Il 2023 tra ‘botti’ di Palermo, licenziamenti di Almaviva, Italia strozzata dal MES e crescita economica in Russia/ MATTINALE 895

2 gennaio 2023
  • Il nuovo anno si è aperto con Palermo che affonda, la Sicilia senza soldi, il Governo italiano che massacra i cittadini con aumenti dei prezzi di benzina, gasolio, autostrade, canoni per le spiagge e altro ancora  
  • L’unica carta che il Governo siciliano può giocare è l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto, che non toglierebbe soldi allo Stato ma alle Regioni del Nord Italia
  • Le stupidaggini messe in giro  sulla Russia e su Putin. La realtà è che la Russia sta facendo un ‘culo tanto’ all’Occidente in Ucraina e, nonostante la sanzioni occidentali (o forse proprio per questo?) presenta un’economia in grande crescita

Il nuovo anno si è aperto con Palermo che affonda, la Sicilia senza soldi, il Governo italiano che massacra i cittadini con aumenti dei prezzi di benzina, gasolio, autostrade, canoni per le spiagge e altro ancora  

Come si sta aprendo il 2023 a Palermo, in Sicilia, in Italia, in Europa e nel mondo? Parlano i fatti. Nel capoluogo siciliano il Sindaco, Roberto Lagalla, ha provato a convincere i palermitani almeno a limitare i ‘botti’ per Capodanno ma ha ottenuto l’effetto contrario. I ‘botti’ sono iniziati alle 18 circa del 31 Dicembre, piccole ma sincere esplosioni, soprattutto nei quartieri popolari. Subito dopo la mezzanotte non sono cominciati solo i ‘botti’ ma anche i giochi d’artificio, di gran lunga più spettacolari di quelli organizzati dal Comune il 15 Luglio per festeggiare Santa Rosalia. Chissà perché i palermitani, per l’inizio di quest’anno, hanno optato per giochi pirotecnici spettacolari per circa 10 minuti. Forse per esorcizzare una città che sta affondando? I segnali che salutano il nuovo anno non sono esattamente entusiasmanti. Oggi in Sicilia si parte con i saldi e c’è chi si chiede con quali soldi i siciliani si dovrebbero riversare nei negozi per gli acquisti. L’inflazione è alle stelle, anche se la ‘Grande informazione’ nasconde i veri dati. L’aumento generale del livello dei prezzi è sotto gli occhi di tutti, soprattutto nel settore alimentare. I piccoli supermercati hanno ormai ordinariamente prezzi da Centri commerciali di grido, mentre nei Centri commerciali di grido – quelli che in televisione cercano di far credere alle persone che da loro si risparmia – sono aumentati i prezzi di tutti i prodotti: aumenti lievi, certo, ma pur sempre aumenti. La gente non è stupida e lo capisce benissimo. Palermo – che negli anni ’80 del secolo passato era una città molto elegante in tutto – ormai è un mezzo disastro economico e sociale: nel giorno di Capodanno – a parte la solita sporcizia che ormai è una condizione esistenziale e gli ospedali pubblici sempre più in affanno – ha festeggiato con i dipendenti di Almaviva che il Ministero della Salute-Sanità sta licenziando in piazza e con la protesta dei protagonisti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Due storie parallele: al Ministero della Sanità mancano i soldi per far lavorare i dipendenti di Almaviva, idem alla Regione siciliana che dovrebbe sostenere l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Su Almaviva noi, poco più di un anno fa, ipotizzavamo che i guai sarebbero iniziati dopo le elezioni politiche: ed è quello che si sta verificando. Perché pensavamo questo? Semplice: perché il maggior numero di lavoratori di Almaviva opera in Sicilia e quando c’è da tagliare posti di lavoro il Governo nazionale – a prescindere dal colore politico – comincia sempre dalla Sicilia.

 

L’unica carta che il Governo siciliano può giocare è l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto, che non toglierebbe soldi allo Stato ma alle Regioni del Nord Italia

Si comincia male a Palermo e si comincia male in Sicilia. Mancano i soldi nei Comuni dell’Isola, mancano i soldi nella ‘casse’ della Regione siciliana. Il Governo di Renato Schifani ha rinunciato a un credito di 9 miliardi di euro verso lo Stato. Una cosa del genere ha fatto anche l’ex presidente Rosario Crocetta, tra il 2013 e il 2017. Non ha fatto meglio il passato Governo di Nello Musumeci. La realtà è che la Sicilia – la Regione siciliana, istituzione malconcia – più va avanti, più peggiora. I 9 miliardi di euro persi – che, va detto per onestà dei fatti, lo Stato non avrebbe mai restituito alla Sicilia – sono soldi che lo Stato ha tolto alla sanità pubblica della nostra Isola. A Roma considerano i siciliani cittadini di serie B. A sostenere, nei fatti, questa tesi e ad agire di conseguenza, sono gli stessi politici siciliani che operano a Roma. I tagli alla sanità pubblica siciliana sono stati decisi nel 2006 e avallati dai parlamentari nazionali della legislatura 2006-2008 e dai parlamentari nazionali eletti in Sicilia nelle legislature successive. Oggi che lo scenario finanziario italiano – ovviamente disinformazione a parte – è gravissimo, dopo i tagli ai tassi d’interesse operati dalla Banca Centrale Europea (BCE) sarebbe veramente scorretto prendersela con l’attuale Governo regionale. Il presidente Schifani potrebbe chiedere l’applicazione, anche parziale, dell’articolo 37 dello Statuto, mettendo la Regione siciliana nelle condizioni di incassare almeno una parte delle imposte che le aziende del Nord Italia – con stabilimenti nella nostra Isola ma non sede sociale nello stesso Nord Italia – pagano, appunto, alle Regioni del Nord Italia. Il presidente Schifani avrà la forza per ottenere un risultato che sarebbe importante? In fondo, se ci riflettiamo, la manovra potrebbe riuscire. Le Regioni del Nord Italia – in testa Lombardia e Veneto – vogliono l’Autonomia differenziata (che significa che le Regioni del Nord si terranno tutte le imposte pagate dai cittadini delle stesse Regioni del Nord). Bene. A questo punto la Regione siciliana – peraltro in forza di un articolo del proprio Statuto mai applicato – si terrà te imposte delle imprese lombarde e, in generale, delle imprese del Nord Italia che operano in Sicilia.

 

Le stupidaggini messe in giro  sulla Russia e su Putin. La realtà è che la Russia sta facendo un ‘culo tanto’ all’Occidente in Ucraina e, nonostante la sanzioni occidentali (o forse proprio per questo?) presenta un’economia in grande crescita  

Noi intanto ci chiediamo dove l’attuale Governo nazionale di Giorgia Meloni prenderà i soldi per andare avanti. I segnali che sta lanciando in queste ore non sono belli. Il prezzo della benzina e del gasolio è cresciuto di nuovo, sono aumentati i canoni delle autostrade, idem per  i canoni per i gestori delle spiagge, come già ricordato, il Ministero della Salute-Sanità sta facendo ‘cassa’ licenziando i dipendenti di Almaviva, per lo più siciliani. Dei soldi tolti alla sanità pubblica della Sicilia abbiamo già accennato e si preannunciano altri tagli. E mentre gli strozzini dell’Unione europea sono già pronti per erogare il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) in cambio delle solite ‘riforme’ per alleggerite le tasche degli italiani c’è chi pensa ad utilizzare i risparmi degli stessi italiani per finanziare l’Italia. Si tratta dei circa 5-6 mila miliardi di risparmio privato dagli italiani sui quali vorrebbe mettere le mani l’Unione europea, anche per finanziare la demenziale guerra in Ucraina. Prendendo i soldi del MES – che verrebbero utilizzati dall’Italia non per la sanità, come cercano di farci credere, ma per tutte le spese correnti – sarebbe poi la stessa Ue a mettere le mani sul risparmio privato degli italiani. C’è chi consiglia il Governo italiano di convincere gli italiani a investire almeno una parte dei propri risparmi nei Conti di risparmio presso il Tesoro. A nostro avviso la mossa non è sbagliata, ma ha un senso solo se l’Italia esce prima dall’Unione europea, perché dentro la Ue dell’euro il risparmio privato degli italiani sarebbe sempre a rischio, sia perché l’Unione europea è gestita da speculatori senza scrupoli, sia perché la stessa Ue è ormai infognata nella guerra in Ucraina che non finirà presto, nonostante le stupidaggini che in queste ore l’Occidente diffonde sulla Russia e su Putin. Ovvero che la Russia (che è alleata della Cina, il Paese che sta facendo impazzire l’Occidente con l’incognita di una nuova ondata di Covid) avrebbe esaurito i missili e che Putin è malato e verrà destituito. Queste, più che verità, sono i desideri di un’Unione europea alla frutta. I fatti dicono invece che, ieri, gli abitanti di decine di città ucraine hanno passato il Capodanno sotto le bombe russe, che la strategia dei generali russi non è cambiata e che le infrastrutture dell’Ucraina, piano piano, vengono rase al suolo una dopo l’altra. Il tutto mentre l’economia russa è in grande crescita nonostante le stupide sanzioni dell’Occidente (o forse proprio per questo?). Il resto sono solo stupidaggini.

 

 

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