Le dichiarazioni rilasciate dall’assessora Lantieri a Livesicilia farebbero ridere se non ci fossero in ballo persone e servizi. Dopo avere consentito scippi e rapine, ora il Governo siciliano batte cassa a Roma per risolvere l’emergenza. Dimenticando che il cappuccetto rosso non lo hanno mai indossato…
Se la notizia non fosse drammatica per tutti quei lavoratori rimasti senza stipendio da mesi, ci sarebbe da ridere. Possiamo, però, certamente affermare che ci troviamo dinnanzi ad una farsa tragica.
Parliamo della situazione pensosa in cui versano le ex province siciliane dove si registrano proteste eclatanti dei dipendenti, bollette non pagate nelle scuole, strade provinciali abbandonate, servizi in tilt.
Il quadro era già noto da tempo. Tant’è che, come vi avevamo raccontato qua, anche la Corte dei Conti siciliana, aveva chiaramente parlato di tracollo finanziario.
Fin qui la parta drammatica. La parta farsesca la recita invece l’assessore regionale alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri che su Livesicilia dichiara: “Mi batterò alla morte per salvare questi enti, dovremo concordare un percorso bilaterale Stato-Regione e spero che dopo l’incontro di stasera col ministro potremo avviarlo già la settimana prossima”. Insomma, intende battere cassa a Roma.
Dichiarazioni che, come abbiamo detto, farebbero ridere se in ballo non ci fossero persone e servizi essenziali.
Ma come? Prima vi fate fregare un sacco di soldi da Roma e ora battete cassa per salvare il salvabile? Ma a che gioco giocate?
Da dove cominciamo? Partiamo da un fatto che ricorda Livesicilia che riassume la situazione: il contributo alla finanza pubblica italiana che la Sicilia versa a Roma. Quanto sborsano le Province? 12 milioni- ricorda il quotidiano online- sono arrivati dal consorzio trapanese. Più di 13 quelli versati dal Consorzio di Agrigento.
Somme simili dalle altre Province per un totale, aggiungiamo, di 1.3 miliardi di euro che la Sicilia versa al Governo Renzi, solo come contributo alla finanza pubblica. Si tratta, come ha ammesso lo stesso assessore-commissario, Alessandro Baccei del contributo più alto di tutta Italia. Nessuna regione paga quanta noi.
Quindi, il Governo siciliano impone ai suoi cittadini il sacrificio più pesante di tutta Italia per non dispiacere il Governo Renzi, ma ora pensa di chiedere ‘aiuto’ a Roma.
Sappiamo, purtroppo, che non è tutto. Ci sono anche i vergognosi accordi con il Governo nazionale (di quello firmato da Crocetta lo scorso Giugno, vi parliamo qui) che, oltre a regalare a Roma tributi che dovrebbe incassare la Sicilia (e che per la Corte dei Conti potrebbero aiutare i Comuni in crisi di liquidità), prevedono anche la rinuncia ai contenziosi con lo Stato, soldi, cioè, che la Sicilia potrebbe incassare grazie a pronunciamenti favorevoli della Corte Costituzionale, ma che invece il Governo regionale targato PD regala al Governo nazionale targato PD.
E non ci serve ricordare la madre di tutte le questioni e cioè che la Sicilia dovrebbe incassare 7 miliardi di euro di tributi in più ogni anno che invece Roma trattiene unilateralmente. Anche questo ammesso dallo stesso Baccei che, va da sé, essendo un inviato del Governo nazionale, non ha nessun interesse a cambiare le cose.
E, allora, cara assessora Lantieri, ma di che aiuto stiamo parlando? Di quello della pecora che chiede aiuto al lupo?
Non ci pare che qualcuno nella Giunta siciliana indossi un cappuccetto rosso, né tantomeno lei. Alla sfida al lupo non crede nessuno.
Al massimo, vi accontenterete di qualche briciola che non risolverà un bel niente. E che lascerà intatte tutte le emergenze che voi, con il vostro atteggiamento ovino, avete causato.
E, allora, continuate a pascolare felici a Palazzo d’Orléans, ma non prendeteci in giro. Qui nessuno è fesso.
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