Dramma della disperazione: perde il lavoro e si dà fuoco. Di chi è la colpa?

10 febbraio 2016

Aveva appena perso il lavoro e anche la speranza. Ferdinando Bosco, 54 anni  si è ucciso dandosi fuoco all’interno della sua auto a Villabate. Un suicidio maturato in un contesto in cui la politica si preoccupa solo di leccare il culo al Governo nazionale a cui regala miliardi di euro alla faccia dei Siciliani

Aveva appena perso il lavoro e anche la speranza. Ferdinando Bosco, 54 anni  si è ucciso dandosi fuoco all’interno della sua auto a Villabate, alle porte di Palermo, nei pressi del mercato ortofrutticolo. Secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri, che hanno ascoltato i familiari della vittima, avrebbe deciso di togliersi la vita perché non avrebbe retto il colpo dell’improvvisa disoccupazione.

Ma quanto può essere disperato un uomo per arrivare a tanto? 

Questo è il momento del dolore e dell’amarezza. Ma non possiamo non dire che questo suicidio, insieme a tanti altri simili, è maturato in un contesto in cui la dignità delle persone non conta più nulla. In un contesto in cui si gioca a fare ‘politica’ con opache carriere da portare avanti, perdendo di vista lo spirito di servizio che la vera politica implicherebbe. Parliamo della politica che si fa carico dei problemi di un territorio, che tenta di risolverli, che si spende per il benessere dei cittadini.

Tutto questo non c’è, soprattutto in Sicilia, una terra povera per volontà dei suoi politici: quelli che, invece di pretendere dal Governo nazionale ciò che spetterebbe ai Siciliani, regalano miliardi di euro alle casse statali per ingraziarsi segretari di partiti nazionali; quelli che chiudono gli occhi (e le orecchie) davanti ai moniti della Corte dei Conti che denuncia la slealtà dello Stato che trattiene risorse illegittimamente (risorse che potrebbero servire, come dicono i giudici, a garantire i trasferimenti agli enti locali, ma anche a garantire un po’ di welfare e tanto altro); quelli che stanno consentendo ad un assessore all’Economia inviato dalla Capitale di fare una macelleria sociale alla faccia dello Statuto, alla faccia dei Siciliani, alla faccia della disperazione. Quelli che ci governano, insomma; quelli che leccano il culo al Governo nazionale sacrificando tutti noi.

Quanti suicidi e quanta disperazione dobbiamo ancora sopportare prima di mandarli tutti a casa?

Le nostre condoglianze vanno alla famiglia di Ferdinando Bosco, ma anche ai Siciliani che, se non si sveglieranno e non decideranno di mandare tutti a casa, continueranno a sprofondare nella povertà.

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