Elezioni comunali di Palermo: il ‘giallo’ degli atti che gli uffici si rifiutano di consegnare

21 gennaio 2018

La legge sull’accesso agli atti si applica o no a Palermo? La domanda sorge spontaneamente leggendo un comunicato di Nadia Spallitta: “Sette mesi fa ho presentato richiesta di accesso agli atti relativi alle elezioni comunali. Ma il Comune non ha ancora risposto”. A quanto pare, la ‘trasparenza’ amministrativa non è di moda nella città di Sergio Mattarella e Piero Grasso… Le anomalie delle ultime elezioni comunali di Palermo

A Palermo esiste ancora la democrazia? Ce lo chiediamo leggendo un comunicato di Nadia Spallitta, candidata sindaco di Palermo alle elezioni comunali del giugno dello scorso anno. Dopo un discutibile spoglio delle schede, durato un mese, con una serie incredibile di anomalie (che I Nuovi Vespri ha raccontato e che potete leggere o rileggere negli articoli che trovate allegati in calce), Nadia Spallitta ha presentato richiesta di accesso agli atti, così come previsto dalla Legge.

Ebbene, sono passati sette mesi, ma ancora gli uffici del Comune di Palermo non hanno fornito alla candidata sindaco di Palermo gli atti che ha richiesto.

“Subito dopo le elezioni comunali di Palermo, mentre era in corso un tormentato spoglio delle schede, davanti a enormi irregolarità che peraltro ho ripetutamente denunciato – scrive Nadia Spallitta in un comunicato – ho presentato richiesta di accesso agli atti. Ebbene, dopo sette mesi gli uffici del Comune di Palermo non hanno ancora consegnato gli atti relativi alle elezioni comunali. Noto, con mio sommo stupore, come negli ultimi anni si siano gradualmente smarriti il concetto e l’attuazione dei più elementari principi di legalità e trasparenza, tanto più rilevanti in un settore fondamentale per la democrazia, quale quello delle procedure elettorali”.

“E’ semplicemente incredibile – aggiunge – che, a distanza di sette mesi, gli uffici del Comune non abbiano ottemperato a una richiesta di accesso agli atti prevista da una legge. Faccio notare un particolare che non mi sembra affatto secondario: lo spoglio delle schede per le elezioni regionali del 5 novembre è durato poco più di un giorno. Mentre lo spoglio delle schede delle elezioni comunali di Palermo – nelle stesse sezioni – è durato oltre un mese, condizione che a mio avviso ne determina già l’irregolarità”.

“La richiesta di accesso agli atti, risponde non ad esigenze personali, ma ad un’azione di controllo e di garanzia rivolta al perseguimento dell’interesse pubblico, implicito e rilevante in materia di elezioni. Per questo – conclude Nadia Spallitta – nel caso di protratta ed ingiustificabile inottemperanza alla richiesta di accesso ai documenti pubblici, procederò con le azioni di legge”.

Definire imbarazzante lo spoglio delle schede relativo alle elezioni comunali di Palermo è poco. Noi abbiamo seguito le fasi dello spoglio e, con i nostri mezzi, abbiamo documentato una serie di fatti che meriterebbero di essere approfonditi.

Il primo elemento che salvava agli occhi è stato il ripetersi di fatti avvenuti cinque anni prima, sempre alle elezioni comunali di Palermo.

Morale: per due volte consecutive, a Palermo, sotto gli occhi delle ‘autorità’, lo spoglio delle schede è stato contrassegnato da incredibili ritardi. E’ intervenuta, per la seconda volta consecutiva, la speciale commissione elettorale, presieduta da un magistrato.

Così, sia alle elezioni comunali del 2012, sia alle elezioni comunali di sette mesi fa, gli eletti al Consiglio comunale sono stati proclamati dopo un mese!

Il 14 giugno, mentre la commissione elettorale verificava quanto avvenuto nelle circa 600 sezioni elettorali del Comune di Palermo, scrivevamo:

“Si sta ripetendo lo scenario di cinque anni fa: tanti candidati e tanti elettori che lamentano la ‘scomparsa’ dei voti. Stiamo effettuando le nostre verifiche da semplici cittadini, e già appare la prima anomalia: liste dove i voti di lista sono maggiori dei voti di preferenza. Invitiamo i lettori a segnalarci le anomalie. E invitiamo i candidati che pensano di essere stati penalizzati di chiedere l’accesso agli atti e di prepararsi ai ricorsi (QUI POTETE LEGGERE L’ARTICOLO PER ESTESO).

Il 23 giugno scrivevamo:

“Imbarazzante! Quello a cui stiamo assistendo – con lo spoglio delle schede delle elezioni comunali di Palermo – è imbarazzante. Oltre 300 presidenti di seggio sostituiti all’ultimo momento. Verbali assenti o bianchi nella sede di Piazza Giulio Cesare e presenti e ‘riempiti’ nell’Ufficio centrale elettorale. Fogli ‘volanti’ attaccati ai verbali senza timbro delle sezioni e – sembra incredibile! – senza le firme del presidente di seggio e degli scrutatori. E un papocchio degli uffici regionali sulla doppia preferenza di genere (QUI L’ARTICOLO PER ESTESO).

Il 25 giugno segnalavamo tre anomalie:

La prima anomalia è stata la sostituzione di oltre 300 presidenti di seggio elettorale.

La seconda anomalia è nella stessa legge elettorale approvata dall’Assemblea regionale siciliana, che ha costretto i componenti dei seggi elettorali – presidenti e scrutatori – a lavorare, ininterrottamente, per 48 ore e, in molti casi, per 72 ore.

La terza anomalia riguarda la già citata doppia preferenza di genere(la possibilità, per gli elettori, di esprimere una seconda preferenza nelle elezioni per il Consiglio comunale, a patto di votare un uomo e una donna). La candidata sindaco, Nadia Spallitta, ha segnalato il fatto – che definire strano è poco – che nei verbali è impossibile rintracciare il dato relativo alla stessa doppia preferenza di genere. Anomalia, questa, che riguarda gli uffici dell’Amministrazione regionale che gestiscono le elezioni comunali. (QUI L’ARTICOLO PER ESTESO).

Il 29 luglio abbiamo dato una notizia da Russia di Stalin:

“Il caos delle elezioni comunali di Palermo si colora di ‘giallo’: sarebbe in arrivo una ‘documentazione integrativa’. E da dove arriverebbero questi documenti fino ad oggi non presenti? A raccontare questo ed altri particolari è Nadia Spallitta, esponente dei Verdi di Palermo e candidata a sindaco”. (QUI L’ARTICOLO PER ESTESO).

Il 5 luglio abbiamo dato una notizia allucinante:

“Per ricostruire il voto in otto Sezioni delle quali mancano le indicazioni bisognerebbe riconteggiare le schede. Ma le schede possono essere riconteggiate solo su disposizione della magistratura. Se ne deduce che i risultati elettorali della quinta città d’Italia sono quelli che vengono fuori (o quasi) dal caos di verbali pieni di errori. Ora ci sono anche otto Sezioni elettorali con il voto ‘ricostruito’. Ma tutto questo è normale?” (QUI L’ARTICOLO PER ESTESO).

Il 10 luglio abbiamo dato la notizia che Nadia Spallitta presentava la richiesta di accesso agli atti. (QUI L’ARTICOLO PER ESTESO).

Oggi Nadia Spallitta comunica che gli uffici del Comune di Palermo non le hanno ancora fornito gli atti che ha richiesto.

Tutto questo succede nella città ‘felicissima’ del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente del Senato, Piero Grasso.

Ogni altro commento ci sembra superfluo!

 

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