La guerra in Ucraina e le altre guerre americane provocheranno povertà e faranno risvegliare i meridionali e i siciliani/ MATTINALE 935

4 giugno 2023
  • Un post della pagina Facebook CDS- DUOSICILIANI-BRIGANTI BORBONICI E NEOBORB. -BENEVENTO E PROV. di Vittorio Mirri ci dà l’opportunità di segnalare non soltanto l’importanza dello stesso post ma anche le possibili prospettive di rinascita di Sud e Sicilia 
  • L’oppressione italiana verso il mezzogiorno che va avanti dal 1860
  • Il vero sottosviluppo culturale è – almeno in parte – nel ‘profondo’ Nord Italia

Un post della pagina Facebook CDS- DUOSICILIANI-BRIGANTI BORBONICI E NEOBORB. -BENEVENTO E PROV. di Vittorio Mirri ci dà l’opportunità di segnalare non soltanto l’importanza dello stesso post ma anche le possibili prospettive di rinascita di Sud e Sicilia 

La pagina Facebook CDS- DUOSICILIANI-BRIGANTI BORBONICI E NEOBORB. -BENEVENTO E PROV.- pubblica un post di Vittorio Mirri, “impegnato per la Verità, Giustizia, Libertà e Diritti nell’interesse del Popolo Meridionale/Italiano”, come si legge nella sua pagina Facebook. Mirri è il “Reggente della Nazione Meridionale identificata con il Popolo e i territori dell’ex Regno delle Due Sicilie e di Sardegna”. Il post è interessante non solo perché ripercorre i disastri provocati nel Sud Italia e in Sicilia dalla disgraziata quanto ‘presunta’ unità d’Italia ma anche perché illustra una prospettiva di rinascita. E siccome c’è un preciso richiamo all’ex Regno delle Due Sicilie e alla Sardegna (anche in quest’Isola i Savoia ne hanno combinate di tutti i colori), tale richiamo vale anche per le zone del Centro Italia che facevano parte del Regno del Borbone. Il fatto che nel Mezzogiorno in questi anni siano venuti fuori tanti movimenti di indipendenza in alcuni casi in antitesi tra loro non è, per forza di cose, negativo. Certo, manca ancora un sentimento di unità: i sicilianisti, ad esempio, si richiamano al grande Regno di Sicilia e non si riconoscono nel Regno delle Due Sicilie. Il dato culturale e politico importante è che ci siano, oggi, tanti movimenti che, prima o poi, dovranno trovare una sintesi comune: potrebbe essere lo stesso Regno delle Due Sicilie o, in alternativa, una federazione di realtà meridionali stanche di essere sfruttate dall’Italia. Perché noi crediamo che ciò possa avvenire? Risposta semplice: perché Sud e Sicilia, fino ad oggi, sono rimaste, bene o male, ‘italiane’ grazie alla spesa pubblica. L’attuale momento storico presenta due elementi che stanno facendo venire meno la spesa pubblica nel Sud Italia e in Sicilia. Prima di esaminare, per grandi linee, questi due elementi vediamo cosa ci dice il post di Vittorio Mirri ripreso dalla pagina Facebook di CDS- DUOSICILIANI-BRIGANTI BORBONICI E NEOBORB. -BENEVENTO E PROV.. Il post è stato pubblicato il 2 Giugno, festa della repubblica italiana:

 

L’oppressione italiana verso il Mezzogiorno che va avanti dal 1860

“Oggi il sistema di potere italiano, che ci opprime da oltre 162 anni, festeggia la nascita della loro Repubblica italiana, noi Meridionali no, perché siamo trattati non come partecipi paritari ma come una colonia da mungere, deridere, ingannare e tenere oppressa e degradata! Per noi, parte oppressa di questa Repubblica è solo un ennesimo anniversario di un regime opprimente, cinico ed ingannatore e ci ricorda di un’aggressione gratuita, vigliacca, cinica e sanguinaria causa di un genocidio e che ci ha spogliato, saccheggiato e sottratto la nostra Patria e che a tutt’oggi ci dileggia e ci mantiene nel degrado, che ci descrive con una storia falsa ed offensiva, che ci discrimina e perseguita. Una Repubblica erede di un barbaro Regno che ci ha aggredito derubato e annesso, che ha fucilato e/o bruciato vivi bambini donne e anziani e Paesi interi, che usato bambini e adulti meridionali per fare esperimenti pseudo medico-scientifici peggiori di quelli nazisti, che ha internato in campi di concentramento e sterminio i meridionali dissidenti e militari lealisti lasciandoli ammalare e morire, che ha chiuso tutte le scuole meridionali per oltre 15 anni, che ha imposto le migrazione, che ha inserito ed allevato nel Meridione la criminalità organizzata per fini di usura e controllo del territorio, che a tutt’oggi esibisce come macabri trofei, definendoli con disprezzo criminali solo perché di etnia Meridionale, i poveri resti di nostri concittadini, anche se bambini, in un Museo, il Lombroso, a Torino, che ha usato ed usa generazioni di Meridionali come schiavi, che ha usato generazioni di giovani Meridionali come carne da cannone nella 1° e 2° guerre mondiali per poi abbandonarli come fece con i resistenti IMI che si opposero al nazifascismo. Repubblica italiana che oggi si auto-festeggia e che ci opprime senza ritegno e senza mai affrontare la questione Meridionale quale degna erede del regno dei Savoia! Ebbene, oggi per Noi è l’inizio della nostra rinascita, Meridionali ricordate chi siete, le vostre origini e cosa è stato fatto ai vostri Avi e cosa fanno ancor oggi a voi e come vi costringono nel degrado ed a accettare di far studiare ai vostri figli una storia falsa e denigratoria sui vostri Avi stessi e sulla vostra storia, come costringono i vostri figli ad abbandonare i propri cari, affetti, amici e territorio per cercare lavoro altrove, è ora di dire basta!!!”.

 

Il vero sottosviluppo culturale è – almeno in parte – nel ‘profondo’ Nord Italia

Impossibile dare torto a Mirri. Impossibile soprattutto per I Nuovi Vespri, che da quando è in rete ha dedicato centinaia di articoli alle porcate fatte nel Sud e in Sicilia da casa Savoia. Nel 2016 abbiamo partecipato alla campagna “Cento città contro il museo Lombroso”. E il museo degli orrori di Palermo? Abbiamo raccontato la ‘civilissima’ Torino che nel 2019 ha ricordato un personaggio controverso – il positivista Cesare Lombroso, che di scientifico aveva poco o nulla – con una mostra realizzata nella Mole Antonelliana. Anche questa, ancora oggi, è la cultura del Nord Italia. Non solo questa, per carità: ma il fatto che Torino celebri ancora oggi un razzista anti-meridionale, le cui teorie farlocche e prive di riscontri scientifici servivano solo a giustificare le stragi di meridionali e siciliani da parte dei piemontesi, dà la misura di cosa sia – ancora oggi – il Nord Italia, piaccia o no. Abbiamo raccontato – con articoli di Ignazio Coppola – della Prima guerra mondiale, voluta da casa Savoia contro la volontà del Parlamento italiano dell’epoca, guerra che costò la vita soprattutto a milioni di meridionali usati come carne da macello dai generali italiani nel nome di una ‘vittoria’ balorda. Insomma, tutto quello che scrive Vittorio Mirri è condivisibile. “Se amate il Meridione/Sud della Penisola italica diffondete la notizia – scrive sempre Mirri -: l’1 Giugno 2023 io Vittorio Miri ho sciolto le riserve ed ho assunto la responsabilità e l’incarico di risvegliare le coscienze, riunire e compattare il Popolo Meridionale e rappresentare le sue istanze e doglianze (il Meridione individuato nell’ ex Regno delle Due Sicilie e nella Sardegna). Al fine di dare una figura responsabile e di riferimento definisco l’incarico assunto come Reggenza.
In questo caso per Reggente non si intende un rappresentante o sostituto momentaneo del Re (né con i Borboni né con i Savoia) ma semplicemente Colui che vuole compattare il Popolo meridionale e tutte le sue emanazioni risvegliandone le coscienze e portare avanti le istanze e doglianze in autonomia della Nazione e Popolo Meridionali all’interno della Repubblica Italiana”. Chi vuole trova per esteso lo scritto di Mirri su Facebook. Noi intanto diamo la notizia.

 

La guerra in Ucraina e le altre guerre che gli americani stanno ‘seminando’ nel mondo farà venire meno la spesa pubblica in Italia e costringerà meridionali e siciliani a tornare a pensare alla libertà

Illustriamo ora i due elementi che stanno facendo venire meno la spesa pubblica nel Sud Italia: cosa, questa, che risveglierà la voglia di rivolta nel Sud. Il primo elemento è la guerra in Ucraina, che non è la storia dell’invasore (la Russia) e dell’invaso 8l’Ucraina). Come scriviamo da tempo, a guerra in Ucraina è voluta dagli Stati Uniti d’America per difendere l’area del dollaro. I Paesi del BRICS – Cina, Russia, India, Brasile, Sudafrica – stanno portando avanti un processo di ‘dedollarizzazione’. La guerra in Ucraina ha frenato l’avvio di una moneta unica alternativa al dollaro ma i rappresentanti dei Paesi del BRICS – che si sono riuniti in questi giorni in Sudafrica – hanno deciso di andare avanti utilizzando varie monete, eliminando comunque il dollaro. Ciò significa non solo che la guerra in Ucraina continuerà ma che gli americani provocheranno altre guerre andando anche allo scontro contro la Cina: a cominciare da Taiwan, dove in queste ore è stato sfiorato uno scontro tra un mezzo militare navale americano e un mezzo militare navale cinese. Gli americani non sono stupidi e sanno che la Germania – che controlla in modo quali ‘militare’ l’Unione europea – sono alleati sottobanco di Russia e Cina: ed è proprio per questo che spingeranno il Kosovo nella guerra contro la Serbia. Mossa che gli servirà per aprire un altro fronte di guerra contro la Russia, alleata della Serbia; e per far saltare gli equilibri in un’Europa ‘tedeschizzata’ che gli USA considerano ostile. ‘Seminando’ guerra gli americani contano di bloccare il processo di ‘dedollarizzazione’ in atto. Le guerre impoveriranno l’Unione europea, specie l’Italia, dove le ‘autorità’ raccontano un sacco di fesserie su crescita economica e inflazione. In realtà l’Italia, sotto il profilo economico, è con il culo a terra e il Sud ne pagherà le peggiori conseguenze. E questo è il primo elemento che farà venire meno la spesa pubblica in Italia e nel Sud e in Sicilia in particolare. Proprio perché l’Italia, a causa della guerra, si va impoverendo, il Nord imporrà l’Autonomia differenziata per scippare al Sud e alla Sicilia al 70 miliardi di euro all’anno: e questo è il secondo elemento che farà ulteriormente venire meno la spesa pubblica nel Sud e in Sicilia. Meridionali e siciliani, fino ad oggi addormentati perché alla fine sono riusciti a tirare avanti, tra un po’ saranno sempre più impoveriti e saranno costretti a guardare meno televisione (fattore di ‘sonno’ sociale) e a pensare ai “duri fatti” che cominceranno a premere dal basso. Qualcosa dovrà succedere…

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano       

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