Palermo, una città ‘delocalizzata’ finita al 107esimo posto in Italia per vivibilità

8 gennaio 2019

Oggi scopriamo che Palermo è in affanno sulla raccolta rifiuti, sulla viabilità, sul traffico, sulla scuola, sul lavoro e altro ancora. Con questo piccolo ‘viaggio’ tra le scelte amministrative che iniziano negli anni ’80 del secolo passato – alcune azzardate, altre sbagliate – proviamo a capire perché, oggi, Palermo è agli ultimi posti in Italia per qualità della vita e perché i servizi sono un mezzo disastro

di Antonino Privitera

Delocalizzazione, è un termine usato ed abusato per giustificare azioni di mercato che quasi sempre determinano variazioni negli equilibri economici e logistici in una area o Paese… Ciò quando si verifica in campo industriale e commerciale. Ma quando succede in una città come Palermo quale termine è opportuno utilizzare?

Palermo non dispone di attività produttive da catalogare tra quelle che possono essere interessate alla “delocalizzazione” dal momento che le principali attività sono quelle politico/amministrative e burocratiche. E allora, per non essere da meno, cosa delocalizziamo?

Non c’è problema… I precursori dei tempi hanno analizzato i maggiori opifici presenti hanno fatto di necessità, virtù!

La Regione siciliana, la ex Provincia regionale e il Comune si sono impegnati in una gara senza quartiere che ancora non vede vincitore. Grazie alle innovazioni politiche – in virtù della costituzione della Città metropolitana – la competizione vede favorito il Comune di Palermo. Vediamo di quali vantaggi gode.

Negli anni Ottanta del secolo passato il primo cittadino (sempre lo stesso di adesso…) come prima simbolica delocalizzazione preferisce non utilizzare più quale sede del Sindaco la storica sede di Palazzo delle Aquile per preferire una delle ville dei Colli: Villa Niscemi.

Al quel tempo valido antagonista era l’Ente locale Provincia con sede nella storica, magnifica Via Maqueda. Validi competitori sono stati i Presidenti della Provincia che hanno trovato come svuotare i palazzi nel Centro storico e trasferire gli uffici nella zona San Lorenzo ed oltre.

Il Comune – per competenza territoriale  – stato più puntuale in ambito  urbano: con il PPE del Centro Storico e la Variante al PRG ha tempestivamente e definitivamente deciso che le giovani
famiglie dovevano “emigrare”  nelle periferie o nell’hinterland Palermitano.

Così si e visto l’enorme sviluppo a Sud-Est della città: Villabate, Bagheria, Ficarazzi; ma anche a Nord: Carini, Capaci, Isola delle Femmine. Risultato: in una città senza visione prospettica, abbagliata da una classe politica priva di lungimiranza, con unico obiettivo di mantenere e consolidare le posizioni. Cosa succede poi?

Naturalmente, come nel campo economico, al variare della domanda varia l’offerta e a Palermo cambia tutto:

1. gli appartamenti in centro sono vuoti, e di conseguenza i negozi entrano in crisi e chiudono;

2. le giovani coppie vivono fuori città ed i loro figli frequentano le scuole vicino casa, cosicché le aule delle scuole cittadine sono vuote;

3.  non essendoci residenti con interessi nelle aree vicine, la richiesta di mobilità cambia;

4. i luoghi frequentati diventano i “centri commerciali”;

5. si moltiplicano le sedi universitarie istituendo facoltà in ogni dove.

Per ridare linfa alla città cosa ha pensato di fare la Pubblica Amministrazione.

Ha decentrato ancor più gli uffici regionali e provinciali in materia scolastica (provveditorato e sovrintendenza) oltre San Lorenzo, piuttosto che utilizzare l’ex Palazzo delle Ferrovie in via Roma.

Ha trasferito gli uffici tecnici del Comune da via Roma  e Piazza Cairoli (?) in via De Gasperi.

Per  l’ottimizzazione dei servizi postali i cittadini che devono ritirare la posta in giacenza devono recarsi – piuttosto che negli uffici postali in centro o vicini loro residenze – in Viale dell’Olimpo (20 km dal centro).

Viene localizzata la sede dell’Agenzia delle Entrate all’estremo nord della città.

(Sarebbe quantomeno curioso conoscete i costi che i cittadini hanno sostenuto per queste operazioni… chissà se ci riusciremo)?

Certamente questi fattori saranno stati determinanti nel compilare la classifica dei parametri di vivibilità che ci rilega al 107° posto tra le città italiane!

Ma il capolavoro da tramandare ai posteri lo realizza il Comune con la elaborazione e messa in cantiere della moderna mobilità!

Di questo ne parleremo in un altro momento: l’argomento merita l’esclusività!

Fine prima puntata/ continua

Foto tratta da blogsicilia

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