La Russia potrebbe abbattere i satelliti prodotti dai Paesi occidentali diventati ormai obiettivi militari

1 dicembre 2022
  • Non è che, invece di finire, la guerra in Ucraina si trasferirà anche nello Spazio? 
  • Ma nessuno è in grado di fermare la presidente della Commissione europea che continua a gettare benzina sul fuoco?  

Non è che, invece di finire, la guerra in Ucraina si trasferirà anche nello Spazio? 

La guerra in Ucraina vola sempre più in alto. Vladimir Yermakov, direttore del dipartimento per la non proliferazione e le armi del Ministero degli Esteri russo, ha dichiarato a RIA Novosti che i satelliti prodotti nei Paesi occidentali e utilizzati dall’AFU (Esercito ucraino) potrebbero diventare obiettivi legittimi per l’esercito russo. La notizia la leggiamo su Telegram. Yermakpv sottolinea che si tratta di tecnologie “quasi civili”, mentre i Paesi occidentali utilizzerebbero il potenziale di una costellazione di satelliti a bassa orbita per supportare le operazioni di guerra dell’Ucraina e, quindi, del cosiddetto Occidente industrializzato impegnato nella guerra contro la Russia. Secondo i russi, con l’aiuto di questi satelliti i Paesi impegnati nella guerra contro la Russia svolgono compiti di combattimento per scoprire luoghi, percorsi di movimento e azioni dell’esercito russo. Sono anche usati per controllare droni e missili bersaglio. Ma non è la stessa cosa per il MUOS di Niscemi? Non è che si stanno materializzando le nostre previsioni formulate nel Febbraio di quest’anno, quando la guerra in Ucraina non era ancora scoppiata?

 

Nessuno è in grado di fermare la presidente della Commissione europea che continua a gettare benzina sul fuoco?

Assisteremo a una guerra nello Spazio? Tutto ormai è possibile, perché, al di là delle parole, non sembra ci sia molto buona volontà per porre fine alla guerra in Ucraina. Ieri sera abbiamo dato una notizia che non andrebbe sottovalutata: russi e cinesi, per la prima volta, hanno effettuato insieme un pattugliamento con vettori missilistici. Il messaggio che hanno lanciato al mondo è chiarissimo: attenzione, perché nella guerra che l’Occidente industrializzato ha scatenato in Ucraina noi cinesi e russi siamo insieme, così come siamo insieme nel BRICS con tanti altri Paesi del mondo per dare vita a una realtà economica, finanziaria, commerciale e monetaria alternativa all’area del dollaro americano. L’avvertimento riguarda anche le ‘anime morte’ dell’Unione europea, che continuano a fornire armi all’Ucraina. Anche se su tale questione l’Unione europea si sta spaccando tra chi vuole continuare la guerra contro la Russia che, di fatto, è già quasi persa, e chi, invece, vuole mettere la parola fine alla guerra. Una spaccatura che attraversa, tra alti e bassi, la stessa Germania, Paese ormai in crisi economica e d’identità. Anche se con ambiguità il Cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz vorrebbe riallacciare i rapporti con la Russia (anche perché i socialdemocratici tedeschi con l’ex Cancelliere Gerhard Schröder sono presenti nel mondo del gas russo). Mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in queste ore, ha dato vita a una delle sua solite iniziative pasticciate: vorrebbe un apposito tribunale internazionale (ma con quali Paesi?) per crimini di guerra, utilizzando i beni congelati a Mosca per finanziare la ricostruzione in Ucraina. Su questa trovata della presidente della Commissione europea torneremo con un altro articolo. Intanto segnaliamo che, così facendo, l’Unione europea allontana la prospettiva della fine della guerra in Ucraina e prosegue spedita verso il baratro economico.

Foto Wikipedia

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