Alfano, Lagalla, Musumeci, Cracolici, La Via, Miccichè: Franza o Spagna purché se magna!

30 giugno 2017

Quello che sta succedendo in queste ore ci ripropone uno scenario che già conosciamo benissimo: centrodestra e centrosinistra sono perfettamente uguali. Stessi metodi, stessi obiettivi. Cari Siciliani, sappiate che i vari Alfano, Cracolici, Ardizzone, Castiglione, La Via, D’Alia, Miccichè, Lagalla – a cui si sono aggiunti Nello Musumeci e Piero Grasso – brigano dagli anni ’90 del secolo passato. Vi è chiaro o no che dobbiamo mandarli tutti a casa?

Angelino Alfano? E’ Ministro di un Governo di centrosinistra, ma è disponibile a far nascere in Sicilia un Governo di centrodestra, anche se qualche settimana fa, a Palermo, ha fatto votare un sindaco di centrosinistra. Roberto Lagalla? E’ stato assessore regionale ai tempi di Totò Cuffaro in un Governo di centrodestra, ma Renzi, a capo di un Governo nazionale di centrosinistra, lo ha insignito di un prestigioso incarico. Morale: Lagalla va bene a tutt’e due i poli: centrodestra e centrosinistra. Piero Grasso? Alla fine degli anni ’90 stava simpatico al centrodestra, ma da qualche anno sta nel centrosinistra: avete presente quei tessuti il cui rovescio è lavorato come un altro diritto, ma di colore o disegno diversi? Sì, tutto chiaro: double face…

Stiamo esagerando? Macché! Ci limitiamo soltanto ad osservare quanto sta avvenendo negli ultimi giorni e nelle ultime ore nel mondo politico della nostra sempre più disastrata Isola.

Ecco Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia per grazia ricevuta (da Berlusconi, il padrone di questo partito): dai primi anni del 2000 Miccichè sputa fuoco e fiamme su Angelino Alfano, ma adesso Alfano gli va bene: pronto ad accoglierlo a braccia aperte in una coalizione: di centrodestra? di centrodestra e centrosinistra insieme?: tutto fa brodo.

Cinque anni fa Miccichè si è candidato alla presidenza della Regione siciliana, appoggiato dall’allora presidente uscente, Raffaele Lombardo, per ‘pugnalare’ Musumeci, allora il candidato ufficiale del centrodestra? Bene: questo, oggi, è un titolo di merito. Anche perché quelli che cinque anni fa erano contro di lui, cioè contro Miccichè, oggi potrebbero essere con lui: Franza o Spagna purché se magna!

Si salverà almeno Nello Musumeci? E’ quello che pensavamo noi, immaginandolo come un ciclista in fuga su una salita: il Fausto Coppi del centrodestra siciliano. Invece, a quanto pare, anche lui, anche Nello Musumeci, starebbe per diventare una vittima della realpolitik: una politica fondata sulla realtà e non sui sentimenti: per dirla con Machiavelli, imperniata su ciò che gli uomini fanno e non su ciò che dovrebbero fare. Via il condizionale e largo invece alla ‘realpoltronik’…

Stiamo esagerando? Chissà. A Palermo, in queste ore, Musumeci è molto ‘rincorso’: Nello di qua, Nello ritirati da là. Noi, l’abbiamo detto, lo immaginavamo in fuga solitaria: invece dialoga con il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. e, se gli capita, prende anche un boccone con Roberto Lagalla.

Del resto, se Angelo Attaguile, quello della Lega con Salvini, invita Nello Musumeci a non trattare con il Ministro Angelino Alfano e con il sottosegretario Giuseppe Castiglione qualcosa sotto ci sarà:

“Con questi – fa sapere Attaguille a Musumeci – non vogliamo avere nulla a che fare”. Motivo: sono quelli che hanno affossato la Sicilia.

Come dargli torto? Ancora oggi Alfano e Castiglione governano a Roma con Renzi e Gentiloni e in Sicilia con Rosario Crocetta: disastri romani e disastri siciliani.

Il problema è che l’attuale ‘capo’ della Lega di Salvini in salsa sicula è il parlamentare nazionale Alessandro Pagano, eletto con Forza Italia e poi passato, armi e bagagli, con Alfano nel Nuovo Centrodestra Democratico che oggi ha cambiato nome e si chiama Alternativa Popolare.

Certo, poi Pagano ha lasciato Alfano ed oggi è leghista. Ma anche lui – Attaguile ne converrà – è stato contaminato dall’Alfanite…

Insomma: perché Attaguile ce l’ha tanto con Alfano? Perché a quanto pare Alfano, da buon agrigentino, in occasione della ricorrenza dei 150 anni della nascita di Luigi Pirandello, dopo aver letto un riassunto del romanzo I vecchi e i giovani, ha pensato a una mega operazione trasformista: candidare alla presidenza della Regione siciliana l’europarlamentare Giovanni La Via, un personaggio che potrebbe mettere d’accordo centrodestra e centrosinistra.

Non è una novità, visto che di questo personaggio – già assessore regionale del Governo di Raffaele Lombardo: un marchio e una garanzia – si parla da mesi.

Giovanni La Via è, in assoluto, il peggiore deputato europeo eletto in Sicilia. Per essere chiari, è uno che conosce i problemi dell’agricoltura, visto che nella vita insegna nella facoltà di Agraria di Catania.

Ebbene, La Via – che sa perfettamente cos’è il CETA (i nostri lettori ci scusino se, da qualche giorno, ne parliamo in ogni articolo: ma non è colpa nostra se la commissione Esteri del Senato, nei giorni scorsi, ha approvato questo accordo commerciale truffaldino tra Unione Europea e Canada che rischia di distruggere il grano duro del Sud Italia per far posto al grano duro canadese pieno di glifosato e micotossine, come potete leggere qui) – ha votato in favore di questa sconcezza!

Anche per La Via – come per gli eurodeputati e parlamentari nazionali di PD e Forza Italia – valgono le regole della realpolitik: gli affari sono affari. E gli affari, anzi gli interessi delle multinazionali che stanno dietro il CETA non si discutono! E pazienza se nei prossimi anni milioni di persone – italiani in testa – mangeranno la pasta di grano duro canadese al glifosato e alle micotossine: un grano che si configura come un “rifiuto speciale che finisce sulle nostre tavole”, come potete leggere qui.

Queste cose, il professore-onorevole La Via le conosce benissimo. Così come conosce bene le vicissitudini degli agrumi siciliani, oggetto di una concorrenza sleale da parte di agrumi di pessima qualità che arrivano da chissà dove. Così come conosce bene l’incredibile storia dell’olio d’oliva (d’oliva?) tunisino: ‘appena’ 90 mila tonnellate di olio d’oliva di ‘ottima qualità’ che stanno invadendo l’Unione Europea: olio rivenduto chissà sotto quali marchi… Storia che potete leggere qui e che potete approfondire anche qui.  O anche qui.

Vicende che il professore-deputato europeo, lo ribadiamo, conosce benissimo. Che ha fatto, La Via, per difendere il grano duro e l’olio d’oliva extra vergine della Sicilia e, in generale, del Mezzogiorno d’Italia? Nulla! E appunto per questo lo vogliono candidare alla presidenza della Regione siciliana!

Insomma, dopo i quattro anni ribaltonistici di Raffaele Lombardo e dopo i quasi cinque anni di vuoto a perdere di Rosario Crocetta serve un’evoluzione dell’ascarismo: qualcosa di più raffinato, di più ammaliante: e chi meglio del professore La Via, cresciuto all’ombra dell’ex senatore Pino Firrarello, di Giuseppe Castiglione (quello degli appalti del CARA di Mineo) e di Angelino Alfano, può assicurare questa ‘evoluzione’?

Però, mannaggia!, a un bel progetto trasformista per la Regione siciliana sta lavorando anche il rieletto sindaco di Palermo (con le schede elettorali ‘ballerine’) Leoluca Orlando: si pensava a Piero Grasso, il presidente del Senato che, in queste ore febbrili, sta lavorando all’approvazione del già citato CETA. Anche lui, via, sarebbe un ottimo presidente della Regione siciliana!

Orlando ha già preparato cinque liste in sostegno di Piero Grasso (o in sostegno di un altro candidato di centrosinistra, magari se stesso), come potete leggere qui. Solo che una di queste liste s’affumò: la sinistra alternativa al PD che Orlando avrebbe voluto intruppare in un’ammucchiata con lo stesso PD – parliamo della Sinistra – farà una lista per i fatti propri con un proprio candidato lontano da Orlando e dal PD, come potete leggere qui.

Insomma: La Via è ‘latata’ centrodestra, Orlando e Piero Grasso sono ‘latata’ centrosinistra.

I due poli della politica siciliana andranno per i fatti propri o troveranno un candidato comune, in stile Nazareno, per provare a battere i grillini?

Il dilemma è tremendo. Soprattutto ora che è nata la lista di Sinistra alternativa al PD, con Ottavio Navarra possibile candidato alla presidenza della Regione, un’alleanza PD-Forza Italia farebbe crollare i già pochi consensi del Partito Democratico in Sicilia.

Qualche ‘cosa’ – un nuovo imbroglio politico per gabbare i Siciliani – la vecchia politica sicula lo dovrà trovare. L’emergenza, per la vecchia politica-politicante siciliana, è il Movimento 5 Stelle che incombe sulla Sicilia. Parola d’ordine: “I grillini non sanno governare”.

Alla formula “I grillini non sanno governare” la vecchia politica-politicante lavora alacremente da quando Virginia Raggi è sindaca di Roma. Le Tv nazionali (renziane) e quelle di Berlusconi ogni giorni ci deliziano con gli errori e gli strafalcioni dei grillini: non sanno governare di qua, non sanno governare di là.

Mentre Renzi ha governato benissimo: tanto bene che è andato a sbattere con il referendum dello scorso 4 dicembre (nonostante la RAI a disposizione) e con il disastro delle elezioni amministrative di qualche giorno fa.

Ancora più bravi di lui a governare Gentiloni e Minniti, che si ritrovano con i porti italiani invasi da tutte le navi-ONG del mondo che scaricano migranti: così, invece di andarsi a chiudere per manifesta incapacità, minacciano di chiudere i porti italiani, ma non ci crede nessuno (in queste ore Macron, che invece i porti della Francia li tiene chiusi per davvero, ha detto che la UE pagherà solo per i rifugiati: una frazione infinitesimale dei migranti che arrivano ogni giorni in Italia!).

Per non parlare del Ministro dell’Economia, Padoan, che davanti a 12 milioni di italiani ridotti alla povertà, si è limitato a trovare 17 miliardi di euro per salvare due banche venete…

E della ‘bravura’ a governare dei siciliani ne vogliamo parlare?

Non è stato forse ‘bravissimo’ Alfano con i migranti?

Non è bravissimo Piero Grasso? Il presidente del Senato, dopo essersi esibito con i ‘canguri’ per far passare le leggi di Renzi, sta lavorando per far approvare da Palazzo Madama il già citato CETA…

Non è stato superbravo Castiglione con il CARA di Mineo e altrettanto superbravo per non aver fatto una mazza, da vice ministro dell’Agricoltura, per i produttori di grano duro della Sicilia?

E Rosario Crocetta non è forse bravissimo?

E di Cracolici che non ha mai detto una parola sulle navi cariche di grano duro canadese che arrivano nei porti di Catania, Pozzallo e Palermo che dobbiamo pensare?

E dell’assessore alla Formazione professionale, Bruno Marziano, che sta finendo di affossare questo settore che cosa dire?

Parliamo del presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone,che ha fatto approvare dall’Ars il secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta?

E di Orlando, Totò Cardinale e D’Alia che hanno vinto le elezioni comunali a Palermo con i verbali che Iddio solo sa come sono stati compilati e interpretati? (ecco a voi i ‘risultati’ delle elezioni comunali di Palermo: democrazia e, soprattutto, legalità innanzitutto…).

Fateci caso: tutti questi politici-politicanti – gli Alfano, i D’Alia, gli Ardizzone, i Musumeci, i Pagano, i Castiglione, i La Via – che vi dicono che i “grillini non sanno governare” sono lì a ‘mangiarsi’ la Sicilia, pezzo dopo pezzo, da gli anni ’90 del secolo passato e alcuni di loro – addirittura! – dagli anni ’80, con riferimento ad Orlando, a Cardinale, a Firrarello, a Cracolici, a Marziano.

Guardateli, osservate quello che hanno fatto e che continuano a fare: sono uguali, altro che centrodestra e centrosinistra. Hanno capito che rischiano di perdere il potere che esercitano interrottamente da decenni: e si stanno coalizzando tra loro per continuare a ‘mangiarsi’ una Regione- la Sicilia – che, grazie a loro, è ormai ultima in tutto.

Sapete cos’è che unisce in Sicilia centrodestra e centrosinistra? Il titolo di questo articolo:

“Franza o Spagna purché se magna!”.

Ma non è arrivato il momento di mandarli tutti a casa?

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