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Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’: finalmente uno spiraglio dal Tribunale di Palermo

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Udienza presso il Tribunale di Palermo sui 42 lavoratori dell’Opera Pia ‘Cardinale Ernesto Ruffini’ licenziati. E’ una vicenda che sta facendo molto discutere, della quale si sono occupati i mezzi di informazione. E anche Le Iene. Le possibili soluzioni prospettate dal giudice

Stamattina, al Tribunale di Palermo, udienza sulla vicenda dei lavoratori dell’Opera Pia ‘Cardinale Ernesto Ruffini‘ licenziati. Storia già nota da tempo che, nei giorni scorsi, è stata anche oggetto di un servizio de Le Iene (NE ABBIAMO PARLATO QUI).

La vicenda coinvolge la Curia arcivescovile di Palermo e, in particolare, l’Arcivescovo della città, Corrado Lorefice, che, per statuto, presiede l’Opera Pia o IPAB che porta il nome di un ex Arcivescovo di Palermo, il Cardinale Ernesto Ruffini.

“Il giudice – ci dice l’avvocato Nadia Spallitta, che difende 15 dei 42 lavoratori licenziati – ha prospettato due ipotesi: o il reintegro dei lavoratori o, in alternativa, il pagamento, da parte dell’Opera Pia, di quindici mensilità, più quattro mensilità legate al mancato preavviso, più i contributi. Un’offerta che i lavoratori vicini alla pensione stanno vagliando con interesse”.

Per la cronaca, il ‘caso’ dell’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’ di Palermo non è l’unico. Sono tante, oggi, le Opere Pie della Sicilia – che, come già accennato, si chiamano anche IPAB, acronimo che sta per Istituzione Pubbliche di Assistenza e Beneficienza – che versano in difficili condizioni economiche.

In Sicilia sono sempre state considerate Istituzioni “Pubbliche”, anche se il presidente della Regione, Nello Musumeci, intervistato nella già citata puntata de Le Iene, sostiene che si tratta di enti privati.

“Il presidente della Regione si sbaglia – dice Nadia Spallitta – a parte il nome IPAB, dove la ‘P’ sta, appunto, per ‘Pubbliche’, c’è un elemento che taglia la testa al toro e fuga ogni dubbio: i dipendenti licenziati, in quanto lavoratori di un ente privato, non percepiscono l’indennità di disoccupazione”.

La verità è che la Regione siciliana non ha più soldi e chi la governa non sa più cosa inventarsi…

I Nuovi Vespri hanno dedicato vari articoli a questa vicenda che potete leggere o rileggere di seguito:

 

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