Arriva al conferma: il Nobel per l’Economia a Crocetta e Baccei

16 novembre 2015

Il prestigioso riconoscimento ai due ‘scienziati’ che contribuiscono al risanamento della casse statali con ardente spirito patriottico. Anche il ‘sacrificio’ di rinunciare ad un miliardo e mezzo di fondi europei (come fa sapere l’Ance stamattina) avrebbe convinto il comitato di Stoccolma ad assegnarlo ai due eroi della finanza…

Satira e dintorni…

Giorno dopo giorno arrivano conferme: il premio Nobel per l’Economia, come vi abbiamo già anticipato, sarà assegnato, con ogni probabilità al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Ormai, dunque, sarebbe cosa fatta. Anche se, da Stoccolma, qualcuno fa trapelare il dubbio che lo meriti di più il suo assessore all’Economia, Alessandro Baccei, meglio noto come il proconsole di Renzi in Sicilia. Alla fine però il comitato che si occupa di assegnare il prestigioso riconoscimento, potrebbe raggiungere un compromesso: lo assegnerebbero ad entrambi.

Al primo per avere contribuito, con ardore patriottico, al risanamento delle finanze statali con sostanziosi contributi: dalla rinuncia ai quattro miliardi di euro frutto di contenziosi con lo Stato che la Corte Costituzionale aveva riconosciuto alla Sicilia, al contributo annuale di 1, 4 miliardi di euro di compartecipazione alla finanza pubblica. Come ha detto lo stesso Baccei, si tratta, in assoluto, del contributo più alto in Italia.

Ora, è ovvio che  il comitato di Stoccolma vola alto e non si occupa delle ricadute che le scelte di Crocetta hanno sulla Sicilia. Per loro si tratta di un ‘patriota’ che, al di là di tutto, assicura approvigionamenti all’Italia. E, Nobel fu.

Al secondo, per gli stessi motivi di cui sopra (è lui il regista), ma con una nota di merito in più: è riuscito a conquistarsi la complicità dei deputati dell’Ars convincendoli del fatto che, in realtà, loro non rispondono ai Siciliani che li hanno (disgraziatamente) eletti, ma al Gran Visir, Matteo Renzi. Tra l’altro, i bene informati raccontano che Baccei non ha neanche dovuto faticare. E, insomma, Nobel anche a lui che continua a garantire le casse statali con risorse che, invece, in Sicilia ‘andrebbero sprecate’.

Una notizia di stamattina, poi, sembra avere convinto definitivamente la lobby di Stoccolma: mentre i due si affannano a trovare soldi dei siciliani per la sacra causa romana,  la Sicilia rischia di perdere, oltre a quelli che ha già perso, un altro miliardo  e mezzo di euro di fondi europei. Lo denuncia l’Ance, l’associazione dei costruttori edili:

“Nella nota di aggiornamento sui fondi strutturali europei dello scorso 23 ottobre, – dice il presidente facente funzioni di Ance Sicilia, Santo Cutrone – l’Ufficio studi dell’Ance nazionale rileva che l’attuazione del Fondo europeo di sviluppo regionale vede la Sicilia in fortissimo ritardo e all’ultimo posto in Italia, ritrovandosi ancora da utilizzare 1 miliardo e 524,9 milioni di euro, con il rischio non solo di perdere queste risorse non ancora impegnate, ma anche di non avere certezza neppure sui finanziamenti già attribuiti alle opere in corso di realizzazione e che non potranno essere completate entro tale termine. In più, dopo due anni, ancora non ci sono notizie dell’avvio della nuova programmazione 2014-2020″.

Insomma, un altra mossa da Nobel per l’Economia: fare tornare questi soldi nelle casse di Bruxelles che magari li darà a qualche regione europea che saprà spenderli risollevando gli indicatori economici. Che siano quelli della Sicilia o di un’altra regione europea, per Stoccolma non conta.

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