Indignati a scoppio ritardato: dove erano l’Ance e Confindustria quando la Regione imbarcava precari?

17 novembre 2015

Tutti indignati dinnanzi alla politica siciliana che distrae risorse allo sviluppo per continuare a foraggiare quel sistema clientelare utile solo alle carriere dei soliti noti. ma è una indignazione tardiva. Perché non hanno gridato allo scandalo quando tutto questo avveniva?

Io non sopporto la gente … che non gli piacciono i crauti..direte voi, ricordando la vecchia canzone di Monica Vitti.
Sbagliato. Io non sopporto la gente che cade “du pieri ‘i pitrusino”.
Frase idiomatica, icastica ed efficace per descrivere quelli che all’improvviso capiscono le cose, oppure che si sorprendono di cose di cui dovrebbero sapere e che fingono di apprendere solo adesso, possibilmente perché solo adesso il loro posteriore ha preso a bruciare.
Di chi sto parlando? Del presidente dell’Associazione costruttori edili della Sicilia. Santo Cutrone, che ha scoperto ora e solo ora che la politica ha divorato la ricchezza della Sicilia per farsi i …. suoi, per creare consenso al posto dello sviluppo.
Sono indignato. Sembra una parte in commedia
Dov’era lui, dov’era L’ANCE Sicilia, dov’era tutta la Confindustria Sicilia quando la Regione imbarcava precari su precari, compromettendo l’equilibrio di bilancio e creando via via, senza trovare ostacolo nella società cosiddetta civile (ma de che?) e nel mondo della produzione e del lavoro vero, un blocco elettorale ferreo e spietato, impossibile da scalfire? Perché non hanno gridato allo scandalo, perché non sono scesi in piazza allora?
Dov’era l’imprenditoria sana, onesta che vuole lavorare e dare lavoro, e prosperare senza trucchi e senza inganni? Al mare, in montagna, a sciare? Oppure questa imprenditoria sana è solo un’illusione ed esiste solo una finta imprenditoria che senza i trucchi e gli inganni non va da nessuna parte se non passa i limiti e circola per i corridoi, nelle stanze e negli ambulacri di quella stessa politica che oggi attacca, elemosinando la sua parte, patteggiando la sua fetta .
Che ci vengono a piagnucolare oggi?
La festa è finita. La coperta si è fatta troppo corta e questa politica coprirà solo quelli che le garantiscono la sopravvivenza.
L’ANCE, la Confindustria, il tessuto produttivo, il,lavoro vero possono allegramente andare a prenderlo dove non batte il sole.
Esattamente dove meritano.

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