Agricoltura, l’ultima del Governo Renzi: grano duro americano al posto di quello pugliese e siciliano!

16 novembre 2016

A parole Renzi dice di voler difendere l’agricoltura del Sud Italia (oggi, per ironia della sorte, è a Palermo per parlare di ‘rilancio’ dell’agricoltura siciliana). Peccato che a Foggia, stamattina, tra le proteste di centinaia di agricoltori, la Camera di Commercio ha ricevuto una delegazione americana che dovrebbe vendere nel nostro Paese il grano duro prodotto in California e in Arizona. Una manovra per assestare il colpo di grazia al grano duro del Sud Italia, con particolare riferimento a Puglia e Sicilia? 

Renzi parla di rilancio del Sud Italia. Ma gli uffici del suo Governo fanno l’esatto contrario. Succede a Foggia, in Puglia, una delle ‘Capitali’ del grano duro del nostro Paese. Dove stamattina, tra le proteste degli agricoltori, la Camera di Commercio ha invitato una delegazione americana per promuovere il grano duro di California e Arizona in Italia.

I produttori di grano duro pugliesi – con i quali siamo in contatto già da tempo – ci hanno chiamato al telefono.

“Vi è chiaro quello che sta succedendo? La Camera di Commercio di Foggia, che dovrebbe promuovere i nostri prodotti all’estero, ha invitato i commercianti italiani per promuovere il grano duro americano nel nostro Paese. Siamo alla follia!”.

A differenza della Sicilia – Regione a Statuto autonomo, dove le Camere di Commercio dipendono dalla Regione – in Puglia le Camere di Commercio dipendono dallo Stato. Cioè dal Governo nazionale. Insomma è il Governo Renzi che sta provando a promuovere il grano duro americano nel nostro Paese! Sì, Renzi, il presidente del Consiglio, quello che in queste ore è in Sicilia dove sta cercando di far credere che il suo Governo difende le ragioni del Sud e dell’agricoltura del Sud e, in particolare, siciliana.

In pratica, il Governo nazionale sta cercando di promuovere un prodotto per creare ulteriori difficoltà ai produttori di grano duro della Puglia e della Sicilia, che sono le due Regioni italiane maggiormente interessate alla produzione di grano duro (mettendo assieme Sicilia, Puglia, Basilicata e altre aree del Mezzogiorno, si arriva all’80% del grano duro prodotto in Italia).

E’ anche per questo che, di recente, Renzi è volato in America, per incontrare l’ormai presidente USA uscente, Obama? Per creare un canale privilegiato in Italia al grano duro (Desert durum) prodotto in California e in Arizona? Il dubbio è legittimo.

Il paradosso è che, in queste ore, Renzi è a Palermo a presenziare a una manifestazione per il ‘rilancio’ dell’agricoltura!

Di fatto, mentre dice che farà questo e farà quello per l’agricoltura, la Camera di Commercio di Foggia sta provando a far entrare il grano duro americano in Italia! Per fregare i produttori di grano duro del Mezzogiorno.

Da qui le proteste di un centinaio di agricoltori pugliesi che, stamattina, si sono presentati davanti la sede della Camera di Commercio di Foggia.

Mentre parliamo al telefono arrivano gli uomini della Polizia. Così ascoltiamo la conversazione.

Polizia: “La manifestazione è autorizzata?”

Un manifestante: “Certo, abbiamo inviato un fax tre giorni fa”.

Polizia: “L’avete inviato, va bene. Ma la risposta qual è stata?”.

Un manifestante: “Che risposta? Noi ci siamo limitati ad avvertire le autorità tre giorni fa”.

La discussione procede, ma con toni pacati.

Per la cronaca, a Foggia le manifestazioni dei produttori di grano duro sono ormai all’ordine del giorno. Gli agricoltori chiedono l’applicazione della recente legge che prevede l’istituzione della Commissione unica nazionale (Cun) per la rilevazione del prezzo del grano duro.

La Cun dovrebbero evitare che i prezzi del grano duro – che oggi vengono decisi dalle Camere di Commercio – vengano tenuti bassi per favorire i commercianti e la grande industria che opera con i derivati del grano duro (pasta in primo luogo).

Dopo che si è scoperto che il grano duro canadese presenta troppi problemi, come potete leggere qui di seguito:

“Il grano canadese che arriva in Europa è un rifiuto speciale che finisce sulle nostre tavole”

la grande industria della pasta italiana sta provando a trovare un’alternativa. Non che lo faccia con piacere: di mezzo, infatti, c’è un’associazione di produttori di grano duro d’Italia – GranoSalus – che ha annunciato controlli sui derivati del grano duro: pasta, pane, semole, farine, biscotti, dolci. E siccome le partite di grano duro del Canada coltivate nelel zone umide contengono glifosato e micotossine, gli industriali stanno provando a correre ai ripari. Ma la partita, per loro, non è facile.

Fino ad ora, è inutile che ci prendiamo in giro, hanno lavorato poco con il grano duro del Mezzogiorno d’Italia che, sotto il profilo della qualità, è uno dei migliori del mondo. Hanno preferito lavorare con il grano duro estero. Comprato a prezzi bassi.

Ma, si sa, quando il prezzo di un prodotto alimentare è troppo basso, le conseguenze o le paga l’ambiente, o le paga la salute umana.

Nel caso della pasta con presenza di glifosato e di alti tenori di micotossine a pagare è stata la salute umana.

Ora la ‘festa’, per le grandi industrie della pasta italiana, è finita. Sono costrette ad acquistare il grano duro del Sud Italia. Ma vorrebbero farlo controllando il prezzo. E qui lo scenario, per chi è abituato ‘bene’, diventa problematico.

Il grano è un prodotto che si conserva. Gli agricoltori del Sud Italia, quest’anno, l’hanno conservato. Motivo: gli speculatori internazionali hanno fatto precipitare il prezzo del grano duro del Sud Italia a 14 Euro al quintale. A questo prezzo gli agricoltori non possono vendere, perché ci perderebbero (il prezzo minimo, per poter consentire ai produttori di grano duro di ‘uscire’ bene è di almeno 23-24 Euro a quintale).

Considerato che gli industriali non potranno più acquistare grano estero ‘raffazzonato’ (cioè pieno di sostanze indesiderate) dovrebbero richiederlo ai produttori del Sud Italia. Ma all’aumentare della domanda – e di grano duro le industrie italiane ne vogliono tanto – il prezzo schizzerebbe all’insù.

Così la grande industria – con la connivenza del Governo Renzi – si è inventata i “Contratti di filiera”:

Grano duro/ GranoSalus attacca il Governo Renzi: “Viola le regole della concorrenza e crea rischi per la salute”

Una trovata per potere acquistare il grano duro del Sud Italia a un prezzo controllato, imponendo agli agricoltori la coltivazione di varietà iperproteiche che fanno risparmiare gli industriali, ma mettono a repentaglio la salute dei consumatori. Peraltro alterando i prezzi di mercato.

Si sono anche inventati una Cun a Bologna:

Giù le mani dal grano duro del Sud: la Cun deve essere una e al Sud, altro che Bologna!

Un’altra follia, perché nel Centro Nord Italia si produce il 20% del grano duro italiano, di qalità inferiore a quello del Sud Italia.

Insomma, in un modo o nell’altro il Centro Nord deve fregare il Sud, ora prendendosi i fondi PAC delle Regioni del Mezzogiorno per gli sgravi contributivi per le imprese, ora imponendo, da Bologna, il prezzo del grano duro. Il tutto con l’appoggio del Governo nazionale!

Ora si sono studiati anche il grano duro della California e dell’Arizona. Su questo punto torneremo con un approfondimento. Ora vi diciamo soltanto che questo grano duro – Desert durum – è certificato e costa almeno 40 Dollari al quintale (anche se il prezzo ufficiale viene nascosto).

Certo, è un grano duro di qualità. Ma è di qualità inferiore a quello del Sud Italia. Chissà che diavoleria si stanno inventando. Di sicuro non si annunci nulla di buono per la granicoltura del Sud Italia. Anzi.

 

 

 

 

 

 

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