Non è che partendo dalla Sicilia Israele ha detto addio agli Stati Uniti d’America per allearsi con Cina e Russia? /MATTINALE 932

10 febbraio 2023
  • Tutto comincia in Sicilia con la raffineria Isab di Priolo  
  • … e gli israeliani arrivano in Sicilia per dare una mano a Putin…
  • In oltre settant’anni di alleanza con gli americani Israele non ha mai conosciuto la pace. E allora… 
  • In alleanza con Cina e Russia gli israeliani potrebbe finalmente trovare un accordo di convivenza pacifica con i palestinesi  
  • Intanto l’Unione europea ‘fa la guardia’ al bidone’

Tutto comincia in Sicilia con la raffineria Isab di Priolo  

Per provare a capire cosa sta succedendo tra Israele e gli Stati Uniti d’America, anzi, cosa è cambiato tra questi due Paesi dobbiamo partire dalla Sicilia, dove gli americani, dall’armistizio-resa di Cassibile ad oggi sono di casa. Dobbiamo partire dai russi della Lukoil che, da alcuni anni, com’è noto, gestiscono la raffineria di petrolio Isab di Priolo, in provincia di Siracusa. Agli statunitensi, per meglio dire, a una parte degli statunitensi, con riferimento ai Democratici americani, la presenza dei russi nella nostra Isola non è mai andata giù. Ma hanno dovuto inghiottire il rospo, come si usa dire in questi casi. Il 2022 è l’anno fatale. Esplode la guerra in Ucraina e iniziano le sanzioni occidentali contro la Russia di Putin. Tra le sanzioni, è noto, è c’è anche lo stop al petrolio russo. I risvolti per la raffineria Isab di Priolo sono inevitabili. I russi della Lukoil che operano da quelle parti non possono più utilizzare il petrolio russo. Il problema è che i russi sono venuti in Sicilia per valorizzare il proprio petrolio e per vendere ai siciliani benzina e gasolio. Sembra che, almeno in questo caso, le sanzioni europee alla Russia abbiano colpito nel segno. L’affondo alla Lukoil che opera a Priolo appare l’unico caso di sanzioni dell’Unione europea alla Russia non demenziali. Ma… E qui comincia la storia che proviamo a raccontare.

 

… e gli israeliani arrivano in Sicilia per dare una mano a Putin…

Colpita in Sicilia, la Russia di Putin deve trovare una soluzione. Si potrebbero aggirare le sanzioni come fanno altri Paesi: fare acquistare il petrolio russo da Paesi extra europei e poi acquistarlo da questi ultimi. Il problema è che gli americani non sono scemi e ‘sgamerebbero’ subito il gioco. E lo farebbero saltare. E allora? E allora entra in gioco Israele. Rileggiamo un nostro articolo di un mese fa. Il titolo è un po’ ironico: “Veramente i russi della Lukoil hanno ceduto la raffineria Isab di Priolo o sono d’accordo con ciprioti e israeliani?“. Andiamo all’articolo: “Alla fine ha avuto ragione il quotidiano on lineAffaritaliani.it, che da qualche giorno racconta di una possibile intesa tra il colosso russo della Lukoil (che, lo ricordiamo, è la più grande compagnia petrolifera della Russia e una delle più grandi del mondo) e la  G.o.i. Energy. L’intesa, che si è formalizzata in queste ore, prevede l’acquisto, da parte di G.o.i. Energy (ramo del settore energetico di Argus, un fondo di private equity e asset management leader a Cipro), della raffineria Isab di Priolo, in Sicilia. I russi della Lukoil incasserebbero circa un miliardo e mezzo di euro. Si era vociferato anche dell’interessamento di ENI, che ormai parla americano. Ma alla fine i russi della Lukoil hanno scelto un gruppo che passa per Cipro e Israele. L’amministratore delegato di Goi Energy, Michael Bobrov, infatti, è anche amministratore delegato e azionista di maggioranza della Green Oil Energy. Quest’ultima società è azionista di maggioranza di Bazan group, società che in Israele gestisce il più grande impianto di raffinazione di petrolio. Non si capisce se gli israeliani hanno fatto un mezzo dispetto agli americani che puntavano ad entrare con l’ENI, o se gli americani si sono messi d’accordo con gli israeliani”.

 

In oltre settant’anni di alleanza con gli americani Israele non ha mai conosciuto la pace. E allora… 

Per aggirare “l’accerchiamento” della Lukoil in Sicilia la Russia di Putin ha optato per l’aiuto di due Paesi: Cipro e Israele. Anche se in questo momento i rapporti tra i russi e Cipro sono cambiati a causa della guerra in Ucraina, la nostra Isola rimane sempre nel cuore dei russi (soprattutto dei miliardari russi). Cipro, insomma, è una garanzia per Putin. E Israele? Come già accennato, l’amministratore delegato della Goi Energy, Michael Bobrov, è anche amministratore delegato e azionista di maggioranza della Green Oil Energy, società che è azionista di maggioranza della Bazan group, il gruppo che in Israele gestisce il più grande impianto di raffinazione di petrolio. Il vero accordo economico e finanziario sulla raffineria Isab di Priolo è tra la Russia di Putin e Israele. A questo punto gli Stati Uniti si debbono fermare. Non possono fare nulla. Perché Israele è l’Occidente. Ma è anche un Occidente che, oggi, non sta seguendo l’America governata dal presidente Joe Biden e dai Democratici. Quando è cominciata la guerra in Ucraina, i vertici di Israele si sono guardati bene dallo schierarsi contro la Russia di Putin e, di fatto, contro la Cina. Non c’è nemmeno bisogno di ricordare che, già da qualche anno, Cina e Russia sono due Paesi legati da un patto di ferro. Israele non è indifferente verso la Cina e, in generale, verso il mondo che si muove di concerto con la Cina, a cominciare dai Paesi che aderiscono al BRICS e, in generale, a tutti i Paesi del mondo – che ormai sono tanti – che non sono più in sintonia con l’area del dollaro americano. Gli israeliani, oltre ad essere molto religiosi e occidentali, sono anche molto pragmatici. Da quando esiste, Israele è in guerra. E non si può vivere sempre in guerra. Un fatto è certo: in oltre settant’anni di alleanza con gli Stati Uniti la pace, in Israele, è stata un miraggio. Gli Stati Uniti d’America e alcuni Paesi occidentali (e tra questi l’Italia) producono molte armi che debbono vendere. E per vendere le armi ci vogliono le guerre. Va da sé che Israele, restando agganciato al carrozzone occidentale a ‘trazione’ statunitense, non vedrà mai la pace. Non resta che rivedere le alleanze.

 

In alleanza con Cina e Russia gli israeliani potrebbe finalmente trovare un accordo di convivenza pacifica con i palestinesi  

Completamente diverso il rapporto tra Cina e Israele. L’obiettivo della Cina si riassume nel progetto che punta a dare vita a un sistema economico e monetario alternativo all’area del dollaro statunitense. Grazie al dollaro, il popolo americano, non senza contraddizioni e sacche di povertà, dal secondo dopoguerra ad oggi è riuscito ad avere a disposizione una grande offerta di beni e servizi. Inevitabilmente – soprattutto se si passerà da un mondo dominato da un sistema monetario speculativo e un sistema monetario stabile – l’economia americana si dovrà ridimensionare. Come scriviamo spesso, la guerra in Ucraina non l’ha voluta la Russia: la guerra in Ucraina l’hanno voluta non gli americani ma i Democratici americani, contro il parere di una parte rilevante di questo Paese. Non tutti, negli Stati Uniti d’America, sono convinti che per difendere l’area del dollaro bisogna andare ad uno scontro contro la Cina e suoi alleati, che oggi sono tanti. Negli USA c’è chi ipotizza una convivenza pacifica con la Cina, provando a ridurre l’inevitabile ridimensionamento economico. I Democratici hanno scelto invece la via dello scontro con la Cina, e quindi anche contro la Russia: ma i risultati sono grami, perché i russi, in Ucraina, stanno vincendo su tutta la linea. Questo scenario dimostra che Israele ha fatto bene a schierarsi, di fatto, con la Russia: non schierandosi a sostegno degli USA e dell’Ucraina Israele ha dato una grande mano a Putin. Il quasi ‘divorzio’ tra USA e Israele è sicuramente clamoroso, anche se lo è fino a un certo punto, se è vero che tanti scrittori americani di origine ebraica non hanno certo risparmiato critiche, nel corso degli anni passati, all’atteggiamento di Israele in Palestina e al rapporto tra Israele e gli Stati Uniti d’America. Per essere chiari è un po’ brutali, Israele ha tutto da guadagnare legandosi alla Cina e alla Russia, due Paesi che potrebbero essere in grado di fare in modo che israeliani e palestinesi facciano prevalere le ragioni della pace.

 

Intanto l’Unione europea ‘fa la guardia’ al bidone’ 

E l’Unione europea? Ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli! In queste ore il presidente ucraino Zelensky gira in lungo e in largo l’Europa tra Londra, Parigi e Bruxelles alla ricerca di soldi e armi. La scena è un po’ tragicomica, non tanto per Zelensky, che alla fine fa il suo mestiere di capo di un Paese in guerra che cerca di non perdere la guerra, ma per i leader dell’Unione europea che sembrano i ‘guardiani del bidone’, dove il bidone è proprio l’Ucraina, Paese ormai in buona parte nelle mani dei russi. Con gli stessi Stati Uniti d’America che, massacrati dall’inflazione, hanno già annunciato che a Luglio, comunque andranno le cose, si ritireranno dall’Ucraina. Va detto, per completezza d’informazione, che gli americani non stanno vincendo la guerra in Ucraina ma hanno raggiunto il loro, vero obiettivo: ‘incasinare’ il mondo, rallentando l’azione di chi vuole indebolire l’area del dollaro, riservandosi altre mosse, più economiche che militari. Mentre l’Unione europea affonda sempre più tra insetti nei piatti e balordi e truffaldini tentativi di togliere le abitazioni ai ceti medi con l’ennesima buttanata energetica…

Foto tratta da Il Giornale       

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