Un agricoltore del Sud che produce grano duro dovrebbe vivere con 75 euro al mese. In Sicilia anche con meno!/ MATTINALE 950

12 luglio 2023
  • Il post di COLTIVATORI DI GRANO E CEREALI nel quale si denuncia un’amara verità
  • In Sicilia, per questioni storiche e ambientali (leggere una nota organizzazione che non si occupa esattamente di legalità…), il prezzo del grano duro è sempre inferiore al prezzo del grano duro pugliese
  • L’attuale Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, si sta dimostrando uguale ai suoi predecessori del PD e della Lega
  • In Olanda, dopo che il Governo ha provato a smantellare gli allevamenti animali, gli agricoltori si sono organizzati in partito politico che oggi, se non sarà il primo partito del Paese, sarà comunque un grande schieramento elettorale con un folto gruppo di parlamentari    

Il post di COLTIVATORI DI GRANO E CEREALI nel quale si denuncia un’amara verità

Sulla pagina Facebook di COLTIVATORI DI GRANO E CEREALI va un post di Angelo Borea che fa il punto della situazione sull’annata del grano. Per quello che si capisce, il riferimento dovrebbe essere soprattutto al grano duro. “I porci – leggiamo nel post – stanno portando il prezzo del grano a 35€ al quintale … e allora oggi vediamo se i perbenisti sono capaci di risolvere questo problema…
Supponiamo che Tizio abbia 15 ettari di grano, trattori, attrezzi e anche trebbia (quindi avvantaggiato rispetto la media)
Produca 30 qli ad ettaro(media) a 35€… incasserà 1050€
Meno 200€ tutti i lavori meccanici
Meno 230€ seme (fatto pagare a peso d’oro )
Meno Concime 260€
Meno Diserbo 90€
Meno trattamento fungino 60€
Restano 210€ x ettaro
Più 250€ x ettaro(elemosina Europa)
Totale: 460€ x ettaro X 15. 6900€
Meno commercialista 500€ Caf agricolo 500€ contributi coltivatore 4000 (x pensione da fame)
Assicurazioni 500€
vigilanza 500€
Rimangono 900€ in un anno diviso 12 mesi”.
Amare le conclusioni. In pratica, un agricoltore che coltiva 15 ettari di grano dovrebbe vivere con “75€ al mese, mantenere la famiglia, non avere neanche un dipendente e avere una casa in campagna da dove non può muoversi perché non ha neanche i soldi x il gasolio nella macchina e non deve rompersi mai niente… Secondo voi Tizio può vivere così? Allora il governo prima che dai piagnistei si passi a qualcosa di molto pericoloso metta il prezzo minimo sul campo… altrimenti piangerete tutte le vostre malefatte prima o poi…“.

 

In Sicilia, per questioni storiche e ambientali (leggere una nota organizzazione che non si occupa esattamente di legalità…), il prezzo del grano duro è sempre inferiore al prezzo del grano duro pugliese

Questo scenario con il prezzo del grano duro a 35 euro al quintale va bene per la Puglia e, supponiamo, anche per il Centro Nord Italia dove, in effetti, il grano duro non andrebbe coltivato, perché il clima non è esattamente dei migliori per questa coltura. Tra l’altro, con in corso i cambiamenti climatici, coltivare il grano duro – per esempio in Emilia Romagna – è un grave errore, come dimostrano le piogge torrenziali delle settimane scorse e la pessima gestione del territorio da parte di chi amministra questa Regione. Ma 35 euro al quintale per il grano duro non è il prezzo del grano duro della Sicilia, seconda Regione italiana nella produzione di grano duro dopo la Puglia. In Sicilia, per questioni storiche e ambientali (leggere una nota organizzazione che non si occupa esattamente di legalità…), il prezzo del grano duro è sempre inferiore al prezzo del grano duro pugliese. Mentre a Bologna il prezzo di un quintale di grano duro si mantiene intorno a 35 euro, in Puglia intorno a 32-34 euro per quintale, in Sicilia, fino a qualche giorno fa, il prezzo variava da 24 a 31 euro per quintale a seconda quella qualità e delle modalità di consegna. Qualcuno ha scritto che il prezzo del grano duro sarebbe aumentato ma a noi non risulta. Del resto, il post di  COLTIVATORI DI GRANO E CEREALI ci dice che il prezzo è basso. Per ciò che riguarda il grano duro siciliano, possiamo affermare che se in Puglia o nel resto del Sud e nel Centro Italia un agricoltore che coltiva 15 ettari di grano duro dovrebbe vivere con 75 euro al mese, nella nostra Isola dovrebbe vivere con una cifra inferiore, dal momento che il prezzo del grano duro siciliano è, in media, 5-6 euro più basso del prezzo del grano pugliese. In più, quest’anno – elemento tutt’altro che secondario – la produzione di grano duro è sui buoni livelli ma la qualità non è eccelsa a causa delle piogge tardive: in molte aree del Sud e in Sicilia ha piovuto a Giugno e anche nei primi giorni di Luglio (lo stesso discorso vale anche per la Grecia).

 

L’attuale Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, si sta dimostrando uguale ai suoi predecessori del PD e della Lega

Questo, grosso modo, lo scenario. Chiamare in causa il Governo nazionale è corretto, se è vero che l’attuale Ministro delle Risorse agricole, Francesco Lollobrigida, non è diverso dai suoi predecessori del PD e della Lega. In pratica, agli esponenti del PD, della Lega e di Fratelli d’Italia del grano duro del Sud Italia e della Sicilia non gliene può fregare di meno. Ma c’è anche una grande responsabilità politica delle Regioni: della Regione Puglia amministrata dal centrosinistra e della Regione siciliana amministrata dal centrodestra. Ma i veri responsabili non – ovviamente – del pessimo andamento climatico ma dell’andamento complessivo della granicoltura italiana – con riferimento al grano duro di Sicilia, della Puglia e, in generale, del Sud Italia sono gli agricoltori. Bravissimi a lamentarsi, gli agricoltori del Sud Italia e della Sicilia – spiace dirlo – stanno ‘raccogliendo’ quello che hanno seminato… Pensavano, forse, gli agricoltori di Sud e Sicilia che producono grano duro (ma il discorso va esteso a tutti gli agricoltori di Sud e Sicilia), che i partiti politici nazionali avrebbero tutelato i loro interessi? In Olanda, dopo che il Governo ‘europeista’ ha deciso di smantellare gli allevamenti animali buttando in mezzo alla strada 30 mila allevatori e dopo aver provato a penalizzare l’agricoltura in generale con un’ottusa e disonesta politica ‘ambientalista’ (ricordiamo che l’Unione europea pretende la messa al bando di tanti pesticidi senza dare alternative ma non ha toccato il glifosato prodotto dalla Bayer oggi fusa con la Monsanto: una vergogna senza fine alla faccia dei minchioni che credono ancora nell’Unione europea dei popoli…), gli agricoltori e gli allevatori si sono organizzati in movimento politico e sono diventati fortissimi. Noi, il 24 Luglio del 2022, abbiamo lanciato la proposta di un partito politico degli agricoltori siciliani in vista delle elezioni regionali. Ma gli agricoltori siciliani hanno preferito andare ancora dietro ai partiti politici nazionali. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

 

In Olanda, dopo che il Governo ha provato a smantellare gli allevamenti animali, gli agricoltori si sono organizzati in partito politico che oggi, se non sarà il primo partito del Paese, sarà comunque un grande schieramento elettorale con un folto gruppo di parlamentari    

Oggi, in Olanda – un Paese di 17,5 milioni di abitanti circa – il partito degli agricoltori e degli allevatori, se non diventerà il primo partito politico di questo Paese, sarà comunque uno dei primi partiti e gli ‘europeisti’ si dovranno rimangiare il progetto di smantellamento degli allevamenti animali, le ottuse politiche ambientaliste della Ue (che in realtà non hanno nulla di ambientalista ma nascondono solo affari) e, in generale, tutte le buttanate degli ultimi sei mesi. In Francia i cittadini stanno facendo un ‘mazzo così’ a Macron e alla sua banda di liberisti al soldo dell’Unione europea. Nel Sud Italia e in Sicilia, lo ribadiamo, gli agricoltori sanno solo lamentarsi e non hanno alcuna voglia di lottare. L’unica organizzazione che sta provando a difendere il grano duro è la CIA della Puglia, per il resto è deserto e clientelismo spicciolo. Così assistiamo a scene ‘coloniali’: il prezzo della pasta che aumenta (in Italia, per legge, la pasta si può produrre solo con il grano duro) mentre precipita il prezzo del grano duro, passato da 60 euro al quintale a 35 euro al quintale nel giro di un anno. Questo perché il Governo italiano dei ‘Patrioti’ di Giorgia Meloni con il Ministro Lollobrigida hanno consentito di far arrivare in Italia fiumi di grano duro (e anche di grano tenero) dall’Ucraina e dal Canada. Un’offerta di grano estero (in alcuni casi di pessima qualità!) che ha quasi dimezzato il prezzo del grano italiano. Cinque Paesi dell’Est Europa hanno bloccato le importazioni di grano ucraino, sia perché stava distruggendo il reddito degli agricoltori, sia perché si tratta di grano di pessima qualità inquinato dalle bombe di un anno e mezzo di guerra. Argomento che abbiamo affrontato in più articoli: “In Ucraina terreni inquinati dalla bombe e ora il pericolo di uranio impoverito. Il consiglio: mangiare solo pasta a pane a Km zero“, “Servirà a poco ma lo scriviamo lo stesso: attenti ai derivati del grano ucraino, canadese e anche del Sud Italia ‘annegato’ dalle piogge“, “Può definirsi ‘italiana’ la pasta che viene realizzata senza utilizzare grano duro italiano?“, “Dietro il grano ucraino che arriva in Europa (compresa l’Italia) i grandi affari di governanti corrotti e delle multinazionali Monsanto, Cargill e DuPont“. Tutto questo mentre la televisione continua a raccontare che questo o quel derivato del grano è “prodotto con grano italiano”: sì, il grano italiano delle minchie che volano! Cari agricoltori del Sud e della Sicilia: spegnete la televisione e accendete i cervelli: se non volete dare vita u un movimento politico come in Olanda, dovete trovare persone in grado di rappresentarsi nei ‘Palazzi’ della politica, sennò scomparirete: che è, poi, l’obiettivo dell’Unione europea e del Governo Meloni: sbaraccare da granicoltura meridionale e siciliana per fare posto a pannelli solari per dare l’energia prodotta alla Germania e al Nord Italia. Svegliatevi!

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