Formazione professionale: quanti avvoltoi sui fondi europei di questo settore!

21 giugno 2016

Conferenza del vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, e dell’avvocato Francesco Menallo. L’occasione per ricordare le operazioni ‘banditesche’ andate in scena nei giorni scorsi. Come il maldestro tentativo di abolire la legge regionale n. 24 del 1976. Blitz organizzato dalla quinta commissione dell’Ars con l’incredibile avallo dei parlamentari grillini. Operazione per bloccare due class action sui danni prodotti dalla mancata applicazione delle legge n. 24. Sullo sfondo il tentativo di utilizzare i fondi europei della formazione per foraggiare i Consorzi di Comuni, le tre ‘misteriche’ Città Metropolitane della Sicilia, le baronie universitarie e gli Ersu. Alla faccia degli 8 mila dipendenti del settore. Intanto, pronto accomodo, dall’Avviso 8 sono spariti 19 milioni di Euro. Abbuccaru…

Non abbiamo più parole per raccontare e per commentare quello che succede nel sempre più tormentato e sempre più dilaniato mondo della Formazione professionale siciliana. Le ultime notizie arrivano da una conferenza stampa tenuta oggi nel Palazzo Reale di Palermo – sede del Parlamento dell’Isola – dal vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, e dall’avvocato Francesco Menallo, grande conoscitore di questo settore.

Nel corso della conferenza stampa di oggi si è parlato della riforma del settore. Un disegno di legge che si trascina da almeno due anni e mezzo. E che, un paio di settimane fa, è stato approvato dalla commissione legislativa di merito dell’Ars (commissione Lavoro) e inviata alla commissione Bilancio e Finanze. Approvazione contestata, perché avvenuta in un clima consociativo, con un blitz, senza aver ascoltato i pareri degli esponenti delle parti sociali (associazioni datoriali, cioè i responsabili di enti e società del settore, e esponenti delle organizzazioni sindacali.

Insomma, un’approvazione alla siciliana, a umma a umma, alla faccia degli 8 mila dipendenti del settore trattati come carne da macello. Incredibile ma vero: al blitz – come questo blog ha raccontato (come potete leggere qui) – hanno preso parte anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle che, poi, circa una settimana dopo, quando la notizia è venuta fuori, se la sono ‘rifardiata’: in pratica, hanno iniziato a tergiversare dicendo che che l’approvazione del disegno di legge da parte della commissione Lavoro dell’Ars e l’invio in commissione Bilancio e Finanze c’era e non c’era, anzi c’era ma era solo ‘tecnica’ e banalità simili.

Ma andiamo alla conferenza stampa di oggi di Venturino e Menallo.

“E’ un disegno di legge che va contro gli interessi dei lavoratori – hanno affermato Venturino e Menallo -. Alcuni passaggi del disegno di legge configgono con le norme comunitarie. Nel complesso, questo provvedimento propone dei cambiamenti apparenti e potrebbe nascondere non poche insidie. E, in ogni caso, non sembra rappresentare quella svolta tanto decantata dal Governo regionale di Rosario Crocetta per affrontare e risolvere il complesso problema della formazione professionale in Sicilia”.

“Il Governo Crocetta – hanno aggiunto Venturino e Menallo – come il precedente Governo di Raffaele Lombardo, non vuole puntare ad un vero sistema regionale di formazione professionale efficiente, permanente ed effettivo per formare i giovani e le eccellenze della nostra Regione”. Un disegno di legge nel quale “permangono ancora tutte le debolezze delle attività di programmazione e controllo”. Un provvedimento, hanno sottolineato sempre il vice presidente dell’Ars e l’avvocato Menallo, che “si connota per l’assenza di un collegamento sistematico tra programmazione della formazione e fabbisogni formativi e professionali dei territori”.

“Tutti sanno bene che la formazione professionale è un crocevia di interessi e bisogni insoddisfatti – hanno detto Venturino e Menallo -: questioni che questa proposta non intende assolutamente affrontare e dipanare”.

Per risolvere i problemi di questo settore, a parere di Venturino e Menallo, “sarebbe bastata semplicemente la completa attuazione della legge regionale 24 del 1976 che ha istituito la formazione nella nostra Regione e a cui si è ispirata la successiva legge quadro nazionale 845/78”. Solo che il disegno di legge approvato all’unanimità da otto dei quindi parlamentari che fanno part e della commissione Lavoro dell’Ars punta invece ad abolire la legge n. 24 del 1976.

Questo l’aspetto più ‘banditesco’ del disegno di legge. Dal 2011, infatti, la legge regionale n. 24 del ’76 non viene applicata grazie a una serie di raggiri amministrativi (provvedimenti amministrativi che sono stati utilizzati per non applicare una legge!). Sulla mancata applicazione delle legge 24 pendono due class action.

Forse con il blitz della commissione Lavoro si vuole evitare il pronunciamento della magistratura amministrativa? Il dubbio è legittimo.

Così come è giusto sollevare dubbi sui parlamentari grillini dell’Ars, che nel programma elettorale hanno scritto una cosa (applicazione della legge 24 del 1976) e poi, in commissione Lavoro, hanno votato in favore di un disegno di legge che prevede l’esatto opposto del loro programma elettorale!

“In questo disegno di legge il cui testo è stato approvato dalla commissione Lavoro all’unanimità – ha sottolineato Venturino – viene attribuita ai Liberi Consorzi dei Comuni e alle Città Metropolitane (di Palermo, Catania e Messina ndr), la possibilità di organizzare attività di formazione, non affrontando il problema fondamentale delle risorse finanziarie”.

Venturino non l’ha detto, ma lo aggiungiamo noi: con questo disegno di legge ‘banditesco’ la politica siciliana vorrebbe utilizzare i fondi della formazione professionale siciliana per foraggiare i Consorzi di Comuni e le Città Metropolitane. E che siano in corso operazioni poco chiare lo dimostra il fatto che dal finanziamento dell’avviso 8 sono spariti circa 19 milioni di Euro rispetto alla prima versione ‘impugnata’ con una sceneggiata.

Il bando ‘impugnato’ prevedeva una spesa di 155 milioni di Euro; il nuovo bando – cioè l’Avviso 8 – è passato a 136 milioni di Euro. Ci hanno detto che questi 19 milioni di Euro verranno utilizzati per l’Obbligo formativo del prossimo anno. Sarà. Noi, però, non possiamo non sottolineare due fatti oggettivi.

Primo fatto oggettivo: le bugie seriali raccontare dai Governi regionali, in materia dir formazione, nei tre anni e mezzo di questa disastrosa legislatura.

Secondo fatto oggettivo: con la formazione professionale siciliana, dal 2011 ad oggi, siamo sempre a ‘levare’, mai ad aggiungere. Infatti, dopo la sceneggiata del ‘ricorso’, il 155 milioni di Euro sono diventati 136.

“Dal punto di vista legislativo – hanno aggiunto Venturino e Menallo – non esiste alcun riferimento, né coordinamento con la legge regionale 4 agosto 2015 n. 15 che disciplina le funzioni proprie attribuite ai Liberi Consorzi e alle Città Metropolitane. A questo punto occorre vigilare affinché questo passaggio di funzioni non si traduca, ancora una volta, nell’ennesima moltiplicazione di ruoli e posizioni appannaggio della politica clientelare che ha già creato tantissimi danni al settore in Sicilia”.

L’accelerazione dell’approvazione dell’articolato, a giudizio di Venturino e Menallo, è funzionale a una serie di recenti provvedimenti:

1) l’accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga che estendono agli enti di formazione la Cassa integrazione in deroga qualificandoli come imprese (1/6/2016);

2) la circolare dell’assessore Marziano (Bruno Marziano, assessore regionale alla Formazione professionale ndr) che estende alle imprese la possibilità di accedere ai finanziamenti a fondo perduto (15/6/2016);

3) la pubblicazione dell’Avviso 8 al quale potranno partecipare anche le imprese.

“Se questo disegno di legge, che abroga completamente la vecchia legge, venisse approvato – ha affermato ancora Venturino – si consentirà la possibilità che nuovi soggetti siano messi nelle condizioni di assumere nuovo personale e verrà abrogata anche la norma che prevede il pagamento mensile del personale: una cosa questa gravissima. Diciamo no a nuovi precari e a nuove forme di precarizzazione degli operatori già precari”.

Nel corso della conferenza stampa è stato paventato il rischio che venga abolito l’Albo degli operatori della formazione professionale in Sicilia. Su questo punto è intervenuto il presidente della commissione Lavoro dell’Ars Marcello Greco, il protagonista-capo del blitz, che adesso sembra un po’ pentito. Greco ha assicurato che “l’Albo non sarà abolito e che c’è un emendamento specifico a tal proposito che salvaguarda l’Albo fino ad esaurimento”.

Greco ha detto che il testo tornerà in commissione Lavoro: “Siamo pronti a rivedere i punti che non vanno, se è il caso faremo nuove audizioni dopo un percorso che è già durato due anni e mezzo nel quale sono stati sentiti i Rettori delle Università, i direttori dell’Ersu, i  sindacati e i rappresentanti degli enti, ma siamo pronti a fare altre audizioni”.

Non abbiamo capito cosa c’entrino le Università con la formazione: forse i fondi europei destinati a questo settore, oltre a foraggiare i Consorzi di Comuni e le ‘immaginifiche’ tre Città Metropolitane siciliane, debbono alimentare anche le clientele delle baronie universitarie?

Ancora: cosa c’entrano con la formazione gli Ersu, ovvero i ‘Carrozzoni’ che dovrebbero occuparsi degli studenti universitari, ma che si caratterizzano per un’autoreferenzialità che si è accentuata da quando le finanze regionali sono in crisi?

Terza domanda: onorevole Greco, se il testo, dalla commissione Bilancio e Finanze, tornerà alla commissione Lavoro, perché l’avete approvato e inviato alla commissione Bilancio e Finanze? Cos’è, il gioco delle tre carte approcato alla formazione?

“Sicuramente non siamo per una nuova Agenzia regionale per la formazione professionale, che ha personalità giuridica di diritto pubblico con autonomia  amministrativa, contabile e gestionale”, hanno detto Venturino e Menallo.

“Per migliorare il disegno di legge sulla formazione, da componente della commissione Lavoro – ha detto Venturino – avevo presentato diversi emendamenti. Il più significativo è stato quello relativo all’Albo regionale del personale; il mio emendamento mirava a non disperdere le professionalità acquisite del personale, anzi a valorizzarle facendo confluire i lavoratori in un unico Albo dal quale attingere per tutti i processi formativi promossi dalla Regione. Avevo anche presentato un disegno di legge che, approvato in commissione, è stato poi respinto dall’Aula, con voto segreto su richiesta dell’onorevole Vincenzo Figuccia (Forza Italia), che avrebbe consentito ai lavoratori del settore licenziati o comunque privi di ammortizzatori sociali, di costituire cooperative per presentare istanza di partecipazione al Programma regionale di offerta formativa al fine di poter trovare un’occupazione nella formazione professionale”.

P.S.

Dalla conferenza stampa è emersa una verità che questo blog ha più volte evidenziato: e cioè che il disegno di legge ‘banditesco’ è stato approvato “all’unanimità” dalla commissione Lavoro dell’Ars: fatto, questo, che è stato più volte ribadito nell’incontro di oggi, senza che qualcuno l’abbia smentito. Coloro i quali, poi, dopo che la notizia è saltata fuori, hanno cercato di sminuire l’accaduto – compresi i rappresentanti delle organizzazioni sindacali – sono solo ipocriti che, per tentare di salvare la faccia, sono disposti anche a negare l’evidenza. Penosi.

Chi vuole approfondire l’ipocrisia che caratterizza sindacalisti e politici può leggere qui. 

 

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