L’intelligence russa dice che gli ucraini ammassano armi a ridosso delle centrali nucleari. Verso un’esplosione nucleare?

23 gennaio 2023
  • Non si capisce se lo stanno facendo perché sono sicuri che i russi non colpiranno per evitare un’esplosione nucleare o se è quello che si augurano 
  • Intanto gli Stati Uniti d’America hanno di fatto costretto i tedeschi a consegnare i carri armati Leopard 2 all’Ucraina. Una mossa per incrinare i rapporti tra Germania e Russia che non si sono mai interrotti? 
  • Intanto negli Stati Uniti cresce la protesta contro la partecipazione di questo paese alla guerra in Ucraina 

Non si capisce se lo stanno facendo perché sono sicuri che i russi non colpiranno per evitare un’esplosione nucleare o se è quello che si augurano 

Sono tante, oggi, le notizie che arrivano dalla guerra in Ucraina. Ma forse la vera notizia non è il parziale sì della Germania all’invio in Ucraina dei carri armati Leopard 2. Notizia scontata dopo che gli americani hanno ‘ordinato’ ai tedeschi di fornire alle truppe di Zelenky questi mezzi militari. La vera notizia di oggi arriva dai servizio di intelligence estero russo, che racconta che le forze armate ucraine stanno immagazzinando armi e munizioni di grosso calibro, fornite dai Paesi occidentali, nei territori dove sono dislocate le centrali nucleari. La guerra, è noto, si sta mettendo molto male per l’Ucraina e per gli occidentali. Così sarebbe stata assunta la decisione di ammassare le armi a ridosso delle centrali nucleari, nella certezza che le forze i militari russe, per evitare la catastrofe, non colpiranno questi luoghi. La replica della Russia non si è fatta attendere. Il problema, fanno sapere i russi, potrebbe essere rappresentato dal rischio di una detonazione su larga scala eventualmente causata da uno dei tanti missili vaganti ucraini. I russi ricordano che gli ucraini, lo scorso anno, non si sono creati scrupoli nel bombardare la centrale nucleare di Zaporizhia. Insomma, lo scenario di guerra si complica. Vale quello che abbiamo scritto nei giorni scorsi, quando abbiamo riportato quanto scritto dal Washington Post dove si legge “di un incontro riservato tra Zelensky e i vertici degli Stati Uniti. Questi ultimi avrebbero detto al presidente dell’Ucraina che gli Stati Uniti d’America appoggeranno gli ucraini fino al Luglio di quest’anno, poi tutto dovrà essere riconsiderato. Questo spiega le pressioni americane sull’Europa, affinché fornisca altre armi all’Ucraina; e potrebbe anche spiegare qualche mossa disperata dell’Occidente e dei militari ucraini: per esempio, un eventuale attacco con i droni alle città russe, magari colpendo Mosca. Va da sé che se verranno colpite le città russe nulla sarà più sicuro in Occidente, Unione europea compresa. Forse anche su questo dovrebbe cominciare a riflettere il Governo regionale siciliano, dal momento che nella nostra Isola qualche obiettivo militare che potrebbe essere oggetto di ‘interesse’ per eventuali attacchi non manca…(qui per esteso il nostro articolo di qualche giorno fa).

 

Intanto gli Stati Uniti d’America hanno di fatto costretto i tedeschi a consegnare i carri armati Leopard 2 all’Ucraina. Una mossa per incrinare i rapporti tra Germania e Russia che non si sono mai interrotti? 

Tutto comincia a tornare, in questa guerra. Gli Stati Uniti d’America vogliono chiudere la partita, sia perché la guerra ha creato una stagflazione (inflazione e stagnazione economica), sia perché il Governo deve fare i conti con un’opposizione che comincia a creare problemi. I Democratici possono pure ‘taroccare’ i voti alle elezioni, ma gli Stati americani a maggioranza repubblicana restano tali. E di fronte a una condizione economica difficile il presidente Joe Biden deve adottare provvedimenti per affrontare i problemi economici e sociali. Lo ha fatto sul fronte della stagnazione economica, stanziando 370 miliardi di dollari di aiuti per le imprese americane e per le imprese estere che verranno ad investire negli Stati Uniti. Mossa che rilancerà l’economia americana – quanto meno sul fronte dell’occupazione – anche sacrificando l’Unione europea. Ma c’è il problema dell’inflazione, che continua a ‘mordere’ nonostante i ripetuti innalzamenti dei tassi di interesse da parte della FED, la Banca Centrale americana. Il ritiro degli americani dalla guerra è previsto per Luglio. Ma gli USA non possono uscire di scena da sconfitti, perché fino ad oggi i russi hanno vinto su tutta la linea. Da qui “l’ordine” impartito ai tedeschi, che di fatto sono costretti a fornire i carri armati Leopard 2 agli ucraini. E non si capisce se la fornitura di questi carri armati alle truppe di Zelensky incrinerà i rapporti tra Germania e Russia che non si sono mai interrotti. Di più: non è da escludere che gli statunitensi pensino a qualcosa di ‘pesante’ per arrivare a una trattativa di pace imposta dagli eventi. In questo scenario gli eventuali bombardamenti alle città russe con i droni e qualche esplosione nucleare potrebbero risultare utili. Questa, però, è la possibile visione occidentale. Non è detto che la Russia si accodi e, soprattutto, non è detto che i russi non abbiamo già pronte le contromosse. Fa riflettere una frase che arriva in queste ore da Mosca: “Sbricioleremo i mezzi occidentali”.

 

Intanto negli Stati Uniti cresce la protesta contro la partecipazione di questo paese alla guerra in Ucraina 

Intanto negli stati Uniti monta la protesta contro la guerra. “A New York marcia di protesta contro USA e NATO”, Così titola L’INDIPENDENTE. Che scrive: “Sabato scorso migliaia di persone si sono riunite a New York per chiedere la pace in Ucraina, lo scioglimento della NATO, la fine della politica interventista degli Stati Uniti e l’eliminazione delle sue misure restrittive unilaterali contro Cuba, Venezuela e altri Stati. I manifestanti si sono riuniti dalle 12:00 ora locale a Times Square e hanno marciato attraverso il centro di Manhattan scandendo slogan contro il militarismo degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. La mobilitazione è stata organizzata da The Answer Coalition e The People’s Forum anche per ricordare l’eredità contro la guerra del combattente per i diritti civili Martin Luther King. Prima della marcia, il direttore nazionale della Answer Coalition, Brian Becker, ha affermato che decenni di politica del governo statunitense hanno reso quasi inevitabile il conflitto in Ucraina. Anche il quotidiano on line PRESSKIT riporta una dichiarazione del citato Brian Becker, tra gli organizzatori della manifestazione di protesta: “Siamo qui oggi perché ci opponiamo all’infinita espansione della Nato, che non è solo inutile ma sconsiderata e proattiva”. I manifestanti contro la guerra  – leggiamo sempre su PRESSKIT – sono scesi per le strade di New York City in una marcia e in una manifestazione contro il coinvolgimento degli Stati Uniti nei conflitti all’estero, compresa l’Ucraina. “Invece di intensificare la guerra e inviare più armi all’Ucraina, gli Stati Uniti dovrebbero tornare al tavolo dei negoziati e riconoscere che la Russia ha legittime preoccupazioni per la sicurezza – ha aggiunto Becker ai giornalisti -. Gli Stati Uniti stanno spendendo 65 miliardi di dollari in più per finanziare la guerra in Ucraina mentre ci sono un milione di senzatetto in America, mentre le nostre scuole sono sottofinanziate e molte persone stanno andando in bancarotta perché non possono pagare le bollette dei medici” I manifestanti hanno anche criticato la continua espansione della NATO verso est e hanno chiesto un cessate il fuoco immediato e colloqui di pace in Ucraina. La protesta è stata organizzata dalla coalizione Act Now to Stop War and End Racism (Answer) e The People’s Forum. ANSWER Coalition e dal People’s Forum, sono incubatori di movimenti per le comunità della classe operaia e emarginate.

Foto tratta da Enti Locali On Line

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