAGAMENTI CON L’INTERVISTA AL PROFESSORE GIOVANNI TESORIERE)

E’ stato ritenuto necessario di realizzare un’opera che sarà meno utilizzata delle linee tranviarie, ma che in proporzione costerà ancor più. E stato interessato l’Ente Ferrovie per competenza specifica, infatti si parla di anello ferroviario!

Valutando alcune scelte operate dalle Ferrovie negli anni passati proprio ciò avrebbe dovuto fare sorgere qualche dubbio. Basterebbe valutare cosa hanno realizzato a Barcellona Pozzo di Gotto, a Milazzo/Pace del Mela e …per restare più vicino a Roccella/Forum!
Le premesse sono da toccare ferro, altro che trasporti su ferro!

Fine quarta puntata/ continua

Foto tratta da ecodallecittà.it

QUI DI SEGUITO LA PRIMA PUNTATA:

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