Tra Slow Food e Coldiretti un ‘matrimonio senza amore’: e silenzio… sulle micotossine

3 ottobre 2016

da Saverio De Bonis
di GranoSalus
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Insieme per interesse. La Coldiretti di Roberto Moncalvo, dopo aver sfasciato la rappresentanza dell’agricoltura italiana, prova disperatamente di recuperare quella ‘verginità’ perduta affidandosi a inutili campagne di comunicazione. Dall’altra parte Slow Food di Carlo ‘Carlin’ Petrini, che si presta a un’operazione d’immagine per coprire il vuoto di un’organizzazione agricola sempre meno credibile (Moncalvo ha schierato la Coldiretti con Renzi per il sì al referendum, ma è stato sonoramente fischiato)

  

Carlo ‘Carlin’ Petrini, fondatore dell’associazione Slow Food ha assunto la carica di Presidente della Fondazione Campagna Amica, la rete di vendita diretta a marchio Coldiretti. La rete, tuttavia, detiene molto più spazio sui media che nel mercato, riuscendo a coprire a malapena l’1% delle vendite dirette, nonostante i numeri decantati dalla stessa organizzazione. Il risultato concreto, a fronte delle risorse impegnate, è sicuramente poco esaltante, nonostante il nobile intento.

Il ‘matrimonio’ annunciato tra Petrini e Coldiretti sembrerebbe pertanto giustificato da motivazioni commerciali. Per correre ai ripari il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha chiamato in soccorso il suo corregionale, spiegando così le ragioni dell’alleanza:

“I nostri mercati di Campagna Amica – il frutto più prezioso della rivoluzione che ha avuto protagonista l’agricoltura italiana in questi anni con una decisa svolta verso la qualità e la sicurezza ambientale ed alimentare sostenuta dai consumatori – sono diventati oggi un patrimonio culturale del Paese anche per la formazione delle nuove generazione, come dimostrano le centinaia di collaborazioni con le scuole”.

Per Moncalvo, “l’inserimento, quest’anno, dei mercati di Campagna Amica come elemento di approfondimento in un sussidiario per le quinte classi delle scuole elementari” è una grande risultato che “consegniamo nelle mani di Carlo Petrini che, con la sua storia ed il suo presente, saprà interpretarne al meglio i valori e la forza”.

Sotto il profilo del marketing l’operazione sembra concepita per riposizionare e rafforzare l’immagine un po’ appannata di Campagna Amica, il cui brand evidentemente è molto meno forte di quello di Slow Food. Petrini è noto per aver sviluppato una tendenza gastronomica (slow-food) che si oppone alla pratica diffusa del consumo frettoloso dei pasti (fast-food) e propone il recupero di un’alimentazione più genuina.

Coldiretti, invece, è nota per aver sfasciato la rappresentanza dell’agricoltura italiana e adesso tenta disperatamente di recuperare quella verginità perduta affidandosi a inutili campagne di comunicazione, oppure, come in questo caso, ad un uomo che è stato capace di compiere una rivoluzione culturale nel Paese. O ad altri personaggi illustri.

La sua rivoluzione, però, è un po’ distante dagli obiettivi politici che caratterizzano sempre più il sindacato del popolo giallo e che causano un progressivo scollamento tra la base e la dirigenza, come dimostra la discesa in campo a favore del sì al referendum costituzionale voluto dal Governo Renzi. La base, in questo caso, ha risposto con i fischi.

L’operazione quindi sotto il profilo della comunicazione presenta non poche difficoltà, che Petrini ha già abilmente iniziato ad affrontare proprio parlando di speculazione sul grano e sul latte.

Ma è proprio parlando di grano che ci siamo accorti che la sua direzione è sbagliata, perché tenta di attribuire le ragioni della speculazione alla finanza internazionale e alla Borsa di Chicago, sorvolando invece su tutte le gravi problematiche domestiche, antifrode e antitrust, che lui conosce bene da tempo e che finanche il Ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, ha ribadito alle industrie italiane.

Sulle micotossine nel grano e nei suoi derivati, Slow Food è informata da almeno cinque anni! Ma il suo silenzio sino ad oggi è stato un po’ colpevole come, del resto, il silenzio della Coldiretti.

La difesa della vita e della salute è un dovere che ogni uomo dovrebbe perseguire. Nel caso della Coldiretti, il ruolo pubblico della loro fede cattolica avrebbe dovuto avere un impatto maggiore, dettato proprio dalla Dottrina sociale della Chiesa, che nei fatti è risultata molto poco rispettata.

I nemici del Made in Italy, quindi, non sono solo gli speculatori italiani, ma anche tutte quelle organizzazioni silenti che sino ad oggi hanno voltato lo sguardo di fronte alla realtà dei fatti e a verità che fanno ammalare i cittadini e, soprattutto, i bambini.

Non è questa la modalità di condivisione che può aiutare a risolvere i problemi seri della gente e dell’agricoltura italiana.

“La condivisione da molti anni degli obiettivi e delle idealità di Slow Food con Campagna Amica e Coldiretti – ha dichiarato Petrini – mi ha convinto ad assumere questa presidenza. Ritengo un onore poter rappresentare una rete così vasta e capillare di contadini italiani che, nel quotidiano, mettono in essere pratiche virtuose a tutela di un patrimonio distintivo e importante del nostro Paese”.

Caro Petrini, se l’alleanza con la Coldiretti è dettata solo da questioni di natura commerciale, la partenza non è delle migliori. Se a questo si dovessero aggiungere ragioni di natura politica, allora quasi certamente al ‘matrimonio’ da brividi seguirà presto il ‘divorzio’.

I consumatori non hanno l’anello al naso e noi li informeremo. Capiranno ben presto di che pasta è fatto il nuovo sodalizio.

Il cibo sano ha bisogno di una rivoluzione vera, non di riposizionamenti.

 

ndr ricordiamo ai nostri lettori che di agricoltura e di rilancio della Sicilia parleremo nell’incontro del 15 a Palermo, cui parteciperà anche Saverio De Bonis e al quale siete tutti invitati. Qui i dettagli

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